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+ Buenos Aires, 8 giugno 1935
Calle Carlos Pellegrini, 1441
Pequeño Cottolengo Argentino
Caro don De Paoli,
Il Signore sia sempre con noi!
Ho ricevuto e gradito tue lettere, anche quella per avion, del 3 giugno.
Vedi, io non so se sai che ho cominciato qui il Piccolo Cottolengo Argentino:
fu benedetta la 1ª pietra il 28 aprile, alla chiusura dell’Anno Giubilare: fu presente anche
il Presidente della Repubblica. Funzionò il Nunzio e due Vescovi:
assistettero le prime personalità.
Ora mi trovo ai primi lavori, e nel fervore del lavoro: non ho qui chi mi possa
sostituire: tutt’al più potrei stare via una settimana; ma ci vuole quasi una settimana a
venire lì, un’altra a tornare: come si fa? Non aspettare me per la I pietra: se puoi, fa tutto,
prima che sua Emin.za il Cardinale e il Nunzio partano, - io manderò un telegramma, sarò
presente in ispirito, e prometto di venire, ad assistere, Dio volendo, all’apertura del
Santuario. È impossibile che possa venire per don Mario: non lascio questo posto di
attività, se non sono tranquillo. Bisogna che comprendiate la mia posizione, - per quanto
spetta a me, non devo volere che qui tutto il lavoro fatto e la aspettativa benevola, anzi
favorevolissima da parte di tutti, vada a fracassare. Vi ringrazio, sento anch’io vivissimo
dispiacere di non poter venire, ma ora sento pure che la Divina Provvidenza mi vuole qui.
Quanto al sig.r Camillo, che vuoi che possa fare di qui?
Scrivi subito a don Sterpi che, se può, lo aiuti lui. Ma vorrà uno stipendio, che noi ora, né
qui né in Italia, possiamo dare. Qui gli potrei dare un 100 pesos al mese, adoprandolo in
una nostra casa. Ma, e la moglie e la sorella? E in Italia capirai che si sta malissimo, - e poi
noi abbiamo bisogno di braccia da lavoro, non dei fattori.
Speravo di dargli un posto là ma poi non mi è stato possibile con mio vivo dispiacere.
Anche qui c’è grande disoccupazione.
Sono contento che don Rebora stia bene. Don Lorenzetti si lamenta che lì
siete in tanti, e che non c’è lavoro, eccetto che un poco alla domenica.
Sto combinando per il Mato Grosso, e te ne scriverò.
Con «l’Augustus», che è partito da Genova il 6 giugno, viaggiano 4 suore
e 3 chierici diretti qui; al passaggio del piroscafo andate a vederli e, possibilmente,
fateli scendere per qualche ora.
Dirai a don Lorenzetti che sono pronto a mandare le suore in Brasile: senta bene da
quel parroco quante ne occorrono (non meno di tre, mai) e le condizioni che fa, e entro
quale tempo le desidera. Ci vuole una domanda scritta dal parroco con le condizioni,
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e il permesso del Vescovo, per iscritto. Avverto che sempre preferisco che potessero le
suore avere due case, possibilmente non molto lontane l’una dall’altra: vedere se possono
averne una in Rio o a Nycteroy o a S. Paolo.
Sono molto contento che stiate tutti bene. Mi ha scritto anche don Martinotti
invitandomi pel 25° di Messa sia di don Mario che suo: bisogna che comprendiate da una
parte il desiderio vivissimo che ho di accontentarvi tutti e in tutto quello che posso, - ma
dall’altra parte dovete capire che ora ho 63 anni, e quel po’ di vita che mi rimane, bisogna
che lo impieghi in ciò che più importa e che è più vitale per la dilatazione
e consolidamento della Congregazione.
L’indirizzo che do sopra è dove dovrete scrivermi: è una nuova casa
in Buenos Aires, dove sto, e dove è la sede centrale del Cottolengo Argentino.
Il 30 giugno si apre una nuova casa in Avellaneda, che è una città di 200.000 abitanti
attaccata a Bs. Aires.
Dove è quello che era a Victoria? e che fa?
Saluto, conforto e benedico te e tutti in G. Cr. e Maria. SS.
Aff.mo tuo
Don Orione d. D. Pr.
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