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 [+]       Buenos Aires, il 27 luglio 1935

        Calle Carlos Pellegrini, 1441


 Carissimo don De Paoli,


 La grazia di n. Signore e la sua pace siano sempre con noi!

 Ho ricevuto la tua, dove mi dici che il Vic. gen.le ti ha detto di aspettare il Card.le

per la benedizione della 1ª pietra del Santuario. È quello che desidero anch’io.

 Ciò che molto mi stupisce è che tu non abbia ricevuto una mia lunga e ben dettagliata

lettera, inviata a te, per avion, lo stesso giorno che ho scritto a San Paolo e a don Putortì a

Nicteroy. Essa è partita insieme con le altre. Se sta vero che tu non l’hai ricevuta, - è segno

che qualche birbante l’ha intercettata e aperta per sapere che cosa io ti scrivevo. Dio non

voglia che costui stia proprio in codesta casa! - In quella lettera ti dicevo che lasciandoti

Superiore della Casa di Rio e l’incarico del bollettino, e quello di fare un altro bollettino:

«La Madonna di Fatima» - e l’incarico di condurre a termine col Vescovo salesiano del

Mato Grosso la pratica in corso, e di affrettarla: - destinavo don Martinotti e don Putortì

al Mato Grosso: don Arlotti e don Cantoni a Nicteroy, - e Arlotti andasse subito, e don

Putortì venisse subito a Rio. A far scuola, al posto di don Arlotti, metterai il ch.co che già

faceva la scuola l’anno passato. Don Giovanni, il quale mi aveva chiesto ripetutamente, e

per lettere via aerea di levarlo di lì, dicevo di mandarlo qui, e don Rebora che restasse

con te a Rio. - Poi, avendo saputo che don Giovanni preferisce restare ancora a Rio,

allora ho scritto che venga al suo posto venisse qui, - quanto prima, - don Rebora.

 A San Paolo restassero don Carlos e don Mario. Vista la situazione, e considerato

che io non sono ora più tanto lontano, ho assunto la direzione diretta delle case del Brasile,

questo ti scrivevo.

 Oggi ricevo lettera da don Putortì, ancora da Nicteroy, per cui comprendo che egli è

ancora là, evidentemente perché tu - non avendo ricevuta la mia lettera, - avrai trattenuto a

Rio don Arlotti; - ora è bene e necessario che don Arlotti vada a Nicteroy, e riprenda il

suo antico posto di parroco. Avevo mandato una lettera di presentazione al Rev.mo Mg.r

Vescovo di Nicteroy; se anche essa fosse andata perduta, vada lo stesso subito:

fatemelo sapere e manderò altra lettera pel Vescovo.

 Don Putortì mi scrive che è pronto ad ubbidire ad andare al Mato Grosso, ma mi fa

presente che egli non è in buona salute. - Gli dirai che gli risponderò presto, - non posso

farlo oggi per assoluta mancanza di tempo, - ma lo farò quanto prima. Lo consiglio ad

avere fede e a compiere, con vero spirito religioso, l’ubbidienza, ché il Signore lo va a

guarire. Però, come ho usato con don Giovanni, lasciando che potesse venire qui, al suo

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posto, don Rebora, - e così, se don Giovanni vuole avere molto lavoro pastorale e cura

d’anime - vada al Mato Grosso con don Martinotti e don Putortì si fermi con te a Rio.

 Attendo di essere informato di tutto, senza molto ritardo.

 Ti avverto che avrò presto qui a mia disposizione 500 sante Messe da far celebrare: -

se voi non avete Messe da applicare me lo fai sapere.

Questo lo dirai anche a don Arlotti per quelli di Nicteroy. Sono S. Messe con la elemosina

di soli 2 pesos cadauna, equivalenti a lire 6 italiane.

 Solo stamattina ho ricevuto la tua lettera del 25 genn. 1935 con la lettera

di don Elvezio da te tradotta e le cartoline illustrate accluse.

 Saluto, conforto - benedico largamente a te e a tutti in Gesù Cr. e Maria SS.

 Pregate per me sempre.

 Tuo aff. mo


           Don Orione  d. D. P.


 Don Arlotti può, intanto, presentarsi a sua Eccellenza per ottenere le facoltà,

e gli dica che la lettera andò perduta, ma io ne scriverò un’altra. E don Rebora venga,

per intanto, che sta a partire, a Rio de Janeiro, e non tardi.

 Scrivendo a São Paulo come a Nicteroy ho dato comunicazione dei cambiamenti

da farsi e ordinavo a tutti di mandarmi un rendiconto mensile.

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