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 + Gloria in excelsis Deo      Anime e Anime !

  et in terra pax!       Tortona, 21 dic. 1937 -


 Caro don De Paoli e cari miei sacerdoti che siete in Brasile


 La grazia del Signore e la sua pace siano sempre con noi.

 Buon Natale! Buone feste a tutti ed a ciascuno di voi. La benedizione natalizia

la invoco su di voi da Gesù, e amplissima, e così sui nostri chierici, su Bernardo,

sui probandi, sugli alunni vostri come su tutte le opere del v/ ministero e zelo sacerdotale.

Fate conoscere questo anche ai fratelli di S. Paolo. Agli amici, benefattori e benefattrici

vostre Buon Natale, buona fine, e buon capo d’anno! Così al caro Eduino e a sua moglie.

 Pure ai Vescovi e a sua Eccell. Mg.r Nunzio devotissimi santi auguri e voti.

Sono molto lieto e molto grato per le feste del XXV di sacerdozio che gli amici e

cooperatrici preparano a te, don Angelo: preparati bene spiritualmente, con un po’ di

Esercizî Sp.li: anch’io li ho terminati ora a Rho, dagli oblati di S. Carlo,

e son rimasto tanto contento.

 Passo ora a rispondere alle vostre lettere, in globo; a quelle a cui non rispondessi

oggi, risponderò presto.

 Mettiamo dunque le cose un po’ in chiaro. Ma credete proprio che, se io avessi avuta

la facoltà di mandarvi uno o due sacerdoti, non ve li avrei mandati? Ma vi date o non vi

date conto della mia, della nostra situazione qui? Sono cose che io neanche volevo dirvele,

ma, dacché avete addosso, - scusate se ve lo dico - tanto nervosismo, bisogna pur che ve

lo dica chiaro, cari i miei figli!

 Ma io non dubito, miei cari sacerdoti, che siete in Brasile, del vostro affetto per la

Congr.ne e per me, del v/ attaccamento né dei sacrifici che avete fatto, che fate tuttora, e

del vostro buono spirito, - vi dirò anzi che mai, mai ne ho dubitato; - dubito, invece, e

molto che non vi diate conto esatto della mia situazione, della mia libertà di agire e delle

possibilità in cui versa la Congr.ne di potervi dare subito ciò che voi chiedete. Io vi

compatisco, e non mi offendo di certe vostre frasi che mi scrivete, appunto perché vi

compatisco, mentre soffro con voi, e vedo che qualcuno, non comprendendo, non sa capire

e non sa soffrire con me.

 Passo ad altro. Prima di partire ho dato disposizione che il ch co Laganà fosse

trasferito a Rio. Non si è fatto. Egli vedendo che non era chiamato in Italia, dopo la lettera

scritta di sotterfugio allo zio con la scusa che non fu tolto da Niterói mi scrisse che usciva

di Congr. accettato dal Vescovo di Victoria. Se è andato, vuol dire che qualcuno di voi gli

avrà fatto l’attestato perché fosse accettato. Mi direte se è andato. La scusa che egli porta

con me è che i Superiori del Brasile non hanno ubbidito a Don Orione: è una scusa,

ma gradirò sapere perché non fu trasferito.

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 Per quanto possa farmi dispiacere la perdita di un chierico per altro dopo quanto

scrisse allo zio, non bisognava permettergli di rinnovare i voti. Quando io ricevetti

da don Martinotti copia di quella lettera di Laganà allo zio, non facevo più a tempo,

neanche telegrafando, a dirvi di sospendergli i voti. Bisognava che voi gli aveste parlato

chiaro e, al più, fargli rinnovare i voti per un mese in attesa di disposizioni.

 Egli aveva fatto a don Sterpi ben tre domande per iscritto, onde essere mandato in

America. Don Sterpi gli scrisse di non tornare per riscuotere il danaro per la morte

del fratello: gli suggerì come da buon religioso doveva fare, cioè una procura.

 Noi non gli abbiamo poi più scritto perché, se lo zio avesse mandato a lui il danaro

pel viaggio, giunto qui lo avremmo licenziato. Pagargli noi il viaggio per un capriccio,

senza necessità, no. Certo che, dopo quello che ha fatto non era un assistente da potersi

lasciare a Niterói per probandi; ma io già avevo dato ordini diversi e ben chiari,.

non è vero?

 Se don Arlotti non può fare a meno di don Pietro, questi si stabilisca a Niterói.

Rincresce anche a me che si lasci la Cappellania delle suore, ma finché non possa

mandarvi un sacerdote, è inutile pensare a tenerla, quando tu, don De Paoli,

non puoi farti in due, né lasciare l’Istituto.

 Quanto ai probandi o novizî, se ancora non c’è un posto, né personale adatto in

Brasile dispongo da oggi che siano provvisoriamente mandati al probandato e noviziato

dell’Argentina, dove so che saranno formati bene e tenuti bene. Ma a questa disposizione

ci starete? Lo voglio sperare.

 Appena il Visitatore sarà tornato in Italia, tutto farò per ottenere che possa mandarvi

qualche sacerdote: però, capitela che non posso io disporre. Io non dubito che il Visitatore

Apost.co, che il quale ora è in Spagna, venendo costì, facilmente con me, se non prima

ancora di me, non disponga l’invio di qualche sacerdote, - anzi vi dico che tutto farò che

perché lo mandi prima e lo mandi il più presto; ma poi quando ci sono badate che bisogna

saperli trattare e saperli tenere. Parecchi di quelli che furono lì, e che per voi non facevano

bene, fanno bene e qualcuno, anzi, fa addirittura benissimo dopo che non è più lì.

Come si piega questo? Sarà stata sempre, sarà stata tutta colpa loro? Facciamo ciascuno

un po’ di esame di coscienza ma in umiltà e senza nebbia nello spirito.

 Mi hanno fatto immenso piacere le ultime notizie sulla festa del 5 dic.bre: -

ne dò vive grazie al Signore e alla SS. Vergine. Vi darò anch’io un poco di notizie

consolanti, e molto consolanti.

 Secondo le disposizioni del Diritto Canonico e le particolari avute forse quando fu

nominato, - (date le accuse che ci erano fatte), il Visitatore, mentre permise di accogliere

nuovi probandi, di fare vestizioni e poi anche i voti annuali, non aveva, per altro permesso

- forse (certo perché non lo poteva) - i voti perpetui, e non si poteva più dare ordini nem

neanche tonsura, senza i voti perpetui

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 Ora, invece, ha permesso i voti perpetui. e già ricevettero, in questi giorni, i Sacri

Ordini in 39, tutti con voti perpetui - il che vuol dire che Roma vuole la perpetuità della

Congr.ne, e tutti di 3ª e di 4ª teologia, - il che vuol dire che al massimo, entro un anno e

mezzo o al più due anni, avremo 40 sacerdoti novelli, - poiché uno buono, che è già

suddiacono, non poté prendere la ordinazione, se no, sarebbero stati ora ordinati in 40.

Tre sono già diaconi ora. Deo gratias! -

 La udienza privata, che ebbi dal S. Padre, è stata d’una cordialità ineffabile, -

e benedisse con grande affetto anche a voi del Brasile.

Tra gli ordinati vi è pure il brasiliano che studia alla università Gregoriana;

l’altro studia a Genova, ma è una testa volubile, benché di intelligenza. -

 Ti manderò, caro De Paoli, una lettera recente sua, dove chiede a suo padre se deve

subito tornare in Brasile, e si parla di lasciare anche la Congregazione.

Come si può ordinare una testa simile?

 Sono lieto che abbia firmato il contratto con la S. Casa di ...

 Ho ricevuto le condizioni. - Deo gratias. E pel Santuario di Fatima?

Nessuna buona novità?

 Don Sterpi e tutti si uniscono a me nell’inviarvi ogni santo augurio di buone feste

Natalizie e buon anno

 Caro don De Paoli, il Camillo Colli è gravissimo: vado stanotte a vederlo: prega.

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