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[+] Roma, 10 marzo 1939
Caro don Angelo, [De Paoli]
La grazia di Dio e la sua pace siano sempre con noi!
I sacerdoti Di Genova e [Sordini] ti portano con la presente i più cordiali saluti miei
e di don Sterpi e di tutti.
Ho ricevuto la tua lettera per avion del 25 febbraio, - che mia ha recato vero dolore.
È mia volontà che il ch.co Pirazzini venga subito tolto da Niterói; - voglio che i due
sacerdoti che ora mando rimangano a Rio presso di te, o a S. Paulo, uno di essi,
se c’è bisogno là, intanto che si sta ad aprire l’altra casa.
Non sarei contento che fossero mandati a Niterói, sino a che non mi risulti
che in quella casa ci sia vita e osservanza religiosa, - solo allora mi chiederai
se si possono mandare.
Il ch.co Pirazzini, che don Sterpi ha mandato, so che era un bravo chierico, -
si capisce che scappi la voglia di mandare di personale, quando non si è sicuri che il
personale sia aiutato con l’esempio, quando nelle case non ci fosse la osservanza religiosa.
Al Brasile penso più di quello che costà si creda: la mia pena è che, non essendo
sicuro che poi il personale religioso sia curato religiosamente e aiutato dal buon esempio, per questo non posso in coscienza mandare lì del personale a perdersi.
È cosa tanto naturale.
Quando mi sarò convinto che c’è spirito religioso, sta’ tranquillo che manderò quanti
più sarà possibile. Non è che mi lamenti di tutti, oh no! - ma certo che quanto ora è
capitato a Niterói mi convince sempre più ad andare adagio ad esporre al pericolo
di perdere la vocazione ai nostri chierici.
E pensare che don Arlotti mi ha scritto poco più di 20 giorni fa una lettera,
a dir poco, impertinente, - che io ebbi vergogna per lui a metterla in archivio
e che ho nascosto anche a don Sterpi per non dargli un dolore.
E mi chiedeva dei chierici! - Dei chierici da mandare a perdersi?!!
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