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 Caro don Casa,


 Penso che ora che, sarà subentrata un po’ di calma e di riflessione, avrai l’animo

abbattuto per esserti lasciato trasportare giù fuori di te e sotto di te a quel modo.

 E ti scrivo per rialzare con carità di padre l’animo tuo e al tempo stesso per farti

osservare come l’ira deformi anche le più belle qualità d’un servo di Dio, dissecca il cuore

ed altera talmente la tua fantasia che ti porta a parole e ad atti non solo dure, non solo

dispettose, ma veramente scandalose, e a mormorazioni e lamenti che tolgono la dolce

convivenza e carità tra i fratelli, oltreché scandalizzano enormemente gli estranei e quelli di

casa, specialmente i chierici che ancora che devono essere edificati dagli anziani dai

sacerdoti e i più giovani che si trovassero con noi ma che sono giovani facili ad essere

sgogliarditi al serviz  perché ancora deboli nel servizio di Dio.

 Ora bisognerà proprio che tu metta la scure alla radice del tuo male, e che ti emenda.

Per emendartene bisogna cominciare dal reprimere i movimenti che tentano di erompere

all’esterno, sostituendo ad essi fortemente atti di rispetto e di carità, e facendo tacere

l’amor proprio. Per questo ti vorrai raccomanderai ogni giorno alla Madonna, e farai

oggetto di particolare esame ogni giorno il tuo amor proprio l’ra e l’invidia, che è vilissima

e mostruosa passione in un’anima fatta per le cose eterne, e specialmente in un sacerdote e

religioso non devono entrare invidiuzze e simili miserie, ma bisogna avere il cuore

formato a sentimenti grandi di carità e di disprezzare tutto ciò che è piccolo e basso,

che restringe e rattrista.

 Io non ti dico impongo di chiedere scusa ai sacerdoti e chierici riuniti, ma spero che,

ajutato dalla divina grazia, lo farai ugualmente e con umile animo.

E sarebbe un buon principio.

 Io non mi metterò mai avanti a tuo padre e a tua madre, ma se non fosse per

offenderli, quasi ti direi: ricordati che nessuno sulla terra ti ha dato prove di vero amore

e ti ama in Gesù Cristo più di Don Orione.

 Ora Don Orione non ti chiede miracoli per ora, ma ti chiede di mantenere

la carità, che è il precetto del Signore e deve essere la nota distintiva dei Figli della Divina

Provvidenza. E perché molto ti ama ti vuole anche dare una penitenza, ed è che tu scelga

a tuo speciale patrono un Santo di cui porti anche il nome e che fu il tipo della ansuetudine

e della dolcezza: S. Francesco di Sales.

 Egli era irascibile come te, se non di più, e diventò come la dolcezza di Gesù.

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Ti impongo di Ne leggerai la vita in grande, e cercherai di avere dolcezza di dentro e

di fuori, prefiggendoti d’imitarlo. Io ti scrivo con dolore, ma il mio affetto non è diminuito

per te. Tu hai un’immaginazione che presto si riscalda, immaginativa che ti ma la fantasia è

una potenza bugiarda, serva dell’amor proprio, che ha bisogno di essere tenuta in custodia

come la pazza di casa: essa ti fa vedere tante cose che non sono vere: È una potenza

bugiarda grande imbrogliona la fantasia: sottilizza e ragiona umanamente, e in te, talora,

anche diabolicamente freneticando, secondo l’orgoglio del cuore, mettendoti davanti

cento ipotesi per dare addosso ora a questo ora a quello."

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