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[Al Molto Rev.do Padre

Mario Ghiglione Vigario

in Mar De Hespanha

(Brazil) Minas Geraes ]


[Alcune parti di questa lettera

sono da leggersi a tutti, in comune]


 +        Anime e Anime !

         16 febb. 1922

         Argentina = (Buenos Aires)

         Iglesia de Victoria

         F. C. C. Argentino.


 Caro don Mario,


 Mando il nostro preciso indirizzo. Siamo qui dall’11 febbr. festa dell’Apparizione

dell’Immacolata a Lourdes, - con me sono don Zanocchi e Dondero.

Darai anche a don Dondero l’indirizzo, - non so se sia lì o ancora a S. Antonio;

gli dirai che i suoi stanno tutti bene, e che molto ci ha giovato avere con noi Iosè.

 I suoi fratelli sono fuori B. Aires a lavorare, e anche la sorella ora è fuori;

aveva una bambina che non stava tanto bene, ma ora è guarita, e l’ha mandata al campo.

 Anche noi, grazie a Dio, stiamo bene, e così speriamo di voi tutti.

Don Contardi, don Montagna e il ch.co Castagnetti sono rimasti a Lujan, per apprendere

più presto la lingua. Andranno al Marco Paz ai primi di aprile. Già tutto è preparato: tre

paglioni, tre scranne e un vecchio tavolo: una pignatta e tre cucchiai e un pezzo di terra

da lavorare e curare un po’ di verdura: al resto penserà la Divina Provvidenza.

 Anche noi qui andiamo avanti non so come: quei pesos, che portai, appena bastarono

alle prime spese dei primi giorni, avendo dovuto mettere su casa e provvedere un po’ di

biancheria, - e siamo in un paese pieno di indifferenza: finora - (è una settimana che siamo

qui) - è venuta una donna a portarci una Messa, era una genovese. Però non pensate a noi.

 Fin qui sono giunto jeri, e riprendo oggi che è venerdì 17 febb.

 Ho sospeso la lettera perché fui chiamato a visitare una signora, la quale mi volle

dare 100 pesos, e Deo gratias! Sono proprio venuti a tempo, così potremo pagare una nota

di debiti che mi dava fastidio, e avanzare ancora tanto da fare tre letti a cavalletti e a

paglione, perché in questa casa dove ci hanno messo si sta troppo signorilmente, - qui ci

metteremo i PP. missionari che presto verranno a dare la missione per scuotere un po’

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questa indifferenza prodotta dalla predicazione e propaganda socialista e protestante,

che qui sono padroni del campo, fino ad oggi. E, dopo i missionari, qui ci metteremo

il noviziato, e noi andremo a dormire parte sull’organo e parte lungo il campanile,

che è bel grande.

 La popolazione è formata in massima parte, di figli di ferrovieri, gente che non è

stabile e generalmente sta iscritta ai partiti più avanzati; parecchi padri strappano

dalle mani dei figli le medaglie che noi diamo.

 Voi altri a Mar de Hespanha siete nell’oro!

 Date una buona istruzione cattolica però, perché guai se si attacca il socialismo e più

il protestantesimo: questo strappa la fede cattolica e semina una grande indifferenza.

 È necessario, nell’indirizzo, mettere sempre le quattro lettere F.C.C.A., che vogliono

dire Ferro Carril Central Argentino, diversamente le lettere la corrispondenza va ad altra

una città di egual nome che è nella provincia di Entre Rios; pure qui in Argentina,

vi è Entre-Rios, ed è una Provincia, che sarebbe come in Brasile uno stato.

 Questo paese di Vitoria farà circa 4 mila anime, - e a Messa, alla domenica, ne

verranno complessivamente 50 o 60 persone.

 Ma non ci perdiamo d’animo; una delle ragioni per cui ho preferito Vitoria ad altri

posti; sotto ogni riguardo migliori fu appunto perché questo mi fu descritto come un paese

completamente abbandonato e perduto.

 Noi pubblicheremo un foglietto: La Madonna della Guardia, metà in italiano e metà

in spagnolo, - e penetreremo nelle famiglie con i ragazzi e con la stampa.

 Non ho fino ad oggi danaro, ma la SS. Vergine lo manderà, è necessario anch’esso,

ed essa ci penserà.

 Mi spiace che, per un’incidente, non potrò neanche ajutare don Sterpi e neanche

mandargli il danaro dei viaggi: povero don Sterpi! Vedete se potete ajutarlo voi,

ne scrivo anche a don De Paoli.

 Tu vedi, e insieme con te ogni altro della casa, di economizzare.

È forse la prima volta che, in vita mia, scrivo di proposito su questo.

Intendo non essere frainteso, e perciò mi spiego chiaro.

 L’economia, praticata con un fine retto e santo, è certamente uno dei mezzi più

diretti a farci compiere il voto di povertà, dall’osservanza del quale dipende, in massima

parte, il benessere e l’avvenire della nostra Congregazione, ed il vantaggio delle anime

nostre. Un’economia bene intesa, e fatta con spirito non di grettezza, ma per amore alla


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S. povertà, e per ispirito - (non esagerato però) di privazione, di mortificazione

e di penitenza, può giovare assai a mantenerci quali devono essere i figli della Divina

Provvidenza. Raccomando quindi a te e a tutti una santa economia.

 Lo stato delle nostre finanze è poi abbastanza deplorevole, anzi, umanamente

parlando, disperato. Solo un miracolo della Divina Provvidenza ci potrà salvare!

 Bisogna pregare molto, già si sa.

 Vedi che non parlo solo di Mar de Hespanha, ma, in generale della Congregazione:

io conosco lo stato finanziario di essa molto più di quello che da alcuni si pensi, e ci penso,

ed è un grave pensiero, specialmente perché ci manca il pane per i probandi e per i novizî; -

e non si può aumentare il numero per mancanza di mezzi.

 Ma confidiamo nel Signore, che ci è Padre! Presto dovrò scrivere a tutti, anche a

quelli d’Italia, una lettera che toccherà ancora questo argomento, e dove voglio

raccomandare che anche nei libri, nella carta da lettera, e nel distribuire con troppa facilità

immagini o medaglie, oggi anche assai care, si faccia attenzione al loro prezzo oggi e che

ab assuetis non fit passio: assuefatti a questi regali, non ne fanno più caso, non ne ricavano

più alcun profitto spirituale.

 È mio pensiero di ogni giorno e di ogni ora che si paghi, poco a poco, quel debito che

abbiamo con le suore, dico quel prestito di favore, cioè dato senza interessi:

anche dare solo 200 mil reis al mese,.

 È un sacrificio che, fatto poco per volta, non vi costerà molto, e si fa, - pretendere di

pagare un contos per volta, non ci riuscirete più. Così desidero che ti dia attorno perché

siano soddisfatti i debiti qua e là. Non voglio, per ora, più debiti in Mar de Hespana; non

sono io l’uomo che ha paura dei debiti, ma, oggi, ritengo urgente che la Casa

di Mar de Hespanha non aumenti i debiti, e paghi, poco per volta, quelli che ci sono.

 Desidero che scuota quella ristrosia che talora dimostri nello scrivere, e che,

senza lungaggini né verbosità, mi dia relazione di tutto.

 Per ora non posso muovermi di qui, per ragioni gravi che sarebbe lungo dire.

Non potrò quindi trovarmi per l’apertura dell’anno scolastico; e avrei desiderato vedervi a

Rio prima di partire anche per parlare di questo e di altro, ma tu non mi hai mandato subito

don Casa a S. Paolo, e un po’ la causa sei tu. Che se io fossi giunto a Rio, non il giorno


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stesso della mia partenza, ma solo il dì prima (come avevo combinato), vi avrei telegrafato

con urgenza (vedendo che essi passavano il 2 e si partiva il 2 stesso) e avrete fatto a tempo

a rivedere questi vostri fratelli e noi a intenderci un po’ meglio. Ma sia fatta la volontà

di Dio, che ha permesso così, sia pure con mio vivo dispiacere.

 Tu hai un po’ un difetto: che molte volte mi sembra che ti perdi in piccole cosette:

dalle nostre parti si direbbe: u s’è perdù in tra stupa! si è perduta nella stoppa.

Vedi di emendarti.

 Ho ricevuto le lettere di Bruno e di Stanislao - non posso rispondere: alla mattina

sono più stanco della sera! Bruno vada avanti e faccia le sue materie: Dio lo ajuterà

e pregherò per lui; fagli animo.

 Stanislao, col pensiero dei lebbrosi, non fa intanto oggi quello che oggi deve fare:

che è di mettersi ad imparare alacremente il portoghese. Lo avverti, perché questo è

inganno del demonio, che fa vedere un bene migliore, per tenere sempre

l’anima in inganno.

 Non ho ancora potuto andare dallo zio di Nicodemo: lo farò al più presto.

 Ho molto da scrivere in questi giorni, e vorrei anche mettere le cose un po’ bene qui e

vedere il campo che ci si prepara per i prossimi anni: ho molte proposte da Vescovi e da

altre parti. È necessario che veda tutto, - poi non potrò ritornarci ogni due mesi, come ora.

 Qui abbiamo già qualche buon elemento pel noviziato, e anche sto lavorando

per chiamare qui le suore.

 Se voi altri non coltiverete di più gli orfani e le vocazioni, questi venuti ultimi qui

vi passeranno avanti, e andranno in Paradiso con dei manipoli più copiosi.

 Dove ora dormono gli orfani di Mar de Hespanha, sarà bene serbarla come camerata

per i novizî. Ho visitato i noviziati dei salesiani, dei maristi: che fioritura! che fioritura!

Che buono spirito! I soli maristi hanno più di 170 probandi, e più di 50 novizi, - e pensare

che non prendono la Messa! Ho detto loro la S. Messa; e così ho predicato ai probandi

e novizî salesiani. Come sono stato edificato!

 Domenica, i soli salesiani hanno avuto un’ordinazione di 25 in sacris!

 Andai venerdì a fare loro un po’ di predica per desiderio del loro Ispettore don Iosè

Vespignani. Ho trovato forse un trecento chierici: venivano, con un fervore che mi faceva

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venire la faccia rossa, a farsi scrivere qualche parola sul libro di devozione: io pensavo:

Dio mio, come sono piccolo davanti a queste anime piena di candore e di ardore di Dio! -

 Io spero, prima di lasciare l’Argentina e il Brasile, che la Madonna mi concederà

di aprire qui e a Mar de Hespanha due probandati a modo. Qui facciamo già la vita come

nel noviziato di Bra se non meglio.

 Jeri sono entrati i 100 pesos, e domani, sabato, ottava della nostra venuta qui,

dormiremo già sui paglioni e in chiesa o sul campanile. Viva la Divina Provvidenza!

 Io ti incoraggio molto, caro don Mario, te e don Camillo e i chierici e quando

ci sarà don Dondero, a mettervi bene a posto e con coraggio e con santa letizia a vivere

da veri figli della Divina Provvidenza. Iddio non ci abbandonerà, se siamo suoi

e viviamo da umili e da poveri.

 Domenica ho predicato in Buenos Aires sul Papa Pio XI e fu la prima predica fatta

che si facesse sul Papa in Buenos Aires, subito dopo il solenne Te Deum in Cattedrale.

Io Predicai però nella chiesa degli Italiani, e sono stato contentissimo.

 Pio XI veniva a dire Messa a S. Anna, quando era solo Monsignore e Prefetto della

Biblioteca Vaticana: vorrà bene ai figli della Div. Provvidenza, ci vorrà molto bene:

rendiamocene degni!

 Ecco che dovrei ancora sospendere, per farmi la barba e correre a Buenos Aires per

combinare l’apertura di una casa (per un altro anno) a Mar del Plata (a 500 chilometri) da

Buenos A., luogo di bagni per tutta l’aristocrazia argentina, e centro di socialismo: è una

città in piene mani socialiste. Sarà una casa per i figli dei marinai del porto: un esternato,

dal mattino alla sera: due sezioni: una per bambine che affiderò alle suore della

Michel; tutta roba per i poveri di Gesù Cristo, e quindi molto adatta per noi.

 Pregate! Messis quidem multa, operarii autem pauci! Ma Don Bosco lasciò,

come parola d’ordine: «di fomentare e coltivare le vocazioni».

 Ed io vi dico di più, o cari miei figli: «la nostra vocazione è l’amore al Papa

ed è la vocazione di coltivare le vocazioni, con l’aiuto della SS. Vergine».

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 Vi abbraccio tutti spiritualmente in G. Cr. anche da parte di questi vostri fratelli,

e ti benedico tanto e benedico e conforto tutti.

 Vostro aff.mo in Gesù Cristo e Maria SS.


          Sac. Orione  d. Div. Provv.

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