V029T104 V029P195
Indirizzo preciso (si scriva così:)
Victoria F. C. C. A.
Calle Constitución, 3050
(provincia di Buenos Aires)
da leggersi tutta a tutti riuniti
+ Anime e Anime !
Iglesia de Victoria F. C. C. A.
XIX di marzo del 1922
= festa di S. Giuseppe =
A don Mario Ghiglione e agli altri sacerdoti miei fratelli, e ai cari chierici,
miei figliuoli in Cristo, di Mar de Hespanha
La grazia e la pace del Signore siano con voi, o carissimi fratelli e figli nel Signore, e
che Gesù Cristo e la sua S. Chiesa e pure la umile e nascente Congregazione nostra siano,
per la grazia di Dio, magnificate nella persona di ciascheduno di noi, e non solo nella vita,
che per noi deve essere Cristo, ma siano pur glorificati con la morte nostra, che per noi
equivale a nascere a Cristo, Dio e Redentore nostro.
Dalla lettera, che jeri ho ricevuto da te, caro don Mario, e da quella che Bruno ha
inviato a Iosé, ho rilevato con piacere che tutti state bene di salute, e spero che starete pure
tutti bene di spirito, nella grazia di Dio.
Io desideravo veramente vostre notizie, specialmente dopo tante lettere, e sì lunghe
lettere,
che ho avevo scritto a
te, caro don Mario, a don Dondero e a don Camillo
unitamente ai chierici, lettere indirizzate, è vero, or all’uno e or all’altro, ma che trattavano
tutte
argomenti interessanti per
tutti, come per
ciascuno, e che s’intendevano evidentemente, (almeno in
alcune parti) dirette
rivolte a tutti, come è per tutti la presente,
benché diretta a don Mario, - onde ti incarico di leggerla a tutti, riuniti nel Signore.
Anzi la terza lettera - quella diretta a don Camillo, pregavo che venisse poi inviata,
per raccomandata, alla Casa de Preservacão di Rio, come spero avrete già fatto.
Gradirò però, caro don Mario, di esserne assicurato, come gradirò altre lettere
enotizie e da te e da ciascuno.
Sono lieto, caro don Mario, delle notizie che mi dai sull’andamento della parrocchia come della missione, che si aprirà a giorni, e ancora nel mese di S. Giuseppe.
Noi ci uniremo a voi in ispirito e pregheremo tutti pel buon esito di essa.
V029P196
Mi spiace che le famiglie di Mar de Hespanha pare non approfittino delle scuole
nostre per inviare i loro figli, e che i vostri alunni siano così pochi.
Certo che, se nella città ci fosse stata più buona stima dell’Istituto, questo fatto non
sarebbe avvenuto, e piuttosto che spendere per mandare i figli in collegî lontani, li
avrebbero sempre messi da noi, dato anche che la tangente fu ridotta a quanto gli alunni
pagavano mensilmente per frequentare l’anno scorso l’Esternato Mar de Espanhense.
Comunque, noi ci volgiamo solo indietro, non per fare recriminazioni, ma per
umiliarci e per sentirci tutti, chi più e chi meno, in peccato, e per trarre insegnamenti
efficaci per l’avvenire, sul modo di condurci, e ciascuno per conto suo cerchi di elevare
il buon nome della casa e di metterla in onore.
Ora, prima di tutto, ringraziate Iddio di aver almeno un alunno, e, fin che avremo
un
anche un solo alunno, farete sempre scuola regolarmente
come se ne aveste 100.
Questo
farete per la I classe, ma anche vi dico che se aveste anche
pure un solo
alunno di 2da, fate la 2da, regolarissimamente.
Passato questo mese, non si ammetta più nessuno: le iscrizioni siano chiuse
irrevocabilmente; e se per un’ipotesi non ci restasse nessuno, fa nulla: mi avvertirai e darò
altra destinazione al personale che restasse libero: noi abbiamo fatto quello che dovevamo
per stare ai patti, e basta.
Ma, finché ce n’è uno di I o uno di 2da, si faccia scuola regolarissimamente, e
avanti! Avanti in Domino, et nolite timere pusillus grex, quia complacuit Patri vestro dare
vobis regnum!
Noi non dobbiamo prendercela con la popolazione di Mar de Hespanha, perché la
colpa siamo noi dobbiamo invece trarre argomento per umiliarci noi, ma al tempo stesso
non dobbiamo avvilirci: dobbiamo evitare gli errori passati, e raccomandarci al Signore che
ci dia grazia di riparare e di fare un po’ di bene alla gioventù di codesta città.
Ciò che preme è che non si facciano altre spese o debiti per Mar de Hespanha, ma
che si vadano estinguendo, poco a poco, i debiti che ci sono, con quanto produce la terra
o rende la parrocchia.
Nella lettera che ho rivolto a don Dondero contro i debiti voi avete determinate le
norme da seguire. Solo vi prego di obbedire, e che lo facciate con spirito di vera e di umile
disciplina religiosa e per l’amore di Dio benedetto.
Non
posso ora dirvi di più, né tutti i motivi di queste disposizioni,
ma e sento che
sarebbe anche un offendere il vostro spirito di buoni e di disciplinati religiosi se stessi
V029P197
qui a portarvi delle ragioni.
Siate felici di fare l’obbedienza, e siate sicuri che Dio benedice sempre non chi fa di
sua testa, ma l’anima che docilmente compie la volontà del Signore in quella del Superiore.
Io
Ho ricevuto jeri un telegramma di don
Sterpi in cui dice che urge il mio ritorno.
Egli avrà entro questi giorni una mia lettera che gli dà spiegazione del ritardo e del mio
trattenermi qui sino ai primi di aprile. Tuttavia già gli ho risposto che mandi altro
telegramma se proprio fosse subito, indispensabile la mia partenza.
In questo caso difficilmente potrò venire più a Mar de Hespanha, e vi avvertirò,
anche telegraficamente, del mio passaggio a Rio, dove amerei tanto rivedervi tutti, benché
preveda che questo sarà impossibile.
Vuol
dire che sarà un sacrificio che io e
voi faremo per l’amore di Dio e da una parte
e dell’altra. Però io sento in questo momento nel mio cuore nascere una grande fiducia: voi
farete subito una novena alla nostra madre della Divina Provvidenza perché tenga lontane
le disgrazie dalle nostre case, e onde mi voglia concedere la grazia di poter passare a
rivedervi a Mar de Hespanha.
Ora
mi è assai dolce in questa solennità di S. Giuseppe che
il quale non solo è
Patrono Universale della S. Chiesa, ma è anche speciale Patrono della minima nostra
Congregazione, di nominare, come nomino, a Superiore, dei Figli della Div. Provvidenza,
sia dell’Argentina che del Brasile, il vostro fratello in Cristo sac. Giuseppe Zanocchi, il
quale farà le veci mie, o di chi mi succederà nel governo della Congregazione, sino a
che non sia da me o dal mio successore disposto diversamente. E così faccio come a
principio fecero i salesiani, anzi come fece lo stesso Ven.le Don Bosco, il quale, a
principio, mise un Superiore unico sia per l’Argentina che pel Brasile. -
I gesuiti dell’Argentina fino a due anni fa dipendevano in tutto dal provinciale
della Spagna.
Il
Don Gi don Zanocchi è
da voi tutti personalmente conosciuto e meritamente
stimato per la sua prudenza, pietà, mitezza di spirito e scienza di Gesù Cristo: egli è il più
anziano di voi e per età e per sacerdozio, e vi farà da vero e da buon fratello maggiore.
È
inutile che vi dica che Don Zanocchi
egli gode di tutta la mia fiducia dal momento che
appunto
pur con sacrificio di molto bene e di molti interessi in Italia l’ho
voluto appunto
chiamare in America perché fosse qui il rappresentante della Congregazione,
e come il don Sterpi dell’America.
V029P198
Egli, del resto, gode tutta la stima di quanti conoscono le sue virtù, e meritamente fu
eletto a membro del Consiglio Direttivo della nostra Congregazione dal voto dei suoi
fratelli sacerdoti. Gli assegno, in qualità di segretario, don Giuseppe Montagna, il quale,
siccome
segretario già del Consiglio centrale, per la votazione da lui
riportata, si trova più
al
corrente di qualsiasi
di molte cose che interessano la vita e il governo interno della
piccola
Congregazione. Il don Zanocchi avrà la sua residenza qui a Ca
Iglesia di
Victoria
F. C. C. A. Calle Constitución 3050 (provincia di Buenos Aires).
Questo indirizzo sia dato a tutti i membri della Congregazione, onde ciascuno sia
libero di potergli scrivere. A lui vi rivolgerete, da oggi in avanti, come sin qui avete fatto
con me. E ciascuno poi, sacerdote o chierico, farà con lui il suo rendiconto per iscritto, e
in busta chiusa entro altra busta parimente chiusa con iscritto: Riservata. E ciascuno ponga
nel don Zanocchi ogni fiducia in Domino, che egli è tale che ben se la merita.
«La confidenza verso i propri Superiori è una delle cose che maggiormente giovano
al buon andamento di una Congregazione, ed alla pace e felicità dei singoli religiosi».
Così scriveva il Ven le Don Bosco ai suoi.
E San Francesco di Sales dice: «Ogni mese ognuno aprirà il suo cuore
sommariamente e brevemente al Superiore, e con ogni sincerità e fedele confidenza gli
aprirà tutti i segreti, colla medesima sincerità e candore con cui un figliuolo mostrerebbe a
sua madre le graffiature, i livori e le punture che le vespe gli avessero fatto. Ed in questo
modo, ciascuno darà conto, non tanto dell’acquisto e progresso suo, quanto delle perdite e
mancamenti negli esercizî dell’orazione, della virtù e della vita spirituale; manifestando
parimenti le tentazioni e pene interiori, non solo per consolarsi; ma anche, e più, per
umiliarsi. Felici saranno quelli che praticheranno ingenuamente e divotamente questo
articolo, il quale in sè ha una parte della sacra infanzia spirituale tanto raccomandata da
nostro Signore, dalla quale proviene ed è conservata la vera tranquillità dello spirito».
E il rendiconto si farà ogni mese; e chi poi è Superiore di qualche casa, insieme col
suo rendiconto personale, farà anche il rendiconto morale e materiale della casa che dirige,
e del personale nostro addetto. Ogni sei mesi si mandi da ciascuno la fede di confessione
rilasciata dal proprio confessore.
V029P199
Avverto che il don Zanocchi non solo è mio rappresentante per la parte religiosa e
presso le Autorità della Chiesa, ma anche per ogni altro ordine di interessi, egli viene
nominato mio procuratore generale agli effetti di qualunque atto legale sia qui che in
Brasile, affinché possa esercitare il suo mandato come si conviene a chi fa e deve poter fare
in tutto da rappresentante mio e della Congregazione.
È in sua facoltà, quando credesse, di farsi rappresentare o dal suo segretario o da altri
pel più pronto disbrigo degli affari, e di rilasciare deleghe o vere procure legali particolari,
caso per caso.
Ecco dunque, o cari miei sacerdoti e chierici, che, avvicinandosi il giorno della mia
partenza dall’America, vi lascio nel mite don Zanocchi, più che un Superiore - (benché a
vostro Superiore intenda di veramente costituirlo) - vi lascio questo vostro fratello
maggiore, il quale vi farà da padre in Gesù Cristo più che da Superiore.
E come padre in Cristo abbiatelo tutti, amatelo tutti, veneratelo tutti, e preghiamo
tutti per lui, onde Iddio lo assista in modo speciale.
Anche di lontano, dalle notizie che egli mi manderà di voi, e che voi stessi potrete
direttamente sempre mandarmi, come desidero, possa io sempre trovare in voi, o cari miei
figliuoli, ogni ragione di conforto. Possa sempre trovare in voi ogni ragione di conforto il
don Zanocchi, motivi di conforto dico e non di lacrime.
Siate forti nella umiltà, nella disciplina dell’obbedienza e nella concordia di Dio!
Formate con lui un cuor solo e un’anima sola e ajutatelo a portare la croce che gli metto
sulle spalle, ajutatelo con la vostra preghiera, sempre uniti, sempre pronti a soffrire con lui.
Per l’amore di questo spirito di unità Iddio mi ha dato grazia di soffrire qualche cosa
anche al Brasile, e altri patimenti mi aspettano, e aspettano anche voi, o figli fedeli e umili,
ma fede e coraggio! queste sono le prove dell’amore di Dio, e un giorno Deo adiuvante,
glorificheremo Gesù Cristo insieme, e lo benediremo in eterno per le sue misericordie
sopra di noi! ah io non voglio dubitare che tutti vorrete perseverare nella orazione e, per
l’orazione , nella vocazione celeste, cui Dio vi ha chiamati, con una vita esemplarmente
pia, povera, sacrificata per l’amore di Cristo benedetto, - con una vita veramente degna di
V029P200
figli della Div. Provvidenza.
Umiltà vera e rinnegamento di noi stessi: pietà viva: obbedienza piena e allegra:
esattezza nelle pratiche della vita religiosa: spirito di temperanza e di mortificazione:
santità di vita: amore al lavoro e al sacrificio: carità, carità, carità tra di voi - divozione alla
Madonna e al Papa: cura fraterna dei fanciulli: ah! così facendo, nessuno di voi avrà il
rimorso di avere afflitto il cuore di Gesù e di avere fatto bagnare di lagrime i passi dei
vostri Superiori e di questo buon servo di Dio che vi lascio per padre.
Non per aver io trovato in alcuno di voi qualche motivo di dolore e di pianto
profondamente sentito, né per conoscere in alcuno di voi delle manchevolezze, di cui io
forse
sono la causa col mio mal esempio o
alcun che di biasimevole.
Vi scrivo, o miei figli carissimi in Gesù Cristo, queste cose; ma per dovere mio di
padre nel Signore, e perché voglio mettervi in guardia, come figliuoli più che carissimi,
prevenendo le insidie del demonio e del nostro amor proprio.
Il mio affetto in Gesù Cristo per voi, e per ciascheduno di voi, trabocca, ed è
indicibile la gioia che provo nell’affaticarmi con la divina grazia ad edificarvi e a
corrobarvi nello spirito di nostro Signore Gesù Cristo, e perché, alimentati dalla Eucaristia,
che
la quale è fonte e vincolo di unità della Chiesa e dei cuori
nostri, perseveriate nella
vocazione comune, come nella comune carità, come nella comune vita religiosa di
preghiera, di lavoro, di sacrificio, per l’amore di Gesù Cristo benedetto.
Non dubito che questa mia lettera sarà ascoltata, per la grazia di nostro Signore, dal
vostro cuore aperto di figli, con umiltà, con carità e buono spirito da tutti, affinché essa non
debba far testimonianza contro alcuno di voi, ma invece vi ajuti, ad essere tutti, tutti di Dio
e
della sua S. Chiesa, e a formare con
Cristo nella Chiesa e con la Chiesa il corpo mistico
di nostro Signore Gesù Cristo. E questa è la mia preghiera di ogni giorno e per me e per
voi: che formiamo una cosa sola con Nostro Signore nella fraterna unità degli animi e dei
cuori. E poiché potrebbe - malgrado il vivissimo mio desiderio - verificarsi che io non
possa più venire a Mar de Hespanha, né possa più parlarvi a tutti riuniti, così vi dico ora
che, avendo già da tempo manifestato al don Dondero certo mio progetto, - del quale ho
V029P201
pure
scritto e parlato pure
con Mg.r Arcivescovo dom Silverio, e ne ho avuto approvazioni,
conforti e benedizione, - progetto, dico, di certo lavoro per le anime e le vocazioni dei neri
e delle nere, - così, dovendo don Dondero attendere a detto lavoro, nomino te, caro don
Mario, a Superiore di codesta casa e Istituto di Mar de Hespanha, e prego Iddio
e la SS. Vergine che ti assistano e ti benedicano.
Cerca di dare buon esempio, e di essere più il padre che il Superiore di tutti.
Il buon spirito della nostra cara Congregazione dipende specialmente dai Direttori delle
case: ogni Direttore deve risplendere omnibus qui in domo sunt.
Buon esempio e spirito di fede, di speranza, di carità: puntualità puntualità puntualità nelle
pratiche della vita religiosa: amore al lavoro, alla temperanza, alla santa virtù, alla
mortificazione, alla povertà, alla obbedienza ai Superiori e alle regole: insomma ogni
Direttore deve poter alzare la fronte davanti a tutti i suoi confratelli, e poter dire loro non a
parole, ma a fatti: imitatores mei estote!
Pregherò ogni giorno per te, caro don Mario, con una speciale preghiera.
Se non potessi più voltare per Mar de Hespanha, amerei almeno rivederti nelle poche ore di
passaggio a Rio de Janeiro, e molto desidero rivedere e poter parlare a don Dondero delle
cose di cui lui già sa, - tanto più che ho saputo che venne nominato un Arcivescovo
coadiutore con diritto di successione a don Silverio, e allora bisognerà bene intenderci.
Era cosa da me preveduta, come dissi a lui, ma non me l’aspettavo così presto, - un
presentimento però ce l’avevo, e per questo amavo sollecitare quella certa pratica per cui
mi fermai a Mariana.
Don De Paoli mi scrive che è stato a Queluz, e che è necessario pagare i loro otto
conti alle suore, poiché urge loro impedire che la casa di Queluz rovini, ed egli sa che le
suore si trovano senza danaro. Solo per Queluz ci vorranno, dice, un 30 contos.
Anche a me preme assai assai assai che si dia loro un acconto almeno, tanto più che a
Giugno verrà in Brasile Monsig.r Capra, e vorrei che almeno una metà - (se proprio non si
può tutto) già fosse pagato.
Dunque bisogna pregare, e poi vedere di fare tutto il possibile: tutte le spese di
dubbio
risultato si sospendano, e basta con i debiti! Ripeto: che
non si faccia più nessuna
spesa per la Casa di Mar de Hespanha, e si facciano le più grandi possibili economie.
V029P202
Tutto ciò che si avanza di quanto si ricava dai prodotti o dalla parrocchia, non si
devolva ad altro che a pagare i debiti. Tieni una regolare contabilità, e incaricane qualche
chierico: ogni casa deve avere bene in ordine il suo Registro di contabilità: su questo
punto io non ebbi soddisfazione nella visita di Mar de Hespanha perché non mi furono dati
i conti da tutti, come era loro dovere, venendo appositamente anche per questa partita il
Superiore dall’Italia. Dei debiti fatti non ho avuto tutte le pezze giustificative.
Caro don Mario, io ti prego di non offenderti, ma devo dirti in anticipo - e tu leggerai
questa lettera mia a tutti, perché ciò che dico per te lo dico per tutti, - che io non potrò
giustificare
nessuna spesa, sia
fosse pure relativamente minima, se non vi attenete ai criterî
che vi ho dati nella lettera scritta a don Dondero contro i debiti.
Si stia all’obbedienza: non voglio che soffriate, ma tutto il risparmiabile, si risparmi,
e si paghino i debiti.
E vi esorto a fare delle preghiere alla SS. Vergine della Divina Provvidenza e a San
Giuseppe a questo scopo. Abbiate umile fede e Dio non vi abbandonerà! E che la nostra
fede e la nostra carità abbondi di più in più, onde essere degni del nome di Figli della
Provvidenza del Signore, - e che colui, che ha incominciato in noi l’opera buona, nel darci
una sì grande vocazione, la conduca in ciascheduno di noi a compimento fino al giorno di
Cristo Gesù.
Io vi ho e vi porterò sempre nel cuore tutti, per la grazia che mi dà nostro Signore, e
prego la SS. Vergine, madre e celeste fondatrice dei Figli della Div. Provvidenza, e il
nostro glorioso Patriarca San Giuseppe, che tutti possiamo sempre vivere di Cristo e patire
qualche cosa con Gesù crocifisso, e che la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza,
custodisca i nostri cuori e i nostri pensieri: e la vita nostra, insieme con la vita della piccola
nostra Congregazione, sia solo Cristo Gesù e la sua Chiesa!
Noi potremo ogni cosa solo in colui che ci conforta!
Siate forti nell’umiltà, nelle pratiche della vita religiosa e nella concordia fraterna,
che è la concordia di Dio!
Vi saluto e vi abbraccio tutti spiritualmente in osculo Christi, e benedico a tutti e a
ciascuno in plenitudine gratiae et in plenitudine benedictionis, e vi metto nel cuore di
Gesù e nelle mani della Madonna della Div. Provvidenza
V029P203
Pregate per me sempre!
Vostro come padre in Xsto
Sac. Orione della Div. Provv.
P. S. Spedisco questa lettera che è la festa di S. Benedetto, 21 marzo, giorno in cui venne
approvata la nostra Congregazione.
Tutti i vostri fratelli di qui vi salutano.
Qui abbiamo già anche un oratorio festivo con una 60na di giovani e cinque o sei
vocazioni, tutti figli di italiani.
¨