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[Al M. Rev.do

Padre Mario Ghiglione

Vigario a (Minas Geraes)

Mar De Hespanha (Brasile)]


 +        Anime e Anime !

         Tortona, il 24 sett.bre 1924


 Caro don Mario,


 Grazia, pace e conforto da nostro Signore Gesù Cristo!

 Come ho scritto jeri a don De Paoli e a don Casa, così anche a te ho il piacere di

annunziare l’arrivo di due sacerdoti nostri. Essi partono di qui entro ottobre, e vi avvertirò

del piroscafo che prendono. Vengono, in verità, in quattro sacerdoti, due però proseguono

per l’Argentina. Sono tutti ottimi e sicuri elementi, religiosi con voti, pieni di buono

spirito, e desiderosi di salvar anime.

 Sono tutti due giovani, quelli che vengono in Brasile e robusti; di quelli che vanno in

Argentina, uno è già un po’ anziano, ma robusto, - e questi sa già parlare lo spagnolo.

 Siccome mi scrisse don Casa una lettera catastrofica nel mese di giugno, ove diceva

che Mg.r Arcivescovo chiedeva altro personale e gli aveva dato un breve termine perché

abbandonasse San Paolo - (non capisco cosa deve avere detto o fatto per meritare un sì

grave provvedimento) - così è urgente che don Alferano vada a sostituire don Casa

a San Paolo o ad ajutarlo, - come ho scritto a don De Paoli.

 Il don Casa dice di far presto presto, e che forse non si giunge più a tempo a salvare

la posizione presa a S. Paolo. In verità mi rincrescerebbe perdere quella posizione

che ha un avvenire importante. Bisogna tutto fare per salvarla.

 Quindi bisognerà forse che tu intenda subito con De Paoli, - cedere a don De Paoli

il don Camillo che ora saprà parlare portoghese, e prendervi tu uno dei due sacerdoti

che ora vengono e l’altro sacerdote se lo tenga don De Paoli a Rio; così dandogli anche

don Camillo, ecco che potrà mandare don Alferano a sostenere la posizione di San Paolo.

 Questo vale sempre, anche non si sia più alla Casa de Preservação.

 Per ora non posso mandare che questi quattro sacerdoti, ed è già un sacrificio non

piccolo; ma entro l’anno avremo l’ordinazione di parecchi altri sacerdoti e vi potrò dare

altro ajuto. Ho scritto a don De Paoli che vada a S. Paolo, che parti con Padre Faustino a

S. Antonio a Rua Direita per sapere la verità e lo stato reale della situazione di don Casa.

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 Ma se don De Paoli, per ragioni dell’urto con Mg.r Arcivescovo per le suore della

Madre Michel, proprio non potesse andarci, - ci andrai tu, rompendo ogni indugio.

Quindi intenditi subito subito su tutto con don De Paoli, e combinate di andare o l’uno

o l’altro. Sarà bene che tu mandi questa stessa mia a don De Paoli, - così egli vedrà che

dandogli tu Camillo, gli è più facile cedere don Alferano.

 A S. Paolo bisogna mandare un sacerdote che già sappia il portoghese:

così eravamo già d’accordo con quell’Arcivescovo.

 Ho risposto in luglio, ma da don Casa non ebbi più lettere; penso che, nel trambusto

della rivoluzione paulista o non gli avranno consegnata la mia o sarà andata perduta

la sua lettera. Non so quindi più nulla di lui.

 Bisogna andare a vedere cosa è capitato: se è che non vogliono più lui, o che

vogliono anche altri in suo ajuto. Per ora non si può dare che don Alferano, è l’unico che

può fare da parroco, e che sa il portoghese. Se dovesse restare là solo don Alferano,

bisognerà pensare a mettergli ai fianchi qualcuno che gli faccia da mangiare.

 Vedere se c’è ancora la casa che don Casa aveva comprata vicino alla chiesa, o se

l’avesse già venduta. Se appena appena può andarci don De Paoli, sarà meglio, - perché

egli conosce già poco o tanto la città, e persone e cose. Anche con sacrificio,

ma bisogna subito provvedere a non perdere la posizione presa a San Paolo.

 Qui stiamo bene, eccetto don Ferretti che fu malato grave, ed è in convalescenza.

Non potrà più andare a Caorle dove c’è la malaria, che ha rovinato anche don Saroli,

il quale era là come vice-parroco. - Ora però don Saroli s’è rimesso.

 Il non scrivervi non è dimenticanza né mancanza di affetto nel Signore: è solo

impossibilità dolorosa di darvi l’ajuto di che bisognate. Ci siamo trovati in penosissimi

momenti, ora pare che Iddio ci conforti e ci dia un po’ di sollievo.

 E Deo gratias! Eravamo sul calvario. Avrei mandato anche qualche chierico con i

sacerdoti, ma vedo che è meglio farveli sacerdoti e mandarli già pronti a dare ajuto.

 È stato qui Mg.r Arcivescovo di Montevideo, e fu anche a Venezia: ho dovuto

promettergli due sacerdoti e un fratello coadiutore per aprire una casa a Montevideo.

Sarà entro un anno.

 Se don Casa dovesse venire via da S. Paolo e non volesse fermarsi in Brasile,

potrebbe andare con don Zanocchi a Victoria.

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 Però, se fosse ancora a nostra disposizione l’offerta che venne fatta a Campos, e di

cui mi ha scritto un anno fa circa don De Paoli, - vedete se don Casa non fosse meglio che

andasse ad iniziare la fondazione di Campos. Vuol dire che egli darà l’inizio,

e poi manderò altri a continuare l’opera. Tutto questo è bene che sappia don De Paoli.

 Queste cose non le ho scritte a don De Paoli, - perché mi vengono in mente ora.

 Spero che tutti starete bene, e sempre vi porto sull’altare ad ogni Messa con me.

 Vi conforto e benedico nel vostro lavoro, nei vostri sacrificî,

nelle opere del vostro zelo e ogni santa iniziativa.

Tutti vi salutano i fratelli di qui e insieme con me ti abbracciano in osculo Cristi,

e nella santa Madonna.

 Ti benedico e in te benedico e conforto tutti aff.mo.


           Don Orione  d. D. P.


 P. S.  Dirai a don Camillo che scriva alle sorelle, ma sul serio e subito. Coraggio!

 Don Semino fu qui e ti saluta cordialmente: sta bene, ma oramai è tutto tutto bianco

in testa.

 Benedico e conforto particolarmente Bottini e i chierici. E avete dei probandi?



            = settembre =

 +                24 a sera


 Poscritto = Vedi che proprio stamattina ho scritto una raccomandata a don De Paoli,

ma essa fu indirizzata a Rua Francisco Eugenio 228, perché io, fino ad un momento fa,

ho ignorato che vi siate ritirati dalla Casa del Preservação.

 Solo dopo avere scritto a te ora, mi viene consegnata la una lettera di Bottini

a don Sterpi dove si dice che vi siete ritirati dalla Casa del Preservação.

Nessuno mi hai scritto nulla di questo, né io ho ricevuto lettera dal dottr Eneas,

che si riferisse alla situazione di Mar de Hespanha, come scrive Bottini.

Ora bisogna subito che tu avverta don De Paoli che vada a ritirare alla Casa

del Preservação la lettera a lui diretta, che - come potrai comprendere - è di indole delicata

e non vorrei che andasse perduta o fosse aperta da terze persone. Si riferisce alla situazione

di don Casa e a quell’Arcivescovo.

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 Comunicherai al Bottini che ho letto or ora la sua lettera, diretta a don Sterpi, e che

lo ringrazio. Da Bottini non ebbi, in tutto, più di 6 lettere, e tutte nel 1923: nessuna nel

1924. E gli dirai che Iddio solo conosce le ore e i momenti, ma che l’ora di Dio

verrà anche per lui, e spero presto, e sarà ora di vera misericordia.

 Che la Madonna la affretti!

 Bisogna che egli preghi, e continui nel bene incominciato.

 Rinnovo a te e a tutti conforti e benedizioni nel Signore.

 Tuo aff.mo


          Sac. Orione  della Div. Provv.

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