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+ Anime e Anime!
Rio, mercoledì, 14 aprile 1937 ore 12
Caro Padre Mario e cari tutti i miei figli in Xsto
e fratelli, i sacerdoti, della Casa di S. Paolo,
La pace sia con voi!
Ho ricevuto jeri il giornale «Il legionario», e la consaputa analisi, e ringrazio.
E vivamente ringrazio tutti e ciascuno di voi, o miei cari, della cordialità grande, con cui
mi avete accolto e trattato, pur con tutte le noie e del mio carattere e della mia vecchiaia.
Il Signore vi ricompensi di tanto vostro filiale amore, e del conforto che mi avete
dato, - che non dimenticherò. Continuate a dare alla Chiesa e alla Congregazione delle
consolazioni, e avrete su di voi e sulle vostre fatiche e sacrificî la benedizione di Dio.
E passo ad un argomento delicato e riservato.
Voi ora sapete in quali gravi strettezze e urgenti necessità versa la nostra
Congregazione, - non la dimenticate! La congregazione è la vecchia madre che ha
cresciuto tutti, - ora essa ha bisogno di voi, - cercate di aiutarla quanto più potrete,
sospendendo ogni vostra spesa, che non sia di vera necessità e urgenza: - non cominciate
lavori nuovi, sino a che non sia passato questo momento tanto tanto critico per le case
d’Italia e per la Casa Madre e capo della Congrega.ne: «si caput dolet, omnia membra
dolent». Sarebbe molto doloroso per me se, ritornando, dovessi dire: S. Paolo, la città più
ricca del Brasile, dove c’è la colonia più numerosa e ricca di italiani, e dove è il maggior
numero dei nostri preti in Brasile, San Paolo ha dato meno di tutti!
Pensate che solo i due chierici brasiliani che, da anni, manteniamo in Italia per
formarli a spirito di sola pietà e a dottrina sana e forte e poi mandarli qui al Brasile,
costano, in media, 500 lire al mese caduno, e considerate da quanti anni già li manteniamo.
Io non so bene che contributo si sia impegnato di dare per essi codesta casa, e se poi, in
realtà, lo abbiate dato. Ma ora non si tratta solo di ricordarvi questo, ma di farvi presente i
più urgenti bisogni della Casa Madre, la quale deve fare fronte al debito forzoso e a tante
altre tasse, nonché al mantenimento vestiti e libri di più di mille persone,
solo tra chierici e probandi. Vi sarò molto grato dei sacrificî che farete.
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Io passerò verso la fine di luglio.
Avrei bisogno che don Martinotti venisse qui prima di domenica, fosse possibile
venerdì mattino. Ho dimenticato lì una statuetta bianca, mandatami dalla Abbadessa,
non l’ho più vista; trovandola, don Martinotti me la porti, ché gradirei averla.
Oggi o domani manderò un plico urgente - sono le cartoline di S. Paolo da spedirmi
di lì, subito, - se no arriverò a Bs. Aires prima io delle cartoline.
Domenica vestirò un chierico, - spero bene.
Jeri ebbi una lunga, cordialissima udienza da sua Emin.za il Card. dom Sebastiano
Leme: ha approvato pienamente che facciamo il Santuario alla Madonna di Fatima, e che
se ne pubblichi un bollettino mensile: ha dato consigli e suggerimenti preziosi,
e se ne è mostrato entusiasta.
Ora si deve lavorare per avere l’area con casa annessa, e si avrà, se avremo fede
e fiducia nella Div. Provv.za e pregheremo la Madonna SS. -
Raccomandate anche voi altri la cosa.
Saluto, conforto e benedico te, don Mario e tutti e ciascuno di gran cuore.
E dom Duarte non è ancora venuto a S. Paolo? E tu, don Mario, lo hai visitato?
Io non gli ho ancora scritto, aspettando di sapere se lo hai visitato. -
Gradite i saluti in Xsto di questi vostri fratelli.
Aff.mo v/
Sac. G. Luigi Orione dei figli della div.na Provv.za
Caro don Martinotti, avrei bisogno che, se non lo avessi ancora fatto, tu,
prima di lasciare San Paolo, scrivessi per avion al sig.r Sergio Gentile, come ti ho pregato,
ma una lettera da commoverlo. Hai capito? Su, animo!
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