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          Anime e Anime !

          Tortona, il 30 / XI / [1]929


 Caro Marengo,


 La grazia del Signore sia sempre con noi!

 Ho avuto stamattina la gradita tua, e ti ringrazio di questo tuo aprirti con me,

anche su le intime cose de’ tuoi cari genitori. Non ti so dire quanto mi piaccia il tuo amore

e quella, direi, specie di culto che dimostri, che senti per tuo papà e per la mamma.

 Io desidero tenere desti, in tutti che stanno con me, i santi affetti della famiglia,

e mi consolo ogni qualvolta rilevo l’amore de’ miei per i loro cari. Questo piace a Dio!

 Stavolta non ti posso scrivere a lungo, perché ho proprio una montagna di lavoro,

e, per di più, sto predicando ai novizi gli esercizî sp.li.

 Dirò a te un pensiero buono, traendolo da quanto ho predicato jeri.

- Jeri dunque ho parlato loro della necessità di una vita di vivissima fede.

Penso che se in un’anima è viva la fede, quando anche s’avesse a deplorare

qualche difetto, non tarderà ad emendarsi, e farà passi da gigante (più forte è la fede)

nella via della perfezione; - e diverrà strumento atto a procurare la salvezza di molte anime.

 Bisogna che noi operiamo in noi, e lavoriamo a bene dei fratelli sempre

e unicamente guidati dallo splendore della fede.

 Per la Fede la ragione si illumina delle verità che Dio ha rivelato, si eleva al disopra

delle umane cose, assorge a maggior conoscenza di Dio, e diventa suscettibile e capace

di una vita che molto ci avvicina, se pur non assomiglia a quella dei Beati del Cielo.

 Chi vive vita di fede, è come partecipe della natura divina, secondo la espressione

di S. Pietro: «divinae consortes naturae». Oh! figlio mio, quanto noi dobbiamo esser

grati a Dio che, nel Battesimo, ha infuso in noi i germi di questa vita,

più angelica che umana!

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 E la Chiesa continuò l’opera di Dio svolgendo in noi quei germi!

E la tua mamma specialmente, e la tua famiglia cristiana, ha reso più facili, direi,

e più efficaci gli insegnamenti della Chiesa; e ne continuò l’opera, crescendo in te,

al suo soffio caldo di amore materno e di fede, non più i germi, ma la vita stessa

della fede, e della fede cresciuta e vissuta.

 E mentre tu eri, poi, in molti pericoli di perderla, e tra le tenebre,

che potevano asfissiare in te la vita cristiana e portarti in caliginoso loco,

- la preghiera silenziosa, ma fervida e fidente in Dio di tua mamma, la sua bontà,

il suo esempio, la sua vita piena di delicatezza e di religione, ti ha portato, o figlio mio,

ad essere quello che, per divina grazia, tu sei, e a mantenerti, fra tanti pericoli e insidie,

come ti sei serbato. Eh! bisogna che tu lo dica a cuore aperto alla tua mamma,

quanto la ami! e quanto senti di doverle! E questo tuo povero prete ti aiuterà

a pregare il Signore che te la conservi, e perché tu non viva che per Iddio e la Chiesa,

e poi... poi per la tua mamma! Per la tua mamma che, se ti è stata mamma e maestra

in tante e tante sante cose, sovratutto mi pare ti sia stata mamma e maestra di fede,

nella vita della Fede!

 Non puoi immaginare la felicità che io provo nel pensare che, tra qualche settimana,

tu andrai a rendere felice e a prolungare la vita di tua mamma.

 La vita religiosa che, secondo alcuni, i quali non la comprendono, o non la sentono,

non la vivono quale essa è, quale essa debb’essere,- la vita religiosa, dico, che agli occhi

de’ mondani ha la parvenza di alienare l’anima dei figli dai genitori, è, invece,

quella che unisce più strettamente i figli ai loro cari, e trasforma ciò che,

nei più dolci affetti di famiglia, vi può essere di umano e di sangue - in santo e spirituale

e soavissimo amore.

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 Ma devo finire, perché viene l’ora della predica, - e torno alla fede.

«Iustus ex fide vivit», è Paolo che scrisse così, il tuo santo. Sforzati, figlio mio,

di rendere la tua fede così pratica che essa influisca su ogni tuo pensiero,

su ogni tua parola, su ogni tua azione, sicché si possa dire di te ciò che S. Paolo

ha detto dell’uomo giusto: «iustus ex fide vivit».

Vivi di fede! di fede piena, di fede perfetta, di fede grande! - di quella fede

che trasporta le montagne, che sta forte, che è forte della forza stessa di Dio! Vita di fede!

spirito di fede! Opere di fede! Oh la fede del Beato Cottolengo! Ne aveva

più che tutta Torino, diceva il filippino suo confessore. «Fede, fede, ma di quella

diceva il Cottolengo.

 Coraggio, figlio mio, - ravviviamo in noi la fede! e non finiamo di chiedere

al Signore che la accresca in noi: «ad auge nobis fidem

 E risuscitiamola o ravviviamola nei nostri fratelli, o perché ritornino a vita

o vivano di una vita più copiosa e più alta, secondo la parola di Gesù:

«veni ut vitam habeant, et abundantius habeant

 Ti abbraccio in ispirito, figlio mio, e ti prego le più abbondanti grazie e benedizioni!

 Prega sempre pel tuo aff.mo come padre in X.sto e nella Santa Madonna.


         Don Orione  d. D. P.

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