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         Tortona, 24 gennaio 1930


 Caro Paolino,


 Grazia e pace da n. Signore!

 Ho ricevuto e gradito le tue lettere, anche l’ultima del 23 corr.

 Sì sono più che contento che tu vada alle nozze del tuo antico compagno di scuola;

e, se crederai, dacché sei a Pisa potrai fare anche una corsa sino a rivedere la mamma

e le sorelle. Però ora vorrei che tu attendessi con molto impegno allo studio,

da poterti trovare a posto e preparato per gli esami.

 E dacché vedo che hai dato L. 1.000 a Carpigiani, per non impressionare

troppo la mamma con la richiesta di troppo danaro venendo, ti darò io il danaro

che potrà occorrerti.

 Non temere la Divina Provvidenza c’è, e come! Però prevedo un ritardo a venire,

perché c’è un nostro sacerdote a Mursecco, oltre Ceva, che è grave, e vorrei fare un salto

a vederlo: sto attendendo un telegramma che deciderà della mia andata:

si chiama don Antonio Tricerri, ed è avanti assai negli anni.

 Fatelo sapere ai nostri sacerdoti perché preghino e pregate anche voi altri.

 C’è anche il can.co don Perduca, che non è grave, ma non può celebrare

e non va niente bene, miglioramento non ce n’è.

 Pregate, sarebbe una vera disgrazia per la n/ Congregazione.

 Avvertite ad Ognissanti. Avvertite chi venisse a richiedermi a Sette Sale

o ad Ognissanti del motivo per cui devo ritardare: costì di moribondi,

grazie a Dio, non ce n’è.

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 Di più dirai a don Parodi che io qui non ho ricevuto il biglietto ferroviario

permanente, come mi aveva telegrafato da Roma, e poi anche scritto, -

vedete la lettera che accludo.

 Se lo avessero inviato costà, me lo spedisca subito per raccomandata-espresso,

e anche mi telegrafi di averlo spedito.

 Saluto, conforto e benedico in Gesù Cristo e Maria SS. te e tutti.

 Aff.mo tuo


         Sac. Orione  d. D. P.

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