V031T178 V031P240
[l’azzurro è dattiloscritto]
Gesù! Gesù! Gesù Crocifisso!
Mercoledì 21 maggio 1930
Al mio caro figliuolo in Cristo Paolino Marengo prego grande pace
e letizia in Domino.
Vengo dall’altare, e penso sia Gesù che mi muova a dirgli
che ad altro non deve pensare e attendere, per ora, che ad amare Gesù
e gli studi all’Angelico li riprenda umilmente fiducioso nel divino aiuto, con l’unico scopo
di potere così sempre meglio conoscere e amare il Signore e la Santa Chiesa.
Per tutto il resto, lasci fare al Signore. Egli lo ami, e al resto, ripeto, penserà
il Signore, se e come Egli vorrà; noi non dobbiamo voler nulla, se Egli non lo vuole,
né nulla faremo senza di Lui: «Sine me nihil potestis facere» (Vangelo).
Ad amare il Signore certo che non si sbaglia, ed è nulla tutto il resto,
se non si ama Gesù Cristo. Amare Dio è il primo dovere.
E abbandoniamoci a Lui e alla S. Chiesa, in umiltà e letizia di spirito.
«Servite Domino in laetitia», ha scritto S. Paolo.
- S. Francesco non voleva dei sognatori melanconici, ma figli pieni di alta
e spirituale letizia e di luce di Dio.
Tale sii tu, figlio mio.
Questo in risposta alle gradite tue lettere ti scrive in Domino
l’ultimo dei servi di Cristo e ti abbraccia con dolcissimo amore di padre
e ti benedice tanto tanto. -
Tuo
D. Orione.
P. S. Avverti il Direttore: giungo con Migone venerdì mattino, alle 7.30;
dovrei subito celebrare perché alle 9 devo deporre in Tribunale.
Saluto il Direttore e tutti, e a tutti benedico.
¨