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[l’azzurro è dattiloscritto]


         Gesù! Gesù! Gesù Crocifisso!

         Mercoledì 21 maggio 1930


Al mio caro figliuolo in Cristo Paolino Marengo prego grande pace

e letizia in Domino.


Vengo dall’altare, e penso sia Gesù che mi muova a dirgli

che ad altro non deve pensare e attendere, per ora, che ad amare Gesù

e gli studi all’Angelico li riprenda umilmente fiducioso nel divino aiuto, con l’unico scopo

di potere così sempre meglio conoscere e amare il Signore e la Santa Chiesa.

Per tutto il resto, lasci fare al Signore. Egli lo ami, e al resto, ripeto, penserà

il Signore, se e come Egli vorrà; noi non dobbiamo voler nulla, se Egli non lo vuole,

né nulla faremo senza di Lui: «Sine me nihil potestis facere» (Vangelo).

Ad amare il Signore certo che non si sbaglia, ed è nulla tutto il resto,

se non si ama Gesù Cristo. Amare Dio è il primo dovere.

E abbandoniamoci a Lui e alla S. Chiesa, in umiltà e letizia di spirito.

«Servite Domino in laetitia», ha scritto S. Paolo.

- S. Francesco non voleva dei sognatori melanconici, ma figli pieni di alta

e spirituale letizia e di luce di Dio.

Tale sii tu, figlio mio.

Questo in risposta alle gradite tue lettere ti scrive in Domino

l’ultimo dei servi di Cristo e ti abbraccia con dolcissimo amore di padre

e ti benedice tanto tanto. -

Tuo


         D. Orione.


P. S.  Avverti il Direttore: giungo con Migone venerdì mattino, alle 7.30;

dovrei subito celebrare perché alle 9 devo deporre in Tribunale.

Saluto il Direttore e tutti, e a tutti benedico.

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