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 +         Anime Anime !

          Tortona, il 3 marzo 1924


 Caro don Biagio,


 1/ Grazia e pace da nostro Signore Gesù Cristo!

 2/ Ho avuto e gradito la tua lettera del 26 febbr. con i disegni di S. Prospero.

 3/ Dirai a Mainetti che ho pure ricevuto la sua e che ho trasmesso a suo padre

la lettera che per lui egli aveva acclusa nella mia. Avevo già scritto però a casa sua,

dando ai suoi l’indirizzo di Reggio Calabria e dicendo del trasferimento.

 4/ Quanto al Mainetti ha buon fondo, ma non è formato nella vita religiosa:

non ha base di cultura affatto e bisognerà che si prepari bene e seriamente per far scuola.

n Non ha perseveranza - almeno fin qui - nel bene, ma è volubile. E non deve maneggiare

né tenere danaro. E quando, per pura necessità, gli donai darai qualche danaro,

devi chiedergliene conto come a un bambino, e sempre tienilo in redine, come un pupillo.

 La sua vita passata, - anche la quella che si sarebbe detta buona, -

di questi ultimi anni non fu sempre moralmente buona, ma un alto e basso, -

e quando poi si tratta di lavorare e di mettere proprio giù l’osso della schiena,

ci tira poco poco e presto e di frequente si dà malato anche per una cosa da nulla.

 E` abbastanza pigro e, sopra tutto, era pieno fino a stamattina, di vanità

e desiderio sciocco di comparire. E` bravo, ma è un povero figliolo,

al quale voglio pur molto bene in Domino e che, se si lascierà condurre, potrà ancora

diventare uno strumento nelle mani di Dio e riparare a molto male che ha fatto.

 È figlio di una buona madre, e nella sua vita incontrò molte buone

e molte cattive persone. È capace di atti eretici, ma ha bisogno di pregare,

di star ritirato, di lasciarsi condurre in Domino, e di vivere in umiltà.

 Fra le altre qualità codesto mio caro figliolo per le situazioni brutte

in cui veniva a trovarsi, e fin da fanciullo, prese la vile abitudine di mentire,

e vi diventò poi orribilmente proclive, - per cui ti prego di stare attento.

È pure di una volubilità fenomenale.

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 Bada che se io gli voglio molto bene, ma pure la carità di Gesù Cristo

non è l’affetto umano che accieca, e col Mainetti devo compiere quella severa missione

che non adempì sempre suo padre, e che la sua santa madre non poté compiere

perché presto morì, nell’età più critica per lui.

 Tutto questo che ti scrivo, quando occorresse, lo leggerai potrai pure leggere

al Mainetti, perché Dio me lo ha dato in custodia e non voglio mancare con la sua grazia.

Egli, del resto, sa che cosa io penso di lui, poiché non gli ho mai taciuta la verità.

Ora i suoi - alcuni dé suoi - lo trattano non bene, benché il trattamento sia in parte meritato;

ma io spero di poter influire sopra di suo padre perché non gli venga fatta ingiustizia.

Egli però deve diportarsi in guisa da meritarselo.

 Tu devi prenderlo con mano forte, e condurlo avanti, - e trascinarlo

quando fa il pigro o l’indeciso. Devi impadronirti di quell’anima per farne

uno strumento di salvazione, dopo ch’è stato uno strumento di perdizione e di vizio

nelle mani del demonio.

 Iddio si servirà ancora di lui per compiere un grande bene, se egli pregherà,

lotterà e ubbidirà.

 Quanto poi alla preparazione scolastica gliela devi fare tu, volta per volta:

ha delle risorse, e potrà formarsi e riuscire.

 Non è un momento da potere tu lasciare San Prospero; e in bel modo

vedi di far presente la situazione tua a Mg.r Cribellati.

 Ti prevengo (in via riservatissima) che tra non molti mesi

(appena finito l’anno scolastico), dovrai recarti in Polonia.

 Spingi pure avanti l’accettazione di quel parroco di cui mi scrivi,

se davvero sai che è buon sacerdote. Certo che si apre S. Antonio,

e si ritirano invece da Prunella. Ne ho scritto a novembre a Mg.r Margiotta che accettò.

Poi ho atteso che ci sostituisse e in febbrajo (prima metà) gli ho tornato a scrivere

che provveda poiché non si può andare avanti indeterminate. Appena venissi a sapere

che posso togliere in tutto o in parte il personale, me lo fai conoscere tosto.

 Ho scritto e ripetutamente a don Saroli che non si leghi a Prunella,

e spero lo avrà fatto. Ma a me non scrive più da tempo,

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né egli sa che ho ripetuto col canonico perché prenda un limite al nostro ritiro.

 Mi urge ritirare il personale da Prunella, ma amo si faccia tutto in charitate Christi.

Il Già da mesi suor Crocifissa mi tempesta di lettere perché si paghino i padiglioni.

 Ora poi ho ricevuto una vera intimazione dal comm.r Pedace, per raccomandata

e con ricevuta di ritorno. Mg.r Zumbo mi ha sempre detto che tutto era pagato,

ed io ho riposato e riposo sulla sua parola.

 Ma, cosa devo rispondere al Pedace?

 È da un po’ che mi ha scritto, e non potrei più oltre tardare, senza sembrare

più che sgarbato. Con gli amici il non rispondere è, talora, segno di intimità

e confidenza ma con chi non conosco, e cui devo (o dovrei) migliaia di lire,

prenderebbe bel altro significato.

 Fa il piacere di parlarne subito a Mg.r Zumbo che mi saluti cordialmente.

 Gli dirai anche che sono soddisfattissimo Sono dei disegni,

ma che non si deve edificare se non sul nostro. Quindi veda prima,

di far passare a noi la proprietà del terreno di San Prospero.

 Vedi che parlo chiaro ad evitare guai con i Vescovi.

 Ci insegni il caso di Noto, dove Mg.r Blandini, Vescovo illustre, ci diede tutto,

e altri ci tolse fin la roba nostra. Patti chiari.

 In attesa di tue lettere, ti avverto che sarò a Roma a giorni,

quindi scrivimi là: Via Appia Nuova, 126 - Chiesa Ognissanti.

 Benedico te e tutti.

 Aff.mo in G. C. e Maria SS.


            Sac. Orione

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