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Tortona, il 24 giugno 1927
Festa del S. Cuore
e giorno del mio battesimo
Carissimo don Biagio,
La grazia e la pace di n. Sig.re Gesù Cristo siano sempre con te e con tutti
codesti miei fratelli sacerdoti, chierici e aspiranti!
Ringrazio tutti, sacerdoti e chierici e gli aspiranti a Figli della Div. Provvidenza
pei vostri graditissimi augurî e, più, per le vostre preghiere.
Iddio ve ne ricompensi della consolazione e ajuti spirituali che mi date,
e vi benedica!
Sono ben lieto che tu, caro don Biagio, venga in Italia ad accompagnarmi
altri nostri chierici, e vi aspetto con vivo e paterno affetto in Gesù Cristo.
Però vivamente ti raccomando di assicurarti bene sulla vocazione
e buono spirito dei chierici, che mi vuoi accompagnare, perché dei quattro già venuti,
di due sono contentissimo e sicuro, ma degli altri due sono così poco tranquillo che,
in coscienza, non mi sento di fare loro conferire le sacre ordinazioni.
Io non posso far dare gli ordini se non a quei chierici pei quali
sono moralmente sicuro che poi non saranno fedifraghi né spergiuri,
ma fedeli figli della Congregazione.
Ora, mentre sono contento della condotta religiosa e buono spirito
che dimostrano Stefano Szezolkarz e Giuseppe Nowiscki,
non sono, invece, né posso affatto dirmi contento degli altri due,
i quali non mostrano che desiderio di studiare per arrivare al sacerdozio,
ma nessuno impegno hanno né volontà di essere figli della Congregazione.
Arrivati al sacerdozio essi faranno come Lighenza,
e cioè troveranno sempre un pretesto per disertare la Congregazione.
Ma io non posso farli ordinare, se non sono tranquillo sulla sincerità
della loro vocazione, perché solo posso fare ordinare chi mi dà garanzia sicura morale
che ha e persevererà nella vocazione.
Ma chi fin da ora non dimostra nessun attaccamento alla Congregazione;
chi rifugge da ogni officio che non gli va a genio: chi non mostra spirito di verace pietà
né di rinnegamento dì sé, né di sacrificio: chi vive solo una vita di meschini sotterfugi
e di maldicenza, - come potrò io farli ordinare?
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Io
Qui ho bisogno di sincerità, di lealtà, di
aperture di cuori: di gente
che non venga qui per ingannarmi, per arrivare a carpire i Sacri Ordini,
e poi andarsene, diventando apostati della Congregazione,
venendo meno ai voti religiosi e al giuramento di permanenza.
So
Va bene che qualcuno che ha lasciato la Congregazione
se ne mostri grato a parole, (come ad es. don Lighenza) ma, se tutti avessero fatto così,
la Congregazione non esisterebbe, - e avremmo non dei figli, ma degli spergiuri.
Attento, quindi, o caro don Biagio, a chi mi vuoi qua condurre. Apri bene gli occhi.
Non condurmi se non dei chierici che, sotto ogni riguardo, siano veramente nostri, -
e non di quelli che fanno della Congregazione una speculazione:
non accetto più nessun sbaffatore né dei mangia - pane a tradimento.
È
necessario parlarci chiaro, e quindi,
prima di partire, voglio essere da te,
e da loro stessi, per loro lettere e dichiarazioni, bene assicurato.
Quando ero giovane, ho conosciuto parecchie centinaia di giovani polacchi
venuti in Italia per farsi (dicevano (!!) salesiani.
I salesiani aprirono ad Ivrea una casa apposita per essi: avvenne che un anno,
tra quella casa e in altre case, erano più di 700. - Quanti, presa la Messa, ne rimasero?
Pochissimi! Tutti gli altri disertarono le file della Congregazione salesiana.
Ora anche noi, nella nostra Congregazione, abbiamo già fatta l’esperienza
di parecchi casi: don Lighenza, don Martino Bonch e alcuni altri chierici venuti qui,
e che si capiva troppo che volevano avere le ordinazioni per poi andarsene.
Ora
Adesso anche Szyka e Zebralà sono due anni che li
manteniamo qui
e
pensaron pensano
solo ai loro studî (perché
non mostrarono mai sincera volontà
di
fare un po’ di sacrificio per aiutare la Congregazione) e
quindi, facilmente,
mi vedrò obbligato a dimetterli. E con quanto dolore!!
Così
Essi hanno dato gli esami al seminario,
i cui corsi di studî frequentarono da due anni,
e in questi giorni fanno i santi Esercizî insieme con gli altri due.
Non
vorrei che me ne conducessi altri fuggi - fatica come questi
Szyka e Zebralà,
dei quali, dopo due anni di prova,
è con dispiacere che non posso dire d’esserne soddisfatto.
Non ho proprio bisogno di gente che abbia dei secondi fini,
né che viva di doppiezza, ma che viva di umiltà, di carità, di abnegazione e di sacrificio,
da figli della Div. Provvidenza.
Non è il numero che fa, ma è la virtù e il valore dei Membri, che farà santa
e forte la Congregazione, e la benedizione di Dio.
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In attesa, quindi, di essere assicurato, - saluto nel Signore conforto e benedico
te e tutti.
Pregate per me sempre!
Raccomando di pregare per don Sterpi.
Tuo aff.mo in Gesù Cristo e Maria SS.
Sac. Luigi Orione della Div. Provv.za
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