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[Riservata personale a Don Marabotto]
Riservata - Non riletta
[+] Anime e Anime !
Tortona, il 18 genn. 1929
Caro don Biagio,
La grazia di n. Signore sia sempre con noi!
I Spero siano giunti i due novelli sacerdoti, dai quali ebbi cartoline
lungo il loro viaggio.
II È qua giunto il ch.co polacco, che trovai a Venezia otto giorni fa, -
egli già frequenta le lezioni di questo seminario, e mi fece buona impressione.
III
I voti riportati del nel
I° trimestre dai ch.ci polacchi
che erano qui l’anno scorso e che vennero quest’anno, -
non sono affatto belli: eccettuati due, tutti gli altri sono ritenuti, -
di quelli venuti quest’anno si capisce che non sanno ancora la lingua,
ma da quelli che già erano qui l’anno scorso mi aspettavo almeno la sufficienza:
i due promossi sono dell’anno scorso, uno è quello (Brzezik) un po’ curvo,
che ora fa il custode e l’altro è il più alto, che sta al Dante Zawada.
La impressione qui è che questi chierici polacchi vengano qui
senza avere base di filosofia e alcuni non capiscono neanche il latino.
D’ora innanzi non potrò più ammettere qui chierici, se non sono bene preparati.
Essi poi hanno delle pretese di ricevere presto gli ordini,
mentre fin qui ebbero un trattamento, direi, di riguardo in tutto.
Io ho sempre avuto per i polacchi un affetto speciale nel Signore, -
mentre ho saputo da don Alessandro che parecchi si lamentano.
IV Don Stefano fu ordinato sacerdote e voleva subito venire,
mentre non ha studiato parecchi trattati, né potrebbe sostenere un esame di confessione.
Ha molta pretesa di sapere, e, come lui così parecchi altri.
V Don Alessandro è partito l’altro jeri pel Nord - America,
ma non vuole che si sappia ed è bene non dirlo. Ha il permesso per 6 mesi.
VI
E Novischi [Nowicki] come sta? Viene o
non viene? Desidero saperlo.
VII Ti mando, tradotti, i varî punti di osservazioni
che mi diede in polacco a Roma il Vescovo defunto.
VIII Ed ora passo a cosa di grave importanza e urgenza.
Quando si trattò di fabbricare l’Istituto di Alessandria Mg.r Capra
mi disse che aveva avuto da due persone una somma a fondo perduto,
cioè pagando loro gli interessi finché vivevano senza più dovere restituire la somma.
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Io dissi: va bene, allora fabbricate pure, se avete il danaro né chiesi altro,
né mai seppi chi fossero: anche oggi ne ignoro fin il nome delle due persone.
Solo venni ora a sapere che erano due sorelle: e che avevano dato la somma
a Mg.r Villa: che una di esse fece pure testamento in testa a Mg.r Capra,
ma poi, venuta a morire, - per non pagare troppa tassa di successione,
e dietro assicurazione della sorella superstite che avrebbe lasciato brevi manu
a Mg.r Capra per l’Istituto nuovo, il testamento fu lacerato da Mg.r Capra.
Ora, invece, certi parenti trassero a sé la superstite sorella, e poiché essa è ora
in istato di mente non più equilibrata sempre, - saputo del danaro dato,
esigono indietro tutto il capitale, anche la parte della sorella morta, -
e vogliono prendere ipoteca sull’Istituto e su tutti i beni che fossero intestati a te,
che sei il proprietario dell’Istituto; quindi anche andrebbero ad ipotecare
la roba lasciata a te dalla zia di Mondovì.
È cosa ingiusta e veramente iniqua, - poiché gli interessi
furono sempre pagati puntualmente. Fecero male Mg.r Villa e Mg.r Capra
a fidarsi di una donna e a non fare un atto legale, ma, in coscienza,
non possono esigere nulla.
Ora, per impedire che essi vengano contro di te, che non ne sai nulla
e non abbiano anche da mettere un piede sull’altra tua roba, -
io ti consiglio di ritirare la procura che tu hai fatto al can.co Mg.r Giuseppe Capra,
Rettore del seminario di Alessandria in Piemonte (Italia), e nominerai tuo procuratore
Fin qui ho scritto fin dal 18 gennaio.
Poi non ho più potuto continuare perché le cose quel giorno stesso precipitarono.
Per impedire che Mg.r Villa e Mg.r Capra cadessero nella mani del Procuratore
del Re, quasi avessero truffate due donne (vedi a che punto si arrivò!)
abbiamo dovuto fare noi un prestito per Lire 200.000 mila, -
e così si è impedita una querela e uno scandalo, e che si prendesse ipoteca
sull’Istituto di Alessandria ed eventualmente, per maggiore garanzia su altri beni tuoi.
Quindi
(per ora) è urgente non
c’è urgenza che tu faccia procura ad un altro,
anche per non dare uno schiaffo morale a Mg.r Capra, ma sarà poi bene farla
un po’ più in là, - per altre buone ragioni che mi sarebbe lungo ora dire.
A suo tempo te ne scriverò.
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I
E` giunto Nowicki e che
si fermò a Venezia, intanto che
io ero andato a Roma in questi giorni, jeri fu a Voghera a trovare i suoi antichi alunni,
ai quali fece da assistente.
Tornò oggi (30 genn.)molto contento.
Ora si metterà a studiare per dare l’esame di confessione. Stamattina, parlandomi,
uscì fuori a dirmi che tu lo hai trattato male, quando egli giunse in Polonia,
che tu lo mortificavi tanto che lo avvilivi, trattandolo duramente e dall’alto in basso.
Non discese a particolari, solo ho veduto che ha contro di te una buona dose di malanimo.
Se mi dirà altro, - te lo farò sapere.
Io gli ho detto qualche buona parola per calmarlo. Non mi stupirebbe se dal modo
e tono come uscì a parlare con me, - mettesse su anche questi contro di te.
È qui giunta anche una lettera di don Robert, che ti mando.
Evidentemente
vuol far capire si
capisce che è contro di te che scrive, -
benché non faccia nomi.
Me la rimanderai con le tue osservazioni, perché possa rispondergli.
E così informami meglio sulle ragioni del rancore di don Nowicki.
Non capisco come tu abbia chiamato a fare gli Esercizî don Lighenza, -
che è un corpo senza spirito: non bastano le forme, quando manca la sostanza.
Egli, in realtà, è un profugo della Congregazione per non dirlo - come altri farebbe -
un apostata. Che impressione può fare sui probandi e sui chierici,
se sapranno che è uno che venne, fu ordinato, e poi se ne andò?
Impareranno anch’essi a fare così? Anche a don Sterpi la cosa parve strana.
Dobbiamo
mettere sotto gli occhi nostri e dei chierici e in casa nostra le
figure integre
di sacerdoti e di religiosi, e mai di quelli che vennero meno alla vocazione.
Meglio nessuno!
Hai fatto molto bene a far emettere i voti di divozione: sono un grande ajuto.
Il ch.co Tomza frequenta il seminario: finora sta bene, e pare contento.
Sono invece poco bene i ch.ci Florczak Sigismondo
e Sujecki Pietro: questi sputò sangue.
Mi disse che già aveva male di petto in Polonia e aveva sputato sangue in Polonia.
Se non sono più che sani, non mandarli.
Vorrebbero che li mandassi in clima caldo; a San Remo già c’è Zebrala:
non posso farne una casa di tisici, ci toglieranno tutti i convittori.
A Roma a S. Filippo, c’è il morbillo ed è strapieno di alunni:
alla Colonia ho la tigna, e come si fa a mettere colà chi può nuocere a quei bambini?
In Calabria non ci tirano ad andarvi.
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Il don Nowicki ha consegnato un po’ di danaro a don Sterpi:
sloti 950, più n. 5 dollari e L. 18,70 in moneta italiana.
Qui in Italia, siamo alla vigilia della conciliazione dello Stato con la Chiesa:
è già tutto fatto ed imbastito il Concordato: la notizia ufficiale sarà data al mondo cristiano
a Pasqua o a Pentecoste.
Speriamo che sia un bene duraturo per la Chiesa e per la nostra Patria.
Ti unisco lo elenco delle osservazioni fattemi in Roma dal defunto Vescovo, -
è però cosa da tenersi riservata; essa deve servire per te, per norma tua.
Riparto stasera per Roma, ma ritorno entro una settimana.
Spero che starete tutti bene, e che la Divina Provvidenza ti aiuterà nei tuoi debiti.
Qui preghiamo tutti per te, caro don Marabotto.
Oggi ho accettato un altro di S. Remo. Abbiamo aperta la Casa di S. Clotilde.
Entro febbraio apriamo la Casa di Montevideo nell’Uruguay.
Fa pregare pel defunto can.co Ratti. Benedico te e tutti.
Saluto in Domino tutti. In G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione
P. S. Quanto al telegramma per don Alessandro, te lo ritorno. Tu rispondi,
che
se puoi telegraficamente o facci tu una
corsa (può darsi ci sia un po’
di Divina Provvidenza) che don Alessandro è venuto in Italia e poi è ripartito
non si sa se per la Terra Santa o per l’America.
Vedi un po’, insomma, di sapere che c’è.
Sono lieto che preparate una bella festa pel Papa. Mandate poi qualche relazione
pei nostri periodici.
Ora poi sarà tempo di pubblicare l’Opera della Div. Provvidenza anche in polacco.
Già si pubblica in spagnuolo e portoghese.
Che si fa in Polonia? Perché si tarda?
Zdunska Wola
1/ Soltanto tre Maestri hanno qualificazione,
altri dieci non sono perfino i maestri delle scuole pubbliche.
2/ Per stare attento per così grande Istituto c’è soltanto un sacerdote,
don Marabotto.
3/ Due di questo Istituto si sono fatti eretici (andati a una Congregazione eretica)
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4/ Grande pericolo per la fede e Chiesa (per così direzione)
5/ Anno scorso erano 200 alunni: adesso 133, ma questo è troppo.
6/
Oltre di Eccetto don
Marabotto, gli altri sacerdoti non hanno spirito di fede,
e né anche studi.
7/ Don Marabotto necessariamente ha bisogno di alcuni aiutanti illuminati.
8/ Adesso sono 25 i chierici vestiti, studiano la classe VII e VIII (ginnasio).
Troppo facile a vestire gli alunni.
9/ Desidero che [il] sacerdote Alessandro non stia né a dirigere Istituto né in diocesi.
Queste furono le osservazioni che mi fece il defunto Vescovo in Roma.
Me le feci tradurre dal polacco: Egli le aveva scritte. Desidero rimangano riservate:
le ho trascritte come le ebbi tradotte.
Così ritengo di dovere poi scrivere che Robert e Ludovico diano alla comunità
ciò che percepiscono dal Ministero, o non si è figli della D. Provv.za.
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