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Originale della lettera

inviata a mano di D Marabotto

a Don Alessandro Chwilowicz

all’Istituto di Zdunska Wola


 +         Anime e Anime !

          Tortona, il 20 marzo 1928


 Carissimo don Alessandro,


 La grazia e la pace di nostro Signore Gesù Cristo siano sempre con noi!

 Mi valgo della venuta di don Marabotto per mandare a te, agli altri sacerdoti,

ai chierici e aspiranti polacchi della nostra cara Congregazione una lettera collettiva,

che vuol essere una parola di conforto e di paterna dilezione in Gesù Cristo.

Tuttavia a te, caro don Alessandro, voglio scrivere particolarmente,

pregando il Signore che tu prenda siccome speciale prova di santo amore

verso la tua anima quanto in Domino ti verrò dicendo.

 Come il giardiniere veglia di continuo sopra i suoi fiori, ed opportunamente

li coltiva e ne strappa talora le foglie inutili e i rami nocivi, - e li in[n]affia,

perché li vuol robusti e bellissimi, così col divino aiuto, vorrei far io con l’anima tua.

 Iddio ti ha dato tante belle doti, caro don Alessandro,

ma il tuo desiderio di lavorare e di abbracciare tante cose, forse troppe cose,

con uno zelo che, sovente, è poco considerato e non sempre secundum scientiam et

prudentiam, possono può nuocere al tuo bene spirituale

e al bene della stessa Congregazione, per la quale tu hai lavorato e lavori.

Io devo svelarti l’inganno e le insidie diaboliche del falso zelo.

 Tu mi hai scritto, caro figliuolo, incoraggiandomi ad aprire un’altra casa in Polonia.

Dunque vedi: ho lungamente riflettuto e pregato sulla tua proposta, ma sento

che non è ancora l’ora di Dio: non è ancora tempo di aprire in Polonia altre case, -

prima bisogna sistemare bene la Casa di Zdunska Wola, sulla quale l’autorità diocesana

mi ha scritto facendo gravi appunti.

 Dobbiamo, prima, formarci buoni religiosi e preparare un buon personale, tale che,

per ispirito, per pietà, studio e attitudini, risponda allo scopo della nostra vocazione

e dei nostri istituti, - solo allora sarò ben contento che in Polonia si aprano altre case

della Congregazione.

 Caro mio don Alessandro, tu puoi ben immaginare quanto io desideri

che le tende della Divina Provvidenza si dilatino a gloria di Dio e della Chiesa

e a salvezza delle anime, - e specialmente lo desidero in nella Polonia, terra di fede,

sempre attaccata alla santa Chiesa Romana; - ma lo zelo nostro pel progresso

della Congregazione deve essere sottomesso e condizionato al bene della Chiesa,

alla benedizione dei Vescovi, - e deve essere come tu ben comprendi,

uno zelo illuminato e discreto, secundum Deum.

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 Tu devi infrenare, o figliuol mio, i tuoi sentimenti sotto la disciplina,

e non andare più con leggerezza; lo zelo bisogna prima provarlo su di noi stessi,

esercitarlo su di noi stessi. «Talora, dice l’Imitazione di Cristo, siamo mossi da passione,

da amor proprio, e si crede zelo».

 Questo falso zelo è frutto di una secreta presunzione, ed è ingannevole ed apparente,

poiché nasce da vanità e da sottile sentimento di orgoglio. Temiamo e temiamo, caro mio,

in tutte le cose nostre che hanno il colore della gloria di Dio e di fare un maggior bene,

un più largo bene alle anime, - per temiamo di non rimanere forse un giorno burlati.

 Meditiamo ciò che dice Gesù Cristo al cap. VII di S. Matteo,

dove c’insegna che, appunto, potremmo dannarci anche con fare gran lavoro,

con fare molto, - ma non quello che è veramente grato a Dio.

«Multi dicent mihi in illa die: Domine, Domine nonne in nomine tuo prophetavimus,

et in nomine tuo virtutes multas fecimus?»

 Ingannati! confidavano in un falso zelo!

«Et tunc confitebor illis, quia nunquam novi vos

 È grande istruzione questa che ci dà Gesù Cristo, -

con essa ci mostra che non basta lavorare molto a affannarsi e alzare edificî:

non basta voler fare del bene e molto, ma bisogna farlo bene, per meritare e salvarci.

 San Paolo apostolo rassomiglia il missionario che lavora mosso da falso zelo,

da zelo non secundum scientiam Jesu Christi, lo rassomiglia, dico, e colui che corre,

ma all’impazzata, - a chi dà gran colpi, ma non fa che percuotere l’aria inutilmente.

 Mio caro don Alessandro, ricorda sempre: non quello che fa grandi cose esterne

edifica la sua casa sulla pietra, secondo la parabola del Vangelo,

ma quello che sta umile e fedele.

 Lo zelo è solamente buono se è obbediente.

 Io ti prego con cuore di padre in Gesù Cristo di prendere in buona parte

questa esortazione, e di andare avanti con semplicità, senza calcoli artificiosi,

ma con quella semplicità evangelica, che è sempre benedetta da Dio.

 Da buon religioso, fa semplicemente l’obbedienza e non cercare altro,

diversamente credi di ragionare e invece sragioni, credi di fare il bene della Congregazione,

e invece ne faresti il suo male.

 Non temere se obbedisci, - che nel giorno del giudizio ti porterò io sulle spalle

e nel cuore davanti al Signore.

 Io avrò bisogno di sentirti qui, e tu verrai, quando ti chiamerò,

con piena fiducia in Dio e anche in Don Orione, che paternamente ti ama.

Amore in Domino, e nessun timore!

 Sempre in tutto la volontà di Dio: Deo gratias! sempre.

 Tutto viene dalla mano di Dio: ricevi anche dalla mano di Dio questa lettera,

e fa di metterla in pratica con docilità di spirito e allegramente,

obbedendo al tuo fratello e Superiore don Marabotto con umiltà, con sincerità e rettitudine,

senza furberie e nascondigli, ma in semplicità di cuore e piena unione di spirito.

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 Vedi di coadiuvarlo sempre e di essere a tutti tu di esempio nella obbedienza

e unione dei cuori.

 La forza dei Religiosi sta nell’unione, il cui vincolo è Gesù Cristo.

 Se sarete tutti uniti in un cuor solo e in un’anima sola «cor unum et anima una»

Iddio sarà con voi, - ciascuno si sentirà contento e felice, le vostre fatiche,

le vostre opere saranno benedette e prospereranno.

 In questa speranza, - e vivamente raccomandandomi alle tue preghiere, -

ti conforto con amore di padre in Xsto e nella santa Madonna, e ti benedico toto corde.

 Tuo aff.mo


         Sac. Orione  della Div. Provv.



[Minuta di lettera]


 +         Anime e Anime !

          Tortona, il XIX marzo 1928


 Carissimo don Alessandro,


 La grazia e la pace di nostro Signore Gesù Cristo siano sempre con te!

 Mi valgo della venuta di don Marabotto per inviare ai sacerdoti ai chierici

e aspiranti della Congregazione una lettera collettiva di conforto e di affetto

in Gesù Cristo.

 Però se agli altri a tutti vi ho scritto collettivamente sento il bisogno di

a te voglio scrivere scrivere anche a parte, per ragioni facili a comprendersi

 Tu mi hai scritto, caro figliuolo, proponendomi di aprire un’altra casa in Polonia.

Ho riflettuto e pregato su quanto mi hai proposto, ma sento che non è ancora tempo

di aprire in Polonia altre case. Prima dobbiamo formarci buoni religiosi

e preparare un buon personale e poi ben volentieri, se Iddio vorrà e la Santa Chiesa

i Vescovi ci daranno la loro benedizioni, ben volentieri vedrò piantare altre tende

della Divina Provvidenza in c su codesta cara terra della Polonia nazionale

sempre fedele alla Chiesa di Gesù Cristo.

E all Anche nello Anche tu comprederai che lo zelo deve essere illuminato e discreto: non dobbiamo lasciarci ingannare da uno zelo un ardore che non è

secundum scientiam e Deum, neque secundum scientiam et prudentiam.

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