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Tortona, 3 aprile 1924
Caro Sparpaglione,
Ho ricevuto la tua lettera del 1° aprile, e ti devo dire che i molti buoni sentimenti
che mi esprimi mi hanno fatto veramente piacere.
Però io vorrei di più da te, e tu bisogna che mi dia questo conforto.
Di più in tutto, sai: nella pietà, negli studi, e nella cura dei giovani, e serietà di vita
veramente religiosa.
Vedi ad esempio il dispiacere che ho dovuto provare quando, qualche giorno fa,
Di Pietro mi scriveva queste testuali parole: «Intanto, mi spiace doverglielo dire,
ma è pur necessario: nell’assistenza non sono aiutato dagli altri due miei confratelli
chierici, e questo è stato causa non ultima dell’andamento così alla buona del convitto
e dell’infelice esito de’ miei esami».
E anche don Bartoli soffre, e della vostra assistenza si è dovuto lagnare
ripetutamente.
Perché, caro Sparpaglione, ti perdi a far commedie ecc., e non attendi più seriamente
ai tuoi doveri di buon chierico.
Leggi anche a Gabbarini quanto mi ha scritto Di Pietro, che è buon chierico,
ed è per me un lamento che ho sentito tanto.
Io lo tengo il Gabbarini a Sanremo da più anni per aiutarlo nella salute,
ma non viene su come vorrei. Lo so che non sta bene, ma proprio non c’è impegno,
anche dove e quando si può e si deve avere.
Cosa mi dici: no è così, tante volte?
Dunque; cari miei figliuoli, mettetevi un po’ una buona volta a tirare la carretta
con buona volontà e vero spirito di sacrificio, da veri religiosi, e non vi fate, invece,
tirare voi, ma siate voi che tirate la carretta per l’amore di Gesù Cristo benedetto.
V033P010
Ti prepari a prendere la tonsura e i due primi minori; ma voglio che ti prepari bene.
Prega per me e cammina alacremente col Signore, pregando e sacrificandoti
nella carità di nostro Signore.
Aspetto davvero che tu mi scriva, e bada che tu puoi dare - in tutto -
molto più che la pura sufficienza.
Ti conforto e ti benedico con affetto di padre in Gesù Cristo e Maria SS.
Tuo aff.mo
Sac. Orione della Div. Provv.za
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