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[Tortona] 9 dicembre 1932 A. XI
Caro
don Arcangelo Perciballi,
La grazia di n. Signore e la sua pace siano sempre con noi!
Ho ricevuto le tue lettere, anche l’ultima del 6 corr. con acclusa quella
del Rev.do don Giuseppe Galletta, parroco dei Santi Pietro e Paolo.
Ho tardato a rispondere perché avevo bisogno di pregare.
Ecco dunque, mio caro[:] Astieniti assolutamente dall’amministrare sacramenti
riservati al parroco, e da qualunque funzione che non sia di pieno accordo
con
la Ven.da Curia Arcivescovile e col parroco; assolutamente
tu non cercare con di
lieto
animo nulla chiedere e nulla rifiutare di ciò
che è bene, e che potrai e se ri vedi
di
poter fare col divino ajuto, ma accetta
solo quando capisci che ti ti si
richiede vedi
che
ti si richiede vedi che sei gradito, che sei
ti si dà libenter, con piacere.
Comprendo
però che, avanti così non si può
Sua Eccellenza Rev.ma e la Curia vorranno comprendere che avanti così
no
si può andare: è una situazione spiacevole e
uno per non dire umiliante che si trascina
da tempo: ho mandato mesi fa Padre Gemelli: ho dovuto farti tornare perché eravamo
ai
Santi e ai Morti, ma senza che ricevere
una parola che affidasse.
Il parroco dei santi Pietro e Paolo ha pienamente ragione di lagnarsi,
né noi dobbiamo stare lì ad imbarazzare di più
¨