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        [Tortona, li] 8 genn. [19]40 - XVIII

 [+]       Anime !  Anime !


 Caro don Perciballi,


 la pace del Signore sia sempre con noi!

 Ringrazio te e i cari eremiti dei vostri augurî che ho molto gradito;

vi ho ricordati ai piedi di Gesù Bambino, e pregherò sempre per voi,

e perché da codesto santo Eremo si diffonda una grande luce di edificazione cristiana,

a gloria di Dio e di S. Corrado.

 Ho avuto le tue lettere, e anche quella da Messina; noi nulla dobbiamo desiderare

di più che di compiere in noi la volontà di Dio.

 Il nostro Padre Visitatore mi ha scritto che verrà in Sicilia, e a Noto entro la 2da

quindicina di gennaio, - con lui verrà anche don Sterpi: S. Eccellenza Mg.r Paino

si incontrò a Roma con don Sterpi, e poi anche col Rev.mo P. Visitatore,

ma non parlò né della chiesa della Consolata né dell’Opera Espiatoria pei Morti

del terremoto; penso che non abbia intenzione di lasciarci dove siamo; - propose invece,

di darci un grande e nuovo istituto, che non è molto lontano dal Santuario di Montalto.

Lo aveva già dato a quelli del can.co Di Francia, perché vi aprissero un istituto

di arti e mestieri. Pare non ci avessero fatto ancora nulla, e allora lo darebbe a noi,

a duplice scopo, di aprirvi un Piccolo Cottolengo e un istituto di arti e mestieri.

 A quelli del can.co Di Francia diede una somma.

 Ora, caro don Perciballi, bisogna pregare.

 Quando telegrafai augurî di Buon Natale a S. E. Mg.r Vescovo di Noto,

gli accennavo che avrei mandato un altro eremita, ma non ne aveva ancora parlato

al Visitatore. Ho fatto male. Pensavo di dare così al Vescovo una gioia

per le feste Natalizie. Al Padre Visitatore ne ho scritto, ma su questo non mi ha risposto,

forse perché vuol venire prima, e sistemare la situazione con sua Eccell. Mg.r Vescovo.

Egli, però, non sa che già ne avevo telegrafato a Monsignore, - e amerei che non lo sapesse.

 Comunque, benché detto eremita, - che è fra Ambrogio, - si trovi già a Roma,

non lo manderò, se non dopo che il Padre Visitatore mi dica di mandarlo.

 Fra Ambrogio sarà di edificazione a tutti, sotto tutti i riguardi. Ha 45 anni,

e fra Antonio lo conosce bene, ché furono compagni di noviziato.

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 Non so se il Padre Visitatore e don Sterpi pernotteranno a S. Corrado, è molto facile.

 Fa preparare loro due camere, pulite, semplici, da eremiti; vedi che visitino anche

S. Maria della Scala. Non so se verranno direttamente a Noto, o se, prima,

si fermeranno a Nicastro, a Reggio Calabria e a Messina.

 Siccome domani uscirò da Tortona, e non so se e quando potrò scrivere a sua Eccell.

Mg.r Vescovo di Noto, così ti prego di comunicargli la presente.

 È bene che egli sappia che al nostro Padre Visitatore farebbe certo la migliore

impressione se potesse trovare già tutto ben disposto, sì che non rimanga che da intendersi

su la forma di procedura. Egli viene con animo molto favorevole.

 Intanto io fo’ pregare molto San Corrado, verso il quale ho sempre avuto

un po’ di divozione; - è di lì che ho presa l’idea del ramo eremitico,

anzi è stato qualche cosa di più, per divina misericordia.

 Sono tanto contento che tu vada a celebrare, nelle feste di precetto,

a S. Maria della Scala; anch’io ci fui, e ne venni via molto confortato nello spirito.

Ci deve essere il corpo di un Venerabile, forse carmelitano,

ma non ne ricordo più il nome: sono passati ormai 42 anni,

e allora c’erano i Padri Salvatoriani, e c’era stato anche il loro fondatore, Padre Jordan,

del quale è in corso la causa di beatificazione. Della Madonna della Scala

parlava con tanta divozione il Vescovo Mg.r Blandini,

e mi diceva che il volto della Beata Vergine non era dipinto da mano d’uomo.

Tu, caro don Perciballi, quando ci vai, ricordami alla Madonna

e dille che si ricordi ancora di quel povero prete pellegrino.

 Tanti ossequî a sua Eccell. Mg.r Calabretta:

a te e ai cari eremiti saluti e conforti nel Signore.

 Pregate sempre per


          Don Orione

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