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[+] Tortona, il 17 / 9 [1]934
Caro don Pollarolo,
La carità del Signore e la sua pace siano sempre con noi!
Quantunque già ti abbia, a mezzo di don Bruno, fatto conoscere che ne penso,
- tuttavia è bene che lo conosca anche direttamente, - e ciò non ut confundam te,
sed ad sustinendum.
Non ho mai inteso che l’America fosse per te una punizione né un esilio,
- un esilio sarà per me. Essa voleva essere per te una tavola di salvezza,
e per un periodo di tempo non lungo. Ho considerato la cosa davanti a n. Signore:
mi parve che verso mio padre e mia madre, che con don Sterpi o con altri dei più cari,
come con l’ultimo dei miei figli avrei fatto così; e che così avrei desiderato si facesse
con me, per l’anima mia.
So la tua posizione, la so tutta, e sento anche che Dio ti ha dato in me tuo padre
e tua madre. Sono stato forte con te, lo so, ma la carità, se è dolce e soave,
è anche più forte della vita e della morte: non io ho parlato a te, ma la carità di Gesù Cr.
crocifisso, a cui tu devi darti tutto e immolarti, a lui, che tutto si è dato e immolato per te.
Per ora, resta: - prega, studia Gesù Cr., vivi da buon religioso,
e sta nelle mani della Madonna SS. non mai indegnamente ma da figlio; e avanti!
Aiuta più che puoi chi lascio qui, e scrivimi a cuore aperto.
Ti sarò vicino.
Ti conforto, ti benedico e abbraccio in osculo Christi.
E prega pel tuo aff.mo
Sac.te Luigi Orione della Div. Provv.za
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