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         [Venezia] XXV febbrajo 1925

 +        Anime e Anime !


 Caro don Serra,


 La grazia e la pace di n. Signore siano sempre con noi!

 Mi trovo a Venezia dall’altro jeri.

Vi mando, a parte, una lettera che vi è giunta qui oggi dal Messico.

 Don Sterpi, don Pensa, don Piccardo e tutti gli altri sia sacerdoti che chierici

mi hanno chiesto informazioni sulla vostra salute e s’interessano di avere notizie di voi,

come pure gradirei averle io, sia di voi che di don Garbarino.

 Padre Gil potrebbe scrivermi qui, se voi tenete il letto

e non potete ancore scrivere voi direttamente!

 Anche qui fece un tempo bruttissimo, solo jeri e oggi è bello,

e pare di essere in piena primavera.

 Oggi ho dato al Manin le Sacre Ceneri, e jeri e anche oggi

s’è fatta una bella funzione. E in questi giorni mi sono ricordato di voi particolarmente,

e così anche don Pensa mi incarica di assicurarvi che ogni giorno prega

per la vostra salute.

 Direte a don Risi che il concerto delle campane, compreso il castello,

viene 75.000 lire. Abbiamo tempo a pagarle a rate, entro tre anni.

 Spero che per San Pietro potranno suonare la prima volta.

 Ho promesso L. 500 in più se me le danno sulla torre campanaria per il 29 giugno,

anniversario della benedizione della I Pietra e festa dei Beati Apostoli e del Papa.

 Ora bisogna che costà si diano attorno a raccogliere offerte e a destare

nella popolazione un po’ d’entusiasmo, un sacro fuoco. Dite ai nostri sacerdoti

che abbiano più fede e anche più vita in Domino, più slancio di carità. Si discute troppo,

si sottilizza troppo, e si finisce poi che il troppo raziocinio stronca le ali

di quel santo entusiasmo pel bene che, mentre giova assai ad alleggerire e ad addolcire

le pene e le pratiche del ministero sacerdotale e della stessa vita di comunità.

Pene e fatiche che sempre s’incontrano nel fare le opere buone,

nuoce pure alla riuscita di ogni nuova impresa. Fede! Fede! Fede e più vita, più vita

e più concordia e unione in Domino, e più slancio di carità: uno slancio di carità

che ingrandisca i nostri cuori, che dilati di più la confidenza dei fedeli verso di noi,

che allarghi di più i loro cuori verso di noi.

 Fede! Fede! Fede! Tutto è possibile a chi crede e va avanti con grande spirito

di carità in Gesù Cristo!

 Vogliate dunque dire che non si spaventino delle settantacinquemila lire

per le campane. ne’ Dio sarà con noi! Dio ci ajuterà! Né vogliamo lesinare

nel far la propaganda per le campane stesse. Si sgranchiscano di più, si slancino di più! Fede, umiltà, attività in Domino, preghiera e slancio di carità!

 Senza fede ed entusiasmo di carità non si fa nulla.

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 La carità di Gesù Cristo insegna ogni giorno industrie nuove per far del bene,

- e così capiterà per le campane. Dal momento che si prendono, meglio è prenderle belle.

 Vorrei farci entrare entri nel concerto le due squillanti campane, che già abbiamo,

e cedere la terza, che è rotta, alla fonderia. Ora, sia che, omnibus perpensis,

e sentito poi anche e particolarmente il parere di don Risi, decida di far entrare

nel concerto le due campane che hanno un suono molto buono, - sia che, le invece,

convenga cederle con quella terza che è rotta, - ho bisogno di sapere subito quale è la nota

di ciascuna delle due campane buone, e quale, press’a poco, è il loro peso.

E il peso della campana fessa. Se portano la data e la fonderia, farmelo anche sapere.

 Tutto, fate tutto a volta di corriere, per piacere.

 Scrivetemi qui. Mi salutate il parroco.

 A don Garbarino mando ogni più fraterno augurio di scuotersi dalle spalle

gli ultimi resti della malattia e di nutrirsi voglio che si nutrisca di più e darsi animo.

 A tutti gli altri sacerdoti saluti cordiali in Domino.

 E il vostro infermiere come va? Spero meglio.

In patientia vestra possidebitis animas vestras!

 San Girolamo Emiliani insegnava ai suoi religiosi che «la perfezione della virtù

sta nella pazienza».

 Coraggio, caro don Serra, - permettetemi di dirvi di voler ravvisare

negli incomodi di salute e della vecchiaja un regalo del Signore.

 Nelle sofferenze corporali e nei disagî proprî di chi fa vita povera e religiosa,

troveremo un bene infinitamente maggiore della sanità e di ogni comodità

che il mondo ci poteva offrire.

 Vogliate ricordarvi di me nelle vostre preghiere, e specialmente in ogni opera buona

che farete in questa santa Quaresima.

 Gradite i fraterni saluti di tutti e specialmente di don Pensa.

 Oggi vado a trovare i bambini di Lido, e li farò pregare per voi.

 Abbiatemi in n. Signore Gesù Cristo e nella santa Madonna.

 Aff.mo vostro


        Sac Orione  d. D. P.

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