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Tortona, il 4 / 3 [1]928
Caro Padre Serra,
La grazia e la pace di Gesù Cristo siano sempre con noi!
Ho appreso con vivo piacere che siete tornato a casa,
e prego Iddio di ristabilirvi presto e bene.
Spero di presto rivedervi, ma, intanto, voglia Iddio riempire del suo amore
il vostro petto.
Il Signore ci affligge con svariate prove, come dice l’Apostolo S. Pietro
nella sua prima lettera, - onde, vinto l’esperimento, la fede, di gran lunga
più preziosa dell’oro che perisce e pure è saggiato col fuoco, risulti a vostra lode,
a vostra gloria e a vostro onore, quando Gesù Cristo apparirà: Gesù Cristo che amate;
Gesù Cristo nel quale credete: ed esultate d’una ineffabile e gloriosa allegrezza,
sicuro come siete d’ottenere il premio della vostra fede: la salvezza dell’anima.
Pregate, o caro don Serra, anche per me.
Un po’ la vostra età con i suoi acciacchi, un po’ il vostro temperamento
e un po’ la malattia, vi fanno, talora, alquanto nervoso e impaziente.
Coraggio, caro don Serra, e vedete di farvi forza a portare con pazienza
le vostre croci.
La pazienza è tanto necessaria per amare Gesù ed edificare il prossimo,
che fu scritto che la perfezione della virtù sta nella pazienza.
La pazienza nei nostri mali, unita ai meriti di quella di Gesù Cristo purifica l’anima
e ci rende perfetti davanti al Signore, e ci prepara alla beata immortalità.
Con la pazienza, con la rassegnazione, con la carità e preghiera
ci comperiamo il Paradiso. Avanti!
Mentre vi saluto fraternamente, affretto l’ora di potervi rivedere sano,
e sempre più lieto in Domino.
Vostro in Gesù e Maria.
Sac. Orione d. D. Pr.
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