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[A Don Santella]
[+] [Tortona] I ottobre 1938 XVI
Caro don Santella,
La grazia di Dio e la sua pace siano sempre con noi!
Tu hai la facoltà di confessare, e, se venisse in nostra casa qualche uomo,
giovanotto o ragazzo, che ti chiedessero di confessarsi, confessali pure,
ma fuori, nelle chiese e parrocchie non nostre, né da noi dipendenti,
desidero che non andiate, se non con permesso di don Sterpi o mio,
per motivi particolari, che non tangono le vostre persone.
I chierici e anche poi sacerdoti, se invitati dal parroco alle processioni
della parrocchia o grandi solennità, andate pure, perché non ne vengano meno
le pratiche della vita religiosa e l’osservanza della disciplina della casa,
- e sia cosa che si possa fare, - solo nelle solennità e senza vincoli.
Non si accetti mai da andare a cantare in musica,
né si faccia musica in casa né fuori.
Invece, fa imparare bene il canto Gregoriano, che è il canto della Chiesa.
Col sig.r parroco, come con tutti i sacerdoti, - abbiate il massimo rispetto
e riverenza: - quando vengono poi in casa, riceveteli con ogni cortesia;
ma non si vada per le canoniche né in adunanze di preti né di frati: stiamo a casa nostra,
da poveri figli della Divina Provvidenza, - sempre molto ritirati,
e non si parli mai né di preti né di frati, né di cose diocesane:
- non intrighiamoci nel governo delle parrocchie e della diocesi;
- si parli sempre bene di tutti, si pensi sempre bene di tutti, - ma stiamo molto ritirati
e in casa nostra, - attendendo alla nostra anima e ai nostri doveri.
Presto spero venirti a trovare, e, occorrendo, spiegherò meglio
queste direttive e le completerò.
Non mandare chierici a fare il catechismo fuori di casa,
- ed
evitare evita qualunque
parola e passo che possa, domani,
far nascere qualche dissapore.
Se staremo a casa nostra, questo sarà più difficile che accada.
Saluto, conforto e benedico di cuore te e tutti in Gesù Cr. e Maria SS.
Aff.mo tuo
Don Orione
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