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Espresso
[Al M. Rev.do Don Candido Garbarino
Chiesa di Ognissanti - Via Appia Nuova, 224-Roma]
[+] Anime e Anime !
Tort., il 26 sett. 1930
Caro don Candido,
Grazia e pace da nostro Signore!
Ho ricevuto la vostra lettera, che mi informava del passo fatto da don Zuffardi
al Vicariato -
Questo figlio non si è sempre diportato da buon religioso quest’anno e,
venuto a Roma, pare abbia trovato qualche monsignore, forse di nostra conoscenza,
che deve avergli detto che il Vicariato si sarebbe impegnato a riceverlo, - così scrisse a me,
appena giunto a Venezia.
A Venezia andò già deciso di tornare a Roma, in famiglia.
E, malgrado ogni consiglio in contrario, tornò, e mi scrisse anche da Roma
che il Vicariato avrebbe pensato a lui.
Adduce che suo padre è in miseria, ma io mi offersi di ajutarlo nella misura
che lasciavo a lui stesso di determinare.
Mi
rispose, superbamente poco
cristianamente, che non vuole la carità da nessuno.
Egli sa che noi siamo pronti ad accogliere i vecchi genitori; ma è lo spirito
e la buona volontà che gli manca e, Dio non voglia, forse qualche cosa d’altro;
è pieno di sé e si crede figlio di Carlo V, poveretto!
Se si presenta nelle nostre Case, accoglietelo pure pel vitto e alloggio,
ma, dacché risulta dal Vicariato che non può celebrare, non lasciatelo celebrare.
A me non ha scritto che il Vicariato non lo può accettare, non mi scrisse più nulla;
- scrisse prima, più volte, come se tutto fosse stato fatto d’accordo col Vicariato.
Anche a don Pensa parlò così.
Vedremo come va a finire! A Tortona non è incardinato, egli fu ordinato
in forza di un autografo pontificio che tengo, che autorizza il Vescovo di Tortona
ad ordinare.
Avvertite
anche don Parodi Silvio, don Fiori, don Orlandi e
don Opessi che,
se si presenta non gli permettano di celebrare.
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Egli
Se viene da voi, dategli i consigli buoni che dareste
a un fratello in G. Cr.
Quando, al chiudersi degli esercizî sp.li, io parlai forte, era appunto pel don Zuffardi,
che
il quale, quest’anno, fece tante sciocchezze e
diede forti dispiaceri a don Remo,
a San Severino Marche. -
2/ Lunedì verrà don Risi, il quale è dispiaciuto perché gli tolgo provvisoriamente
don Ferretti. Non mi è possibile levare subito don Opessi da Squarciarelli,
dato che con poca prudenza, prima ancora che io andassi a parlare con la Curia di Frascati
del
suo trasferimento, = sia a Squarciarelli che a Frascati certe monache
sparsero
già avevano sparso che don Opessi partiva.
Lo seppe il Vicario gen.le, lo seppe il card. Lega - ed io fui posto
in una posizione morale sbagliatissima.
Come potevo andare più dal cardinale a parlargli del trasferimento di don Opessi
quando già lo sapeva da altri prima che da me?
Fu
certo un dispiacere per me, ed avrebbe
è stata una indelicatezza verso il cardinale,
- per cui, francamente, al momento non ho il coraggio di fare questo passo; il cardinale,
a ragione potrebbe dirmi: «lasciate Squarciarelli! Non si tratta così!»
Bisogna quindi ora avere pazienza, e aspettare più in là: Iddio conosce le ore
e i momenti, e il momento verrà.
Mi dispiace pel caro don Opessi, ma voi, fraternamente, gli farete comprendere
la delicatezza della posizione nella quale io sono venuto a trovarmi,
per la imprudenza di quelle suore.
Egli deve anche riconoscere che non ha fatto bene a fare certe confidenze
a quelle suore: sono sempre donne! Certo non sono io che ho detto alle suore
che egli doveva partire, perché neanche le conosco.
Pel Rosario tornerà a Roma don Ferretti e, in via provvisoria, mi vedo costretto
a mettere a S. Giacomo don Ferretti, il quale ha la confessione anche per le donne,
e a S. Giacomo non basta un sacerdote da Messa, ci vuole uno che confessi
e sia facoltizzato anche perle donne.
Vi prego di dire a don Opessi che il posto resta sempre suo,
- ma che lo prego di mettersi nei miei panni, = consideri la posizione delicata nostra,
e che non mi sento di dare un disgusto a Sua Emin.za il card. Lega, né di correr pericolo
di perdere San Giuseppe.
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Lunedì partirà per Roma don Risi, ma lascio a voi di parlare col don Opessi,
sapendovi tanto fraternamente uniti nel Signore.
Don Risi, a sua volta, è assai spiaciuto che gli tolgo don Ferretti,
ma la posizione di S. Giacomo è posizione delicatissima, e là ci vuole un Sacerdote
che possa confessare anche le donne, - e non ho altri.
Fate a don Risi la migliore e festosa accoglienza, e vedete in Domino
di compatirvi a vicenda, alter alterius onera portantes,
et sic adimplebitis legem Christi Jesu -
Vi conforto e benedico tutti nel Signore e nella Santa Madonna -
Saluto tutti e pregate per me!
Aff.mo vostro
Sac. Luigi Orione d. D. Pr.
È stato qui vostro Nipote Dottore per visitarmi,
e mi ha fatto una mezza lezione da Università - È un galantuomo
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