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a Jatì


 +        Anime e Anime

         [Tortona] 27 luglio 1920


 Mio caro figliuolo in Gesù Cristo,


 Ritorno stasera e trovo la tua lettera.

 Sta tranquillo che andrai agli esercizî,

anche don Montagna mi scrive che ti avrebbe mandato.

 Egli teme molto per la tua salute, e che tu ti stancassi troppo.

 Però ti vuole molto bene all’anima tua.

 Quanto all’essere tu di peso alla Congregazione, si sarà espresso male.

 I nostri fratelli malati sono tutto il nostro amore in Gesù Cristo,

e le nostre ali per salire a Lui, al Signore.

 Tu dunque andrai a Bra, e avrai una cameretta da te, e scriverò

che ti usino ogni riguardo, ogni cura, - e tu, mio caro Jatì, accetta con piacere

il vitto che ti daranno; e quando potrai andare alle prediche, vai,

- e quando non ti sentissi, riposa tranquillo.

 Quanto poi a tuo fratello, non so se potrò mandarlo alla Moffa

perché don Curetti è a Mondovì da sua madre, e là a Cassano,

a tenere le veci di don Curetti, c’è Francesco.

 Egli mi ha scritto oggi, e ti unisco la sua buona lettera.

Ma vi rivedrete più tardi.

 Ti benedico, ti conforto molto ad amare il Signore e la SS. Vergine,

e ti sono con amore di padre in G. Cr.

 Aff.mo tuo


         Sac. Orione  d. D. P.

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