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Tortona, il 28 sett 1920
Caro don Jatì,
Ricevo
tua lettera del 24 corr. Sono lieto delle buone
migliori notizie che tu,
(e don Montagna anche), mi date di tua salute. Deo gratias!
Vuol dire che il Beato Cottolengo vorrà fare anche a te la grazia
che fece a Francesco: io lo spero e lo prego.
Io vorrei che leggessi, ma non studiassi, e che leggessi solo tanto
da non stancarti mai: hai bisogno di guarire, ora, e poi farai.
2/
Sarai ordinato a Sanremo il 18 dicembre, e canterai la
tua Messa
il giorno di Natale. Sei contento?
3/ Ma bisogna ora pregare, prepararvisi bene
e vedere di metterti in buona condizione di salute.
4/ A tuo fratello farò dare la tonsura, almeno, e ti farà da suddiacono.
5/ Sarei contento molto molto anch’io che vi trovaste tutti tre insieme
per la tua I S. Messa, e vorrei potermi anch’io trovare con voi, ma sarà difficile.
Preghiamo!
6/ Vorrei essere assicurato che tuo fratello avesse date al B. Cottolengo
quelle L. 200, promesse per voto.
7/ E il caro Zaccagnini come sta? come sta?
Digli che prego e prego ora molto per lui.
8/ Mando Giovanni, il quale starà un poco lì con voi altri.
9/ Non ho più tempo: ti benedico; ti conforto molto molto.
Hai ancora quella brutta tosse? Scrivimilo. E la febbre a quanto sale?
Prega per me. Ho offerto la mia vita per salvare quella di voi altri due.
- Spero che sarò esaudito.
Tanti conforti paterni e anche un abbraccio spirituale al mio caro Zaccagnini.
Fagli coraggio!
Vostro
D. Orione
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