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[l’azzurro corsivo è di don Pietro Martinotti]


Da tosto rimandarsi, per l’archivio della Congregazione


           28 / IX [1]917


           D. Orione


Instaurare omnia in Christo!


Rev.mo Sig. Direttore,


Con grande mio dispiacere debbo darle relazione di un fatto avvenuto

nella nostra Casa di Roma, situata in Via Alba, 5. - Lei ben conoscerà l’indole

del ch.co Saroli: un po’ altiero e pieno di se, nonché cocciuto nelle sue idee.

 I Orbene una sera aveva, per mancanza commessa, punito un ragazzo,

mettendolo in ginocchio e dandogli anche calci alla schiena,(?) (come disse il ragazzo).

- A questa punizione il ragazzo scappò dal camerone e venne dal sottoscritto piangendo

fortemente e raccontando il fatto. Io mi trovavo con i più grandi e stavo accompagnandoli

a dormire.

 II Sentendo costoro il fatto, e avendo già verso il Saroli un po’ di attrito,

ne fecero le più alte meraviglie apostrofando in vari modi il Saroli, ricordando

specialmente il fatto, che parecchi ragazzi s’erano recati dalle guardie

di Via Appia, perché battuti dallo stesso.(?)

 III Per far cessare ogni questione, preso il ragazzo piangente in disparte,

ragionai sul fatto e per farlo quietare, lo mandai a dormire. Venuto poi nel mio camerone

il Saroli, gli domandai, come di dovere, (rappresentando in quel momento il Superiore,

poiché il Direttore don Adaglio, si trovava in Piemonte) spiegazione del fatto avvenuto.

 IV Per tutta risposta non ne ebbi parola.(?) Venne una seconda volta,

e ridomandata la stessa cosa, mi fu risposto che ben sa egli quel che ha fatto.

 V Allora aspettai che i grandi fossero a dormire e poi mi recai in camerata

dei piccoli e con grande mia meraviglia vidi ancora il ragazzo in ginocchio.(?)

 VI Senz’altro e senza alterarmi, imposi al ragazzo di andare a letto.

- A questa mia imposizione il Saroli, guardandomi cinicamente dal basso all’alto, disse:

Il ragazzo deve stare in ginocchio. (??!)

 VII  Alla nuova mia insistenza, maggiormente alza la voce e dice: Niente affatto,

il ragazzo deve stare per forza in ginocchio, e a qualunque costo,

e guai se si muove!!!(???) A queste parole altisonanti, i grandi dell’altro camerone,

che ascoltavano tutto, si alzarono ed in corpo vennero assistere al fatto

di poco buon gusto.




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 VIII Alla terza mia insistenza, mi impone di finirla, e mi dice che mi compatisce

e mi rispetta come sacerdote .ecc. e tante altre frasi che ora ben non ricordo. (possibile??) A questo punto alzai la voce anch’io ed imposi al ragazzo di andare a dormire

e lo feci con un moto così risoluto che il Saroli non osò più parlare.

- Intanto rimandai i grandi ancora a dormine e lascio pensare quanti commenti

si siano fatti a questo caso. - Il don Casa già al mattino cercò di aggiustare la cosa

in faccia ai ragazzi dimostrando come l’assistente abbia fatto male;

ma tuttavia fu un fatto che ebbe il suo strascico -

 IX Dopo tre giorni (??) (dopo l’insistenze di don Casa),

il Saroli venne a domandare perdono, dicendo che aveva dei dispiaceri per la testa ecc....

Ad ogni modo veda lei, sig. Direttore che si debba fare al caso.

Ossequi tanto don Sterpi e saluti i confratelli.

Raccomandi al Signore il povero suo Dev.mo


          Roma, 10 agosto 1917


          D. Pietro O.D.P.


Urgente


          28 / IX [1]917


 1/ Chiedo al Saroli una relazione del fatto sincera.

 2/ Chiedo anche se sta vero che, pure ultimamente, ha percosso un orfano,

facendogli anche sanguinare il volto.


        Sac. Orione  della Div. Provv.za


 [cfr. Saroli: 3 ottobre 1917]

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