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[Tortona] venerdì 17 nov.bre 1922
Caro mio don Manca,
La grazia, la pace e il conforto di Nostro Signore siano con te!
Rispondo alle tue ultime due lettere, a quella del dì dei Santi e all’altra, senza data,
dove mi comunichi l’arrivo improvviso di tuo fratello e di tuo padre a Cassano.
Dovrò essere breve, ma cercherò di essere chiaro. Cominciò dalla tua lettera
del I novembre. E premetto: qui unita troverai lettera per don Michele Melomo,
che ritengo si trovi in famiglia; sia tu che lui mi darete ogni risposta a Roma,
dove sarò a giorni: Via Appia Nuova, 126 - Quartiere Appio Chiesa di Tutti i Santi.
I Se don Michele non accettasse di fermarsi lui a Cassano, allora manderò un altro,
che potrebbe anche essere Gemelli; ma se accettasse don Melomo mi sarebbe più caro.
II Domani partono di qui due suore, così per la cucina e per la biancheria
la Casa di Cassano va a posto. Ritorna quella buona Guidina, che faceva già tanto bene,
e con essa una un po’ più anziana, ottima per lavoro, ma un po’ sorda -
Era conveniente fossero in due, sotto ogni riguardo, e che una fosse un po’ di età.
III Trattatele con ogni riguardo, sono buone suore, e piene di buona volontà
di lavorare. I sordi però sono sempre pieni di sospetto, e quindi quella che è sorda
ha il difetto di sospettare sempre che si parli male di lei, è una croce per essa e per voi,
avrà bisogno di essere confortata e compatita e di confessarsi in posto a parte,
come si usa fare con gli affetti da sordità. Vedi di occupartene.
IV Ora poi ti dico tutto il mio pensiero sulla Catena:
a meno che non sia proprio sforzato, non voglio chiudere codesta cara casa;
ma voglio farne un probandato e un noviziato per l’Italia meridionale.
Io non abbandonerò la Madonna della Catena, che quando il vescovo
mi dicesse che questo è suo desiderio: non credo neanche alla fame,
ma cederò subito e sempre et ex corde al desiderio della Chiesa di Gesù Cristo,
che vedo nei vescovi e nel S. Padre.
Non abbandono i santuarî e le Case della Madonna SS., e sappi che San Francesco
di Paola tiene sotto una sua speciale protezione tutti voi altri di codesta casa,
lì vi è una piccola statua del santo la quale ha parlato, però non fare chiasso su questo fatto,
ma tienimi da conto quella piccola statua.-
Un giorno ho chiesto al patriarca di Venezia se me la potevo portare via,
comprando una statua più bella pel santuario, ma mi ha detto di lasciarla lì:
egli mi parlava così non perché fosse ancora vescovo di Cassano,
ma quando già era a Venezia.
Vedi, non mi pare prudente portare subito in Piemonte i calabresi e siciliani,
ché sono ragazzi, e tanto volubili anche per la loro età.
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È vero, ora saranno pochi perché non c’è come mantenerli, ma spero in Dio
che avremo qualche ajuto. Tuttavia bada bene che non conviene oggi accettare,
se non si ha come mantenerli. E qui entro a rispondere alla 2da tua lettera.
I Quanto al giovane che pareva volesse andarsene, ma che poi rimase,
prima di farlo venire qui, è bene che venga io prima a Cassano.
Se anche tu dovessi venire qui, digli che mi aspetti, io non potrò tardare molto a venire.
Intanto vediamo chi viene lì al tuo posto e chi verrà per assistente.
E quanto alla tribolazione dei tuoi andrò io a Roma in questa settimana;
vedrò i tuoi genitori, vedrò come sono trattati; vedrò e parlerò con tuo fratello -
Sta tranquillo che userò la più grande carità, e poi ti riferirò o a voce
(se vengo subito giù, o per iscritto). - È una croce, caro mio questa, e le croci,
che ci manda il Signore, sono prove infallibili del suo amore.
Con questa tribolazione il Signore ti vuol rendere più simile a lui
e ti va meglio preparando per le Missioni; tu prega, e sta fedele al tuo Signore
e alla tua madre dello spirito la nostra cara Congregazione.
Io ti sto vicino pregando per te
Quanto a tuo fratellino, egli sta bene, studia, prega ed è contento.
Tuo fratello più grande gli ha scritto in sardo delle espressioni
che non mi piacciono, e non gli ho consegnato lo scritto, - che poi vedrai tu.
Certo è bene che tu non veda i tuoi, finché quel tuo fratello si diporta così.
Vedremo se sarà il caso che li veda prima di partire per l’America.
Quanto a Padre Gil, abbi pazienza, almeno finché venga io;
intanto gli mando due parole, - che spero lo calmeranno.
Con la pazienza e coll’orazione ci comperiamo il Paradiso.
Ed ora ti saluto, e ti vorrei confortare tanto tanto nel Signore.
Vedi che l’inviarti le Suore, facendo ogni sacrificio per mandartele,
ti significa tutto il pensiero che ho per codesta cara Casa della Madonna -
Quando siano giunte, me lo scriverai a Roma.
Prega e fa pregare per me, carissimo mio don Manca, e Iddio te ne ricompensi.
Saluto e benedico a tutti! Gesù sia la nostra pace e la nostra vita -
Tuo aff.mo in Gesù Cristo e Maria SS.
Sac. Orione della Div. Provv.za
P. S. Conforta in sul principio la nuova Suora venuta, e quando le parli, parla forte,
che ti possa sentire -
Non ho tempo a rileggere questa lettera - Sto preparando un buon chierico,
che già ha fatto tutto il suo ginnasio a Bra, da mandare assistente a Cassano.
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