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         Tortona, 29 sett.bre [19]23

 +        Anime e Anime !


 Caro don Manca,


 Pax Christi!

 Ho ricevuto le tue lettere.

 Per Cannavò ho scritto a Roma e a Tortona; la risposta è che non lo prendono

se non a pagamento, ed è una diaria molto alta, per cui non bastano L. 500 al mese.

 Come comprenderai, la nostra povera Congregazione non può addossarsi

questa spesa.

 Quando don Gemelli mi scrisse di voler riaccettare il Cannavò,

ho detto che aveva fatta su di me buona impressione la sua domanda

d’essere nuovamente figlio della Congregazione, ma non mi fu detto che era malato e,

peggio, di tale malattia.

 Ora ho scritto in altro Istituto, perché tu e tutti vorrete ben ammettere che io,

in coscienza, non posso riceverlo nelle nostre Case che sono piene di ragazzi,

mentre pel suo male ha bisogno di essere segregato,

e non mai di stare a contatto di giovani.

 Né noi abbiamo Ospedali, mentre egli ha bisogno di un Ospedale.

 Mi fa molta meraviglia come, essendo messinese,

non lo accettino all’Ospedale di Messina, avendone diritto.

 Dunque per Cannavò, va tu all’Ospedale e vedi di farvelo entrare;

io poi sto adoperandomi perché, se proprio non lo volessero ricevere a Messina,

possa trovare luogo altrove - Ma è difficile; pensa che mi hanno risposto di no

fino dal Cottolengo di Torino, ove dicono che tutto è al completo.

 II Dirai a Ladislao che, anche don Lodovico parta, lui aspetti

e non vada con don. Lodovico. Ciò gli dirai in via riservata, perché non intendo far torto

a don Lodovico, né creare pettegolezzi

 III Per la Chiesa di Messina, piano piano, provvederò in modo soddisfacente -

 Tu abbi un po’ di pazienza, e prega la Madonna e lavora,

che Dio ci assista a sistemare tutto e bene. Ma ci vuole tempo e pazienza!

 IV Il fratello di don Aliffi ha telegrafato qui di dirgli dove deve andare.

don Gemelli a mio nome gli ha chiesto che dichiari bene a che fine viene

e a quali condizioni. Capirai che, dopo il fatto di suo fratello,

i Sacerdoti del Consiglio della Congregazione sono, naturalmente, diffidenti.

 Sappiamo che a Messina c’era la madre, una sorella e un fratello giovane che studia,

- non vorremmo che, sotto sotto, ci fossero secondi fini. Questo dico a te

unicamente per tua regola, non perché tu lo dica, né a luiad altri.

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 C’è da aprire ben bene gli occhi su certe vocazioni.

 V Quanto all’esempio che tu mi porti di Del Rosso che fu accettato a Roma

al Policlinico vedi che Del Rosso era un Orfano del terremoto, cioè dello Stato,

e questi avevano diritto ad essere ammessi in tutti gli Ospedali, tanto più che poi

il Patronato Regina Elena pagava per essi un tanto al giorno,

- come dovette poi fare anche per Del Rosso e per altri.

 VI Vedi un po’ di curare con pazienza anche la pratica del Pensionato.

 VII Mi danno consolazione le buone notizie di S. Comunioni etc.,

che si fanno nella nostra Chiesa. Vedi di rialzarla poco a poco,

povera Chiesa della Consolata!

 VIII Ti unisco parecchie lettere -

 IX Sabato - otto giorni fa - abbiamo avuto la consolazione

di avere ordinati 4 Sacerdoti: don Putortì, don Remo, don Garberoglio,

don Vincenzo di Venezia, quell’Assistente della barba.

 Fai tanti saluti fraterni a don Ludovico e a Ladislao.

 Mi sai riferire = subito = quando è che don Ludovico intende partire.

 Ti benedico e con te gli altri, Cannavò compreso. Digli che mi sto dando attorno

per lui, ma ora si esige avere nelle Città dell’alta Italia il domicilio da 6 mesi,

quindi non ti nascondo le difficoltà gravi - Bisogna darsi attorno

perché venga accettato a Messina.

 Tuo fratello sta bene e così Gerbini.

 Prega per me sempre!

 Tuo aff.mo in G. Cr. e Maria SS.


        Sac. Luigi Orione  d. D. Provv.za

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