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         [Tortona, li] 5 Maggio [191]5


 Rev.mo e caro signor arciprete, [di Monte Spineto don Balbi]


 Ricevo la sua lettera, che ha la data di jeri.

Veramente la mia a lei del 2 3 corr. non mi pareva tale da provocare,

neppur lontanamente, questa sua lettera.

 Tuttavia, e specialmente per quanto si riferisce ai miei atti,

mi è assai facile sbagliare; quindi, se qualche cosa ho scritto

che le avesse potuto recare dispiacere, le chiedo scusa.

 Se ella con la sua non crede che non debba più occuparmi

della situazione del Monte Santuario, - io me ne asterrò, senz’altro,

e disporrò dei miei religiosi come Dio e i superiori mi suggeriranno.

 E farò le cose in modo che ella, caro sig.r arciprete,

non ne avrà nessun dispiacerie, e ma tutto sarà in grande pace e carità,

ajutandomi Iddio con la Sua grazia.

 Che se io dovessi avessi ad interessarmene, le dico con molta sincerità

e rispetto e con molto affetto che intenderò intenderei sempre attenermi ai criterî in breve,

ma chiaramente espressi in quell’altra mia lettera del 3 corr.:

di esaminare cioè la situazione dopo aver pregato: di non condannare nessuno

senza prima averlo bene sentito e avere sentito tutti:

di trattare la cosa con molta serenità di spirito,

e con intendo vengono fatti anche i cambiamenti che occorressero

vorrei farli con molta carità nel Signore. Diversamente: non ne farò nulla

piuttosto con dolore piuttosto ma silenziosamente mi ritiro e con carità amerei ritirarmi.

che andare contro coscienza

 Quanto all’andare lei dal novello Vescovo, questo mi farà anzi piacere:

mi usi solo la carità di portargli queste le mie due lettere. e basteranno a dimostrare

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