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 +        Instaurare omnia in Christo!

         [Messina] 18 / XI - [1]909


 Caro don Gatti, [Vittorio]


 Ricevo la sua da Emmanuele; va bene.

 Lei avrà saputo da Perosi, al quale lo avevo scritto io, che devo venire,

perché tutti gli altri ignorano della mia venuta. Si, io verrò presto,

ma questo presto può essere una settimana più o una settimana meno,

poiché ella sa che da un momento all’altro la situazione

qui può esigere che io debba tardare: vorrei essere a Tortona per l’Immacolata.

 Quanto al lasciare per sempre la mia posizione qui,

come ella in altra sua mi suggeriva, io sento di mia iniziativa di non doverlo fare, -

dal momento che il S. Padre mi disse di fermarmi per un anno, ed io non dissi di no,

ed accettai. Il S. Padre e la Segreteria di Stato, conoscono la mia situazione e incapacità,

ma finora non hanno creduto conveniente richiamarmi

né direttamente, né in modo indiretto.

 Certo qualunque, altro qui farebbe assai meglio di me,

non perché mi manchi la buona volontà che Iddio mi dà, ma in tutto il resto mi manca.

 Io però non intendo che né direttamente né in modo indiretto

si agisca sulla S. Sede a mio riguardo: Essa se avrà da comunicarmi qualche cosa lo farà

o prima o alla mia prossima venuta.

 Credo che di qui abbiano scritto già al S. Padre per disfarsi di me,

avendo dovuto parlare chiaro, e avendo toccata una piaga troppo viva:

lo saprò alla mia venuta. - Ora scriverò anche al Card. Segr. di Stato

per domandare di poter venire, ed esponendo la necessità di una mia visita alle Case.

 Quanto a ciò che lei mi scriveva qui per Ligenza, non c’è nulla di ciò che lei pensava

poiché egli non legge nessuna delle lettere, ed ebbe da me una sgridata

perché essendo andato a Cassano all’Jonio, e avendo saputo là che aspettavano un chierico lo scrisse a quel chierico.

Egli è alla Giostra.

 Quanto alla sua cassetta a quest’ora l’avrà ricevuta,

perché qui non c’è più: né alla stazione né al Ferry - boat.

 Jeri sera è passato di qui Mariotti: - lo troverà al Senato.

 Don Ravazzano tempesta da Tortona per sapere a che punto è la pratica,

e per affrettarla.

 Veda di dirmi qualche cosa - È giunto l’oro al padre Gaetano.-

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 Persuada don Santamaria che non si muova

poiché non può dare alla Congregazione un grave dolore e imbarazzo,

non essendo facile, come egli crede surrogarlo in una posizione così difficile -

Mi conceda almeno 6 mesi di tempo da poter provvedere.

È poi inconcepibile che egli non comprenda che trovandomi io qui legato,

non posso provvedere come se fossi più libero.

 Egli poi mi pone delle condizioni da pazzo:

poiché il pormi la condizione che io faccia promuovere Cardinale il Vescovo di Tortona

è cosa I che esorbita da ogni mio potere e 2do che non dipende che dalla chiesa, -

ed è segno in lui di pazzia o quasi - Queste cose prego lei di dire nella loro interezza

a quattr’occhi a don Santamaria, e di riferirmene con ogni sua possibile sollecitudine.

Gli dica che deve stare nelle sue condizioni, a quanto gli dirò io, -

se vuole essere sicuro di non fare passi falsi, e che venendo prossimamente io a Roma

gli parlerò e vedrò di accontentarlo in tutto ciò che mi sarà possibile.

 Voglia prenderlo con carità grande, perché è in istato di mente

che ha bisogno di non ricevere forti impressioni o dispiaceri.

 Non so poi perché don Risi o don Adaglio non mi scrivano più.

Aveva detto che delle Case di Roma desiderava essere informato ogni settimana.

 Perdoni tutto questo disturbo, e Dio la ricompensi.

 Aff.mo suo in G. Cr.


          Sac. Luigi Orione  d. D. Pr.

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