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+ Instaurare omnia in Christo!
Roma, 12 Ottobre 1905
Mio Carissimo don Zanalda,
Ti scrivo da Roma dove mi trovo dal 24 luglio,
e capirai da questo la ragione del mio silenzio. Sarò a Tortona però dal 20 corr.
Ed ora veniamo a noi: sono rimasto addirittura afflittissimo di ciò che mi hai scritto,
e ho scritto a don Goggi che attualmente è a Tortona e che ti è sinceramente affezionato
affinché se tu andavi ti fosse largo di fraterni conforti,
e mi rispose che proprio desiderava vederti.
Da parte mia come fossi tuo fratello e più che fratello prendo parte ai dolori
che comprendo ti debbano straziare la vita e prego ogni giorno per te
affinché il Signore che fu pure tanto calunniato non permetta
che più a lungo tu rimanga sotto il peso di sì atroci calunnie,
e ti voglia finalmente consolare e disperda una volta la continua e diabolica vessazione
che ti perseguita.
Ne tradas, Domine, bestiis animas confidentes Tibi!
Però tu non devi lasciarti mancare di fede, o caro mio Zanalda, poiché sopra di noi
vi è il Signore il quale sa trarre dal male il bene e le più grandi consolazioni
dai dispiaceri più dolorosi e la vita stessa dalla morte; il calunniatore è simile al bruco,
che passeggiando sui fiori vi lascia la sua bava e li sporca, -
ma la mano stessa di Dio si prende cura dell’uomo giusto,
e non lo ha mai abbandonato ai suoi nemici. Tu abbi fede e sta attaccato al Signore,
e sta tranquillo che Dio stesso si prenderà cura di te - Del resto io il 19 sono a Tortona,
credi che possa parlarne a Monsig. Vescovo? Al caso non hai
che da scrivermi una parola qui, subito.
Quanto al tuo piccolo raccomandato io lo accetto ben volentieri, -
tu sai se a te io possa dire di no, dopo tutto quello che hai fatto e che ti devo -
Potrà egli pagarsi qualche cosa? Sai perché ti dico questo?
Perché ho comprato, come avrai sentito, la Casa Oblatizia per 25.000 lire dal Vescovo -
Con rescritto Pontificio fatto di proprio pugno dal S. Padre
anche la parrocchia di S. Michele veniva incardinata alla Congregazione,
dopo la cessione o morte dell’attuale investito - Ma ora mi trovo in un grave imbroglio, -
devo fare il pagamento il 20 corr. mese - e mi mancano parecchie migliaja di lire -
L. 20.000 le ebbi dalla Divina Provvidenza e non in prestito, - altre ne ebbi
e feci con queste alzare la Casa interna di un piano, -
poiché mi teneva sicuro sulla parola di un sacerdote
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che mi avrebbe date le 5.000 lire oltre le 20.000 - Adesso invece mi manca,
o almeno per ora non può - E ti dico proprio che sono in gravi fastidî.
Ecco perché ti dico che se appena il fanciullo può pagare quel che può lo paghi.
Tu sei come dei nostri e non ti offendi per questo lo puoi mandare
o condurre quando credi a Tortona con quanto può portare di corredo
e con piccolo materasso e 4 lenzuoretti, se può.
Ed ora finirò, caro mio don Zanalda; - coraggio, e guarda che le nostre Case
sono sempre le tue, non hai che da venire, non fa bisogno neanche di scrivere -
Oh non sarebbe forse meglio? Ma vieni un po’ col tuo Don Orione e lascia andare tutto -
Ti abbraccio come un fratello e ti sono aff.mo in G. C.
Don Orione Luigi d. D. P.
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