V035T096 V035P115



 +         Anime e Anime !

          Messina, il 6 / XII [1]911


 Caro don Zanalda,


 Ricevo la tua del 4 c.m.

 No, che non mi offendo come so di non tradirti, con l’ajuto di Dio.

 Ti ringrazio anzi dei consigli, e so di dirtelo col cuore.

Di figure cattive non te ne lascerò fare: il Signore,

per amore del quale tu mi hai tanto ajutato, mi darà modo di non lasciartene fare:

sta tranquillo, caro don Zanalda. - Io soffro di non averti potuto restituire quel denaro

che con tanta carità mi hai prestato; ma vedrai che Dio mi ajuterà a farlo e presto,

e tu avrai tutto, e il merito di avermi ajutato a fare un po’ di bene.

 Mi rincresce che i buoni amici e sacerdoti della nostra cara diocesi si scandalizzano,

non per me, ma perché certi discorsi non fanno bene.

 Io cerco di vivere in grazia di Dio più che posso: di lavorare più che posso:

di non fare del male a nessuno. Ne ho fatto tanti peccati e tanto tempo ho perduto

e di frequente ho peccato contro del prossimo e di questo ho domandato perdono

già al Signore e tempo per rimediare.

 Quanto a Sanremo sei stato informato male: ecco la cosa.

Il Vescovo mi ha venduto tutto per 65 mila lire, io poi ho rivenduto potuto rivendere

la palazzina che era staccata dal Convitto quella sull’angolo, per 78 87 mila lire

per maggior somma, ho pagato il Vescovo, ed il e col resto ho fabbricato,

annessa al Convitto, una Casa dove ho messo le monache magazzini, cucina, lavanderia

spendendovi L. 24.000 e forse più: ecco la pura verità e queste sono quasi tutte pagate.

Ci ho guadagnato o ci ho perduto? Vedi come le cose sono diverse!

Quando senti parlare, sta attento con che spirito si parla e capirai subito.

 La cosa di Bra, non si sa se si effettuerà,

ma non è cosa che compra la Congregazione, né tu la rifiuteresti se fossi al mio posto

dato che la cosa vada.

 Quanto all’altra tua espressione che cioè si dimettano dalla Casa certe persone;

sta tranquillo, mio caro don Zanalda, che chi si diporta bene non viene dimesso

da Don Orione Solo sono quelli che con la loro condotta morale provata,

e ripetutamente provata disonorevole, si rimettono che vengono rimessi in Domino,

affinché non abbiano a disonorare l’Istituto,

il quale sarà ed è povero fin che volete, ma ha cercato finora di meritare

la benedizione di Dio e la benevolenza degli onesti e dei buoni.

            V035P116


 Certo io non prendo la pietra da lanciare su chi mi ha dato profondi dispiaceri

né strombazzo pubblicamente i motivi per cui alcuno cessa di fare parte dell’Istituto.

E se ne scrivo ora a te, lo faccio in via riservata e perché sei tu che me ne hai scritto.

E la presente ti prego di averla come riservata, per questo.

 Del resto, venendo ai nostri interessi, tu riceverai presto un po’ di denaro

e poi ne avrai presto altro.

 Io ti rimanderò poi anche la tua lettera (ma non ti offendere)

perché tu la devi stracciare poiché l’hai scritta troppo ab irato.

 Ti saluto e ti sono sempre aff.mo amico


           Sac. Orione  d. D. P.

¨