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          Anime e Anime!

          Tortona, 4 Gennaio 1905


 Mio caro figliolo nel Signore Nostro Gesù, [ch. Camillo Risso]


 Vedi che ti chiamo così, perché saprei mica come chiamarti meglio.

 Solo adesso ho letta la tua, e sono consolato tanto tanto dal saperti beato

tra codesti carissimi fratelli e padri.

 E qualche giorno fa fu qui tua zia di Sale, che io era appena giunto da Vigevano,

e non ho potuto darle altre notizie che quelle ricevute già da molti mesi dal Generale;

ma è andata via contenta, e mi par proprio una buona donna quella tua zia.

 Il tuo Generale mi ha scritto e mi ha mandato un opuscolo che mi ha fatto tanto bene.

Quando lo vedi ringrazialo per me, e digli che di sovente, da povero peccatore

lo ricordo davanti al S. Tabernacolo. Egli ha voluto anche aiutarmi diversamente,

e lo benedico a nome di tanti poveri figli, e sia benedetto dal nostro Padre che è nei cieli.

 L’anno passato sono stato a Roma buona parte dell’anno

e vi fui anche da metà novembre al 18 dicembre scorso, e sono stato, non ultimamente,

ma prima per trovare il Generale, ma non c’era più;

ora poi ho veduto che è stato ricevuto dal S. Padre, ma mi trovava già via.

Tuttavia e l’anno passato, quando avete avuto il breve e dell’udienza di quest’anno,

digli pure che ho provato gran gioia. Ah! io vi voglio in Domino tanto bene,

o cari figlioli di Rosmini, tanto provati dalla croce, e ne voglio anche tanto tanto tanto

al vostro benedetto Fondatore e Padre.

 Coraggio, coraggio! Dominus prope est!

Ma finché siete i beniamini della croce vi voglio ancora più bene,

di un soave e fraterno affetto, perché tu sai che Gesù si ama in croce.

 Dunque coraggio, o figliol mio, amalo molto Gesù, e sî proprio un buono

e perfetto religioso. Oh! come si sta bene quando, coll’aiuto di Dio,

si fa tutto per essere religiosi davvero.

 A questo fine sì, io pregherò per te e tu anche per me e per i miei

affinché nella carità di N. Signore riusciamo ad essere un cuore e una cosa sola con Lui.

 Ancora una cosa: il tuo padre Generale mi ha usata la carità di una copia

delle vostre s. regole, ma da mezz’anno non la posso più trovare:

digli che, se può, me ne favorisca un’altra copia indirizzandola qui: -

mi ha aiutato molto quella s. regola, e adesso mi par di essere senza un braccio.

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Amerei anche tanto di conoscerlo, ma in nostro Signore sento che ci vogliamo bene

dell’amor Suo e sono già molto felice.

 Oh vedi che lunga lettera! sî dunque lieto e vada per non averti scritto mai.

E adesso finisco: Carità, figlio mio, e carità e carità in lungo e in largo e in tutto carità.

 E in questa dolcissima carità che è Dio, ti abbraccio e tutti i tuoi amatissimi fratelli

e padri, che sono anche miei fratelli e padri.

 E prega per me sempre.

 Tuo aff.mo in G. Crocifisso


        Sac. Orione  della Divina Provvidenza

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