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Tortona 30 Dicembre 1917
Anime e Anime !
Caro Padre,
Veda un po’ se è possibile ottenere da codesto comando della piazza di Venezia
che i membri del suo Istituto, che devono sottostare alla legge comune di allontanamento,
siano dichiarati profughi non volontari, come in realtà è,
perché così essi avrebbero diretto ad una lira al giorno a testa, il che,
col caro viveri e le altre spese, Le potrebbe essere di qualche ajuto.
Perdoni la libertà.
Occorre che portino una dichiarazione in quel senso,
per avere il sussidio Governativo.
Del resto non c’è nulla di più caro al Signore che la confidenza in Lui.
Suo dev.mo come fratello
Sac. Orione della Div. Provvidenza
+ Tortona, il 30 Dicembre 1917
Anime e Anime !
Caro Padre e Fratello in Gesù Cristo, [P. Tormene]
Ricevo suo espresso. Qualora i suoi cari figli in Gesù Cristo
dovessero lasciare Venezia, sono ben felice e reputo a grazia di Dio
di poterli subito accogliere a Villa Moffa presso Bra (Piemonte).
Essi potranno fare colà famigliola religiosa, e saranno provvisti del necessario alla vita.
La via è questa: vanno a Torino, e da Torino prendono il biglietto
(linea Bra-Savona) per Bra (se è treno diretto), diversamente per Bandito (se omnibus).
Bandito è un paesello con fermata ferroviaria a quattro chilometri prima da Bra,
e Villa Moffa è a 10 minuti dalla fermata di Bandito. Se invece vanno a Bra,
devono fare cinque chilometri circa per tornare indietro, verso Torino;
passano a Bandito, e poi c’è Villa Moffa, che è un po’ fuori del paesello,
in posizione amenissima, sul fianco di una collinetta con vasto giardino,
e 300 piante di frutta, acqua di sorgente, vigna, bosco.
Era la villa del Marchese Visconti di Venosta, morto pochi anni fa,
e fu lui a piantare tutto quel ben di Dio. Non è molto grande la villa.
Ora vi sta un nostro sacerdote, che è veramente un santo sacerdote, di circa 45 anni,
e vi sono una dozzina di chierichetti, che vi fanno la 3a ginnasiale;
ma c’è posto per tutti e si può fare comodamente una cosa distinta secondo le loro regole.
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Per cucina vi tengo due religiose, già d’età, ma che non vestono da suore,
bensì in abito comune, e dormono fuori.
Vi è una bella cappella col SS. Sacramento; vi è comodità di confessarsi,
perché Bandito ha due ottimi sacerdoti, parroco e vice parroco di buono spirito
e di sane idee.
E si prestano, e ci vogliono molto bene. Anche il sindaco (si dipende da Bra,
Bandito ne è frazione) dove può ci aiuta. Sono paesi ancora molto buoni.
A Bandito non c’è un uomo che non faccia la sua Pasqua.
Se vanno a Bra, basta chiedere dove è Villa Moffa, che tutti lo sanno.
Unisco un biglietto di presentazione, così, pro forma pel direttore; ma gli scrivo subito.
La biancheria la faremo lavare con la nostra, qui a Tortona
per risparmiare spese troppo alte, e per tutto il resto la Provvidenza ci aiuterà.
Dica al patriarca che lo ringrazio, e che, benché colà vi sia pure la razione,
Nostro Signore penserà a tutto che è necessario. Portino più biancheria e coperte
che possono, perché si è già quasi nell’alto Piemonte lassù, e vi fa freddo assai,
ma saranno contenti, e vi è gran pace e buono spirito in Domino.
Quella Casa è della Madonna SS. Immacolata. E luogo più bello non troverebbero,
né più adatto al fine religioso.
La abbraccio in osculo Christi, e vi abbraccio tutti in Nostro Signore.
O cari religiosi dell’Istituto Cavanis, io amo da molti anni il vostro Istituto,
e lo conosco bene.
Vostro come fratello
Sac. Orione della Divina Provvidenza
Caro Padre superiore, baci per me la sacra porpora all’Eminentissimo,
e gli dica che gli gli scriverò; Dominus prope est.
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