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[Non digitata minuta di 4 fogli]


[Al Molto Rev.do Sig.

Sig. Don Canegallo

Arciprete di Casella Ligure]


Riservata


 +         Messina, il dì 8 / 1 [1]911


 Carissimo arciprete e amico,


 Ho ricevuto e gradito assai la tua lettera, la quale, per la parte che mi riguarda,

mi ha anche fatto passare un buon quarto d’ora di lietissimo umore,

in mezzo al molto lavoro che ho.

 Sono pienamente d’accordo con te sui meriti insigni della persona di cui mi scrivi

con tanto affetto, e ti confesso che ne ho sentito vivo compiacimento perché ho capito

che sei di quelli che non solo non demoliscono (ciò che non dubitavo) me che delle persone

più venerande del nostro clero hai la meritata stima, poiché esse sono davvero i nostri

maestri, e quelli che, pure tra i dolori, continuano nel clero della nostra cara diocesi

la tradizione di serietà, di dottrina e delle più sante virtù sacerdotali.

 La tua lettera, mio caro Canegallo, mi ha fatto proprio consolazione: Dio ti benedica!

 Del resto, quanto a me sarei ben lieto, ma ho ragioni di credere

che vi si opporrebbe la sua grande umiltà, avendo egli una pietà e spirito sacerdotale

molto profondo e sentito, ed essendo di una umiltà vera.

 E, in secondo luogo, io, credilo, caro don Canegallo nulla posso e nulla,

nulla valgo, e non te lo dico per ostentazione; poi qui è lo Spirito Santo che fa,

et Spiritus ubi vult, spirat.

 E adesso mi raccomando di pregare per me, poiché mi sento molto miserabile

e ignorantissimo per questo ufficio. Io vorrei da N. Signore

poterne presto essere liberato se, come credo, così piace a Lui,

per il maggior bene di queste anime.

 Io non sospiro altro che di ritornare tutto tra i miei ragazzi e fare le s. missioni

per le nostre montagne. Prega il Signore che mi faccia questa grazia,

e ti prometto di venire a predicare anche a Cabella;

ma non più con delle prediche così lunghe, come quella là della festa di S. Caterina

(o S. Giovanni mi pare) - almeno, o lì o a Savignone - quando c’era don Bianchi

che avete dovuto venire a tirarmi la veste per farmi discendere dal pulpito.

 Dunque addio, caro arciprete, e preghiamo.

 Gesù ti dia ogni consolazione, e abbimi per tuo aff.mo in X.sto.


              Sac. Luigi Orione

         della Piccola Opera Div. Provvidenza

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