V036T003 V036P005
[minuta]
+ Messina, il 31 / genn. [1]911
Caro don Allasia,
La vostra ultima mi ha cagionato grandissima afflizione.
Oh quanto sarebbe stato meglio per il vero bene dell’anima vostra,
che aveste confessato con umiltà e sincerità la vostra colpa anziché mentire!
Anche
a Roma ricordo che avete osato negare sempre, finché io
vi ho detto tali parole
per cui avete capito che doveva tenere in tasca le vostre lettere.
E
così, anche dopo avete negato, quando non xxx
lo potevate fare e io lo so bene
che
non lo potevate fare e ora adesso
continuate; ed io ora così non va
bene,
per
un falso amore della vostra reputazione
lo so, come è la verità di voi.
Povero figliuolo mio! Questo vostro atteggiamento è il più grave dolore
che
mi potevate ancor dare. e non ci
ritornerò più su, qualunque cosa diceste, poiché
so
bene quanto ho dovuto soffrire.
Ma
non è al mio dolore che devo badare, ma
all’amore e bene
e al buon nome dell’Istituto e alla vostra anima. -
Io
ho assai pregato
prima di prendere la deliberazione che si riferisce a voi
e ho
aspettato e sento che e so che faccio
il vero vostro bene e che in punto di morte
non cambierei, e mi troverei male se facessi diverso di quanto ho stabilito.
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