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[minuta]


 +        Messina, il 31 / genn. [1]911


 Caro don Allasia,


 La vostra ultima mi ha cagionato grandissima afflizione.

 Oh quanto sarebbe stato meglio per il vero bene dell’anima vostra,

che aveste confessato con umiltà e sincerità la vostra colpa anziché mentire!

Anche a Roma ricordo che avete osato negare sempre, finché io vi ho detto tali parole

per cui avete capito che doveva tenere in tasca le vostre lettere.

 E così, anche dopo avete negato, quando non xxx lo potevate fare e io lo so bene

che non lo potevate fare e ora adesso continuate; ed io ora così non va bene,

per un falso amore della vostra reputazione lo so, come è la verità di voi.

 Povero figliuolo mio! Questo vostro atteggiamento è il più grave dolore

che mi potevate ancor dare. e non ci ritornerò più su, qualunque cosa diceste, poiché

so bene quanto ho dovuto soffrire.

 Ma non è al mio dolore che devo badare, ma all’amore e bene

e al buon nome dell’Istituto e alla vostra anima. -

Io ho assai pregato prima di prendere la deliberazione che si riferisce a voi

e ho aspettato e sento che e so che faccio il vero vostro bene e che in punto di morte

non cambierei, e mi troverei male se facessi diverso di quanto ho stabilito.

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