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[Stralcio di lettera ai novizi della casetta di Sanremo]


            [28 9 1901]


 Da sul treno che volava verso Roma, sulla quando riva dello stesso mare

quando piansi vedendo il mare che non aveva visto mai, e quando mi pareva di vedere

molte navi e molte barche tutte piene di missionari che andavano incontro al pianto

che veniva sulle onde dai lidi lontani.

 Intanto il cielo diventava bianco e le stelle mandavano una luce bianca

e sparivano. Una sola, bella, tremula, e che doveva essere quella stella mattutina

che servì a simboleggiare la Santa Madre del Signore - mi seguì fin di là da Porto Maurizio

finché scomparve dietro una palma che sorge presso la stazione di Oneglia.

 Ho visto, passando, il Santuario della Madonna della Misericordia:

ho visto il Santuario della Madonna dei Fiori presso Bra;

dove è nato il venerabile Cottolengo. Ed ora sono giunto qui, dove ho trovato questi figli

che stanno tutti bene, e che mi lasciano di salutarvi tanto tanto, benché non vi conoscano.

 Qui hanno una magnifica cappelletta, dove possono stare un 25 giovani,

un po’ più larga, mi pare, di quella che farete voi. Non tengono il Santissimo,

perché non hanno la S. Messa tutte le mattine, ma la lampada è sempre accesa

davanti al quadro del Santo Volto.

 In questa Casa ci sono quattro quadri del S. Volto, ma quello della cappella

è assai più grande del nostro che è lì, e notte e giorno vi arde innanzi una lampada.

Questa cappelletta potrà entro non molti anni essere aperta al pubblico, perché guarda

verso il Corso Principe Oddone, e non vi sarebbe che da gittare giù un muro,

e fare tre gradini da salire. Hanno una magnifica balaustra; i banchi già fatti.

Una statua del Sacro Cuore di Gesù alta quasi un metro, e una del Sacro Cuore di Maria

un po’ più alta. - Tre pianete rosse, tre bianche, una stola ricchissima tutto lavoro a mano,

di ras su fondo di raso bianco. Una statuetta di S. Antonio, con capettina per il pane

di S. Antonio, un S. Giuseppe, e una piccola Immacolata - L’altare e la balaustra

sono in legno solidissimo, inverniciato in bianco.

La balaustra ha 14 colonnette ed è in due pezzi.

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 Qui non ne adoprano che metà. Se si potesse vi manderei l’altra per la cappella costì -

 Stasera alle 21 avrò la conferenza in Arcivescovado son gli adoratori.

- Pregate molto; vi farò poi sapere qualche cosa.

 Io partirò domani mattina per Oropa, dove spero dire la S. Messa avanti

quella taumaturga Immagine - e di dove vi manderò un Ricordo, spero.

(fin qui sabato ore pomeridiane)

 Domenica ore 3,50

 Mi levo adesso, e jeri sera non ho potuto finire questa mia perché venne gente;

poi fui alla Consolata dove ho pregato per voi, e dove ho potuto parlare fino verso le 9

con il can. Allamano, nipote di don Cafasso, e dove ebbi tanti lumi e buoni consigli.

 Alle 9 andai in Arcivescovado e non fui libero che alle 11 di stanotte.

 Dalle 11½ a mezzanotte ho avuto la dolcissima consolazione di entrare in una chiesa

dove eravamo già molti uomini ad adorarvi Gesù Sacramentato esposto là in alto

sovra uno splendidissimo trono regio, ed ho sentito in quel tempo a predicare.

 Sono giunto qui a mezzanotte e mi sono lavato adesso, e finisco la lettera.

 Riparto per Biella e per Oropa alle 5.

 Di che cosa vi parlerò nel finire la lettera? Oh cari figliuoli bisogna bene far

che ci facciamo santi e che amiamo tanto Gesù. Amiamo Gesù!

È il grido che esce da ogni cosa, e che esce spontaneo dall’anima nostra: amiamo Gesù!

Quante volte l’abbiamo promesso di amarlo, quante volte gli abbiamo detto:

o amarti o Gesù o morte, ma morte di amore! Quante volte ti abbiamo detto o Gesù,

la morte, ma peccati più mai.

 Eccovi che oggi è la festa di S. Michele quello che in cielo ha difeso la gloria di Dio,

e che sta vicino all’altare in continua adorazione.

 Oggi dobbiamo cominciare. Oggi Gesù ci attende perché cominciamo a dargli

nuova prova di amore -

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 Amiamo Gesù, figliuoli. Amiamolo tra di noi vivendo in carità fraterna:

amiamolo nel Santissimo Sacramento, amiamolo formando di noi un olocausto continuo

di amore!

 Vi saluto tanto, vi benedico. Vado e pregherò per voi tanto.

 Vi domando perdono di tutti gli scandali e mali esempi che vi ho dato:

pregherò per risarcirvene.

 Salutatemi tanto il padre, don Allasia, don Alvigini, Merlo.

Saluti tanti ai convittori, ad Elia e Prostino.

 Che Gesù che vi benedica tutti tanto tanto tanto, e il nostro fratello Dallera

 aff.mo in X sto


          D. Orione  d. D. P.


.........Gesù perpetuamente e farlo amare e adorare ogni giorno, universalmente e

in perpetuo da tutta la terra!

 L’istituzione della Famiglia religiosa degli Adoratori quotidiani perpetui di Gesù

Sacramentato sarà sulla terra l’aurora del secolo delle misericordie del Signore!

 Vi prego, o mio buon fratello, di dire a Perazzo ciò che è scritto

in questi poveri fogli, e di più raccomando me alle vostre orazioni e alle orazioni di tutti.

.........Eremita. La regola de’ nuovi eremiti è quella di S. Ilarione ritoccata

E questi sono i tre primi vestiti, e quando lasciarono gli abiti del mondo e poi uno ad uno

li Monsignore stesso li per vestire l’abito della penitenza e della orazione.

Oh quan fu Quanto fu solenne il momento in qui quando Monsig. Vescovo

dall’alto della cattedra, parlava al popolo parole commoventi e tutte accese di fede

e di una carità divina,- vedere e là quei tre vinti dal da Cristo - inginocchiati ai piedi

del trono - col colle loro abito lane bianche sovra le braccia! tutti

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