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 +         Anime e Anime

          Tort. il 25 genn. [1]921


 Caro don Berton,


 Ricevo la tua.

 Mg.r Albera deve avere capito male una mia lettera a tuo riguardo,

e, invece di rimandarti le carte, mandò la tua incardinazione nella sua Diocesi,

che prima non aveva mandata.

 Ora Mg.r Vescovo di S. Severino ti ordinerà, ma per conto di Mg.r Albera, credo.

 Sarà Iddio che avrà disposto così, e ne sia benedetto!

 Scrivo a don Martinotti che vada da Mons.gr Vescovo, a chiarire l’equivoco.

 Tu prega, e rimettiti ai Superiori, che faranno il tuo bene,

e non cercheranno che questo.

 Sono contento intanto che tu abbia la Scuola di dogmatica e di morale:

nessun altro chierico ha le comodità di te e di Mussa.

 Ringraziatene Iddio, e servitevene in bene!

 Quanto al Ricreatorio ve lo raccomando proprio tanto: fanno molto più bene

i Ricreatorî che i Collegî o Istituti: la cerchia del bene è più vasta, e poi si fa del bene

alla vera cittadinanza, perché quanto i fanciulli sentono e vedono da noi,

vanno e lo riferiscono poi a casa.

 Sento con piacere che ora stai un po’ meglio, e prego il Signore e la SS. Vergine

di guarirti perfettamente: raccomandati anche a San Pacifico. -

 Malgrado i venti, siete in una splendida posizione, e spero che anche la salute di tutti

ne avvantaggerà.

 Ciò che mi faccio dovere ricordarti è, non tanto di avere la tua solita premura

di essere ordinato, quanto di prepararti bene e di adornare la tua anima di virtù, di pietà

e di scienza, ma ricorda che la scienza, sia pure la teologia, vale poco, ben poco,

se nel sacerdote manchi lo spirito, se non è sal terrae et lux mundi.

 Altissima è la dignità cui aspiri, e terribile il conto di chi, in cosa di tanto momento,

non operasse con tutta umiltà e purità d’intenzione.

 Io, scrivendo ai Direttori delle Case, non lascio dal rammentare loro

la grande responsabilità che essi hanno avanti a Dio, nel proporre alle S. Ordinazioni

i chierici: i Direttori non possono proporre mai chi non mostrasse buono spirito,

chi non desse sicuro affidamento di riuscire un degno sacerdote di Gesù Cristo.

 Non ti devo tacere, o caro mio Berton, che, da qualche lettera del tuo Direttore,

ho potuto rilevare che tu pari infatuato e non sogni altro che ordinazioni,

ciò che era facevi anche a Venezia.

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 Ma so che non sei poi così impegnato, come dovresti, nell’acquisto dello spirito,

della pietà, della virtù del sacrificio, e sento con disgusto che ti presti solo con difficoltà,

dicendo che sei venuto solo per l’Oratorio e per studiare.

 Vedi, caro mio Berton, così non va bene, non solo, ma va male.

 Sono uno che parlo chiaro, a costo di tirarmi odiosità (e tu comprendi bene

che cosa intendo dire); ma, se vuoi diventare un sacerdote secondo il cuore di Dio,

non devi essere di quelli che cercano solo di essere ordinati: non devi essere di coloro

qui quaerunt quae sua sunt, non quae Jesu Christi; ma devi disporti con delicatezza

di coscienza, e devi cercare la santità non l’ordinazione, ma la santità voluta pel sacerdozio.

 Se non ti metti ora, caro mio, non ti metterai più, e se non sarai un santo chierico

e non farai bene la tua meditazione e non giocherai a scarica barile, quando c’è da lavorare,

- non farai buona fine e non sarai neanche un santo sacerdote.

 Non ti devi offendere, mio caro figliuolo, tu non puoi comprendere

quanto don Orione ti ama, e quanto ti desideri sacerdote; ma sacerdote santo!

 Tutto il nostro vero bene sta nella nostra santificazione: credi a me, caro Berton,

non c’è ragione d’affannarsi per le altre cose: porro unum est necessarium.

 Il gran lavoro è la perpetua rinnegazione e purificazione di noi stessi:

la nostra santificazione è il primo nostro scopo, - studio, sacerdozio etc., viene tutto dopo.

 Mi raccomando dunque, caro mio.

 Vedi che quando io parlai di te con certi Religiosi presso cui tu sei stato,

essi mi dissero che erano stati meravigliati di averti visto con me.

 Non ut confundam te haec dico, ma perché tu voglia umiliarti e capire

che sei mancante, e voglia metterti, con la divina grazia, così bene da poterti io

tranquillamente proporre per i Santi Ordini.

 Raccomandati alla Madonna Santissima; anch’io pregherò per te ora e sempre!

 Prendi in buona parte questa mia lettera, ed abbila come un segno del mio affetto

in Gesù Cristo per l’anima tua.

 Scrivimi frequente. Mi farai sempre piacere, anche io sempre non possa risponderti.

 Prima di andare al Brasile verrò a salutarvi e a benedirvi.

 Vorrei vederti prima iniziato agli Ordini, e poi al mio arrivo

assistere alla tua prima Messa.

 Scusami, caro mio figliuolo, di averti scritto così, ma è col cuore in mano: -

 Tu scis quia amo te!

 Prega sempre per me: quando sarò morto, mi conoscerai.

 Ti benedico con grande e paterno affetto in Gesù Cristo. -

 Tuo aff.mo


        Sac. Orione  d. D. P.

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