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+ Anime e Anime !
Caro don Berton,
Ho avuto le due lettere tue del 18 e 19 corr., e rispondo brevemente
pel poco tempo che ho.
I Va bene che don Germano resti provvisoriamente con te;
vedi però di prepararlo in Domino per altra destinazione. Fagli miei saluti.
II Ho fatto la commissione a don Raffaele delle 5 Messe da te dette per lui.
Gli ho ottenuto ora di poter recarsi per 15 giorni in paese per affari suoi, e sembra contento,
ma non ancora del tutto.
III Spero che i giovani costì aumenteranno, perché 40 sarebbero, in verità,
un poco pochetti.
IV Mi spiace che forse gli esami di Di Pietro non saranno all’Università
che entro la I quindicina di novembre, e farlo ora venire per poi ritornare a Torino
è una spesa che amerei evitare. Però se non poteste scusare, lo manderò,
o lui, - o un altro provvisoriamente.
V
Quanto all’ex chierico trinitario, lo mandi con
questa mia che unisco
a don Cremaschi a Bra, dove io scrivo oggi stesso (per non lasciare una mia lettera
in mano sua). È bene che sia provato là, e porti tutti i suoi documenti.
Fatti dare il preciso indirizzo di dove fu in Noviziato, e di tutti i posti dove stette
in questo periodo di tempo che rimase fuori dai trinitarî. Tu gli dai un biglietto
di
presen semplice
presentazione per don Cremaschi. -
VI Se la mamma di don Quadrotta è ancora costì, me la riverisci tanto tanto,
e usale ogni possibile riguardo, anche per snebbiare certi pregiudizi che potesse avere
contro di te che hai fatto, poveretto, quanto hai potuto.
VII È bene che tu sappia che io ho ricevuto dalla madre di don Quadrotta L. 4.200,
delle quali .L. 3.000 erano state poste su d’un libretto postale l’8 settembre,
e L. 1.200 in danaro. Io dissi allora alla signora di ritenere tutto quello
che credesse in Domino. Essa non voleva, ma poi ritenne L. 200 per i viaggi
e suoi primi bisogni.
VIII La invitai anche ad andare alla nostra Casa del Lido, a Venezia,
ove vi sono bambini piccoli, orfani tutti e di guerra, e nostre suore,
e pare vi andrà più tardi.
Mi pare tanto bello consolare e ajutare i genitori dei nostri sacerdoti!
E ti voglio dire che se anche tu morissi - pur non essendo proprio della Congregazione -
tenuto conto di quanto hai fatto per essa e fai, io accoglierò volentieri anche i tuoi vecchi,
se vorranno venire nelle nostre Case.
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Questo che ti ho detto della mamma di don Quadrotta, resti in te.
IX Le tre mila lire del libretto le ho lasciate a don Giorgis perché pagò lui
già L. 1.800 di fitto, poi c’è medico, cassa e altre spese, e ci sarà anche la suora da pagare
a L. 5 al giorno. Le lire 1.000 che avanzai le diedi a Bra, dove c’è un debito di L. 40.000,
e mi faceva pena il povero don Cremaschi.
X Se voi di Sanremo avrete bisogno vi ajuterò, state tranquilli, cari miei figliuoli,
ché la Madonna non mi abbandonò mai!
XI Quanto al direttore di Sanremo, ti comunico in via riservatissima
che verrà facilmente uno dei primissimi nostri preti, col quale ti troverai molto bene.
Egli ritorna al suo antico nido che ha sempre sospirato, ed è un ottimo e pio sacerdote,
coi capelli già grigi. Avevo pensato a don Bartoli specialmente,
e poi a don Biagio anche, ma a Sanremo occorreva ora - dopo tutte le ultime leggerezze
di don Raffaele - che ci fosse uno che avesse già un’età seria, matura,
ed educato da Mg.r Daffra.
XII Se poi avremo S. Clotilde, allora si vedrà chi altro mandare, o come fare.
IL proprietario di S. Clotilde ora è in Germania, e al suo ritorno tutto sarà definito,
spero bene, - ma meglio tacerne.
XIII Le due signorine Dalmazzo e Affre, che si occupano dei soldati,
là a S. Clotilde, mi scrissero per avere una camera già da me designata pei militari.
Ho jeri telegrafato loro di sì; ciò per tua norma.
Sono signore per bene che ci possono ajutare molto. Bisognerà dare loro la chiave -
Don Tornari dice che il giovane Dell’Acqua verrà al più presto.
Saluto, conforto e benedico in Gesù Cr. e Maria SS.
Tuo
Sac. Orione d. D. P.
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