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Riservata
da Padova giovedì XXVI marzo 1925
Anime e Anime !
Caro don Chiappano,
la grazia di nostro Signore sia sempre con noi!
Sono stato ieri da Mg.r Vescovo, e mi parlò della conferenza tenuta al Circolo
Giosuè Borsi e nel Collegio San Giorgio da codesto Preside del Liceo.
Mi disse che, prima, era giunta a Tortona una cartolina anonima a firma
«un sacerdote».
Era molto vivace, pare, tanto che andò a lui don Garaventa per vedere
che dovesse scrivere sul «Popolo».
Poi Mg.r Vescovo assunse altre informazioni, ed ebbe relazioni sicure (così disse)
e dettagliate. Si mostrò spiacente assai che i Superiori del Collegio San Giorgio,
che gli fu riferito si trovassero in posti distinti e molto in vista, non avessero sentito,
(quando capirono che si toccava la Fede e, pare, qualche cosa d’altro),
il dovere di alzarsi e uscire.
Come mi disse, fece il prof. don Raffaghello. Tanto devo comunicarvi
anche per vostra norma.
Ciò fatto, passo a dirvi che, pel momento, è mio vivo desiderio e volontà che voi altri
non muoviate un passo, sino a che io possa, col divino aiuto, parlarvi,
e veda bene in faccia persone e cose.
Pur deplorando tutto ciò che ci può essere da deplorare, siccome però mi pare
che si voglia da taluno creare un secondo scandalo sullo scandalo, e se ne fa un chiasso
che mi pute di fariseismo e di passioni basse, molto basse, - è bene che voi vi chiudete
in un assoluto silenzio e riserbo.
E, intanto, preghiamo Dio che sia zelo, e tutto vero zelo, quello che agita certa gente.
Voi statevene ora ritirati, e attendete con ogni cura ai vostri giovani;
e quanto più altri parla, e più voi tacete, e siate prudenti e un po’ diffidenti.
Se avete sbagliato, chiedetene perdono a Dio, e con una condotta seria, pia,
esemplare, avrete presto rimediato davanti a Dio e ai vostri giovani.
E anche davanti ai ben pensanti.
Se Dio vi darà grazia di potere, in questi giorni di Passione, soffrire qualche cosa,
alzate gli occhi e il cuore al Crocifisso, e imparate da lui a patire, a perdonare e a pregare
per chi vi fa patire.
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«Vera Religio haec est».
Quando vi fossero altre conferenze, e poteste dubitare che il conferenziere
trascenda sino ad offendere la Fede o la Morale Cristiana, bene è che né voi né i giovani
vi prendano parte.
Penso che già voi stessi avrete pensato di regolarvi così.
Desidero che questa mia non vi turbi affatto; vi scrivo non ut confundam vos,
ma perché, occorrendo a te di vedere Sua Eccellenza Rev.ma Mg.r Vescovo, sii prevenuto,
e anche perché siate prevenuti e non vi prestiate al gioco di nessuno che nel nome
della Fede e prendendo a pretesto un fatto che voi per i primi avete deplorato,
cercasse non di cavar bene anche dal male, come deve fare ogni anima buona,
ma di cavare più male (mi pare) dal male e di farvi del male. Dio voglia che mi sbagli.
A Mg.r Vescovo non ho detto tutto ciò che so in proposito, ma a suo tempo,
e quando verrà l’ora di Dio, allora, se anche io tacerò, parlerà il Signore.
Avanti in Domino.
Ed io e voi preghiamo che Dio parli non colla giustizia, ma nella Misericordia.
Vi benedico e Vi conforto con affetto come di padre in Gesù Cristo
e nella Santa Madonna.
Tuo aff.mo
Sac. Orione d. D. P
P. S. Dirai a Piccinini che solo stamattina, giunto a Venezia, mi venne data
la sua lettera, che non so quanti giri deve aver fatto. Aveva tre o quattro indirizzi cambiati.
Manderò il Butler.
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