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[non digitata minuta di un foglio]


Riservata


[Alla Distinta Sig.na

Luigia Delbono

presso la Chiesa Parrocchiale

n. 130 piano II

(Savona) Quiliano]


 +         Anime e Anime !

          [Tortona,] 9 Nov. [19]19


 Distinta sig.na e buona figliola del Signore,


 Debbo ancora ringraziarla della sua caritatevole accoglienza.

 Dio la ricompensi!

 Tornando a Roma dalla Sicilia vidi, otto giorni fa, la sua buona lettera;

ci ho pregato su in questi giorni, ed ecco ciò che sento.

 Pel momento, visto che quei suoi parenti né intendono vendere

né intendono affittare, è impossibile venire noi sacerdoti a Quiliano,

e vi è anche qualche altra difficoltà.

 Iddio conosce le ore e i momenti, e, quando vorrà, noi si è pronti a venire.

Per ora, preghiamo!

 Quanto a mandare le suore, certo non sarei alieno,

ma, per una comunità di religiose, non vedo conveniente né bene

che esse vengano a mettersi dove ora abita la sig.ria vostra, per motivi estranei,

e che sarebbe troppo prolisso dire.

 Il Convento così com’è non è adatto, ed è fuori mano troppo, per donne.

 L’altra proprietà, fuori paese, cui lei accenna nell’ultima sua, e dove io non fui,

non mi pare; e non so neanche se vi sia locale.

 L’unico posto, veramente adatto, e tale che è in paese ed è quasi fuori dei rumori

del paese, sarebbe quella sua proprietà tutta cintata, adiacente alla casa di quei signori

che vorrebbero pure acquistare il Convento per farne un Castello. È vero,

manca la abitazione; ma potrebbe in parte, servire quella specie di cantina, e,

con non molto, si potrebbe fare il resto.

 Però mi pare che quel fondo sia ciò che lei ha di meglio,

e non oserei mai dirle di privarsene, tanto più che non conosco onde ella

poi potrebbe trarre i mezzi da vivere mentre quel fondicello qualche cosa le deve rendere.

 Certe che ora verrà il prestito forzoso, come bene lei ha scritto,

e delle imposte gravose assai e in proporzione di quanto una persona possiede,

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poiché 93 miliardi di debito - e tanti ne ha oggi l’Italia, per quanto si sa di certo -

(e ve ne possono essere di altri) - dunque, dico 93 miliardi di debito,

non si potranno pagare che con fortissime tasse, che graveranno anche sui beni mobiliari,

cioè sui titoli, come sulla moneta.

 Una parte di sua roba, qualora lei intendesse veramente e subito

provvedere a farne un’istituzione benefica pel suo paese,

potrebbe passare in testa di persona di mia fiducia, - sempre qualora v. signoria intenda,

come ripetutamente mi disse e scrisse insistere perché io faccia qualche cosa

pel suo paese, col divino ajuto.

 Bisognerebbe che lei ci pregasse su bene, che pure si consigliasse bene

con persone che conoscono lei e la situazione sua, - e poi, se crederà insistere,

mi scriva, e vedremo se è possibile intenderci per salvare il salvabile

e farne delle opere buone.

 Io parto oggi per Messina, ma sarò di ritorno domenica 16 corr.

 Il Signore la benedica e la SS. Vergine, Madre di Misericordia

ci conforti a fare del bene, a gloria di Dio.

 Suo dev.mo servitore


          Sac. Orione  della D. Pr.

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