V037T111 V037P120



[Al M. Rev.do Signore

Sig.r Don Luigi Arminio Tassi

Arciprete di Magreta (Modena)]


 +         Anime e Anime !

          Venezia, 24 settembre 1925


 Caro arciprete e fratello nel Signore,


 La pace di Gesù Cristo sia con noi!

 Bisogna proprio fare santi per la gran pazienza, dovendo trattare con Don Orione!

 Non ho potuto venire: lo creda. È da una settimana domani mattina che sono qui.

perché si temeva che don Sterpi avesse un’ulcera allo stomaco:

ora il pericolo sembra scongiurato. - Jeri fui a più di 100 chilometri di qui, oltre Adria.

L’altra settimana ero in Roma col pellegrinaggio tortonese, lunedì ero a Cortona (Arezzo)

la notte tra lunedì e martedì giunsi alle 11 a Tortona, presi un po’ di cena,

celebrai all’una di notte di martedì, per poter ripartire all’1,38 per Genova.

Alle 6 ero a Savona, alle nove a Nucetto oltre Ceva e poi su per assistere

un sacerdote gravissimo che mi aveva richiesto telegraficamente;

alla sera ero poi a Brà a visitarvi i novizî. Il mercoledì mattino ripartî per andare a Fegino

presso Savona a vedere per l’ultima volta una vecchia benefattrice,

che già aveva avuto tutto, ma che desiderava vedermi prima di andare in Paradiso.

 Il dopopranzo di mercoledì fui a visitare in Genova le mie care poverelle -

vecchie malate, epilettiche tutto quello di più sventurato che lei può pensare,

vera roba da Cottolengo al nostro caro Cottolengo di Genova e poi su a Quezzi

a visitare la famiglia delle tisiche. Povera tisiche fuggita da tutti anche, sovente, dai loro!

Alla sera di mercoledì fui a visitare il Collegio San Giorgio in Novi,

e giunsi a Tortona alle 10½ circa.

 Giovedì mi dovetti fermare a Tortona per vedere Monsignor Vescovo

che poi partiva, e per interessi. - E la notte mi gettai in treno per Venezia.

 Perdoni, caro arciprete, questa cronaca: ecco qual’è in genere la mia vita. -

Voglia quindi scusarmi un poco.

 Spero in questi stessi giorni di fare una volata e Magreta,

ma pensino che sono tirato da tante parti, e il bello o il brutto si è che tutti si lamentano,

certo ignorando questa vita di ebreo errante, la quale non è più per me:

vi sono poi i pensieri, i fastidî, i dolori e Dio solo sa in certe ore che cosa si soffre.

 Ma Dio sia sempre benedetto, e solo ci dia il suo Santo amore, la carità per i poveri,

la grazia di patire con Lui e per la santa Chiesa, quanto più è possibile sostenuti

dalla stessa mano di Nostro Signore.

            V037P121


Voglia, la prego, significare alla signora e alle suore

che in questi giorni capiterò: spero ancora in questa stessa settimana:

facciano una nota di tutto che hanno bisogno di parlarmi,

così nulla si dimenticherà e tutto si farà subito.

 La abbraccio, caro signor arciprete, in osculo Christi:

La ringrazio di quanto fa: prego oggi - feste della Madonna della Mercede, -

di darle larga e celesta mercede, e le sono fraternamente in Nostro Signore


          Sac. L. Orione

         dei figli della Divina Provvidenza

¨