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[Al Rev.mo Signore

Sig. Arciprete don Arminio Luigi Tassi

a Magreta]


 +         Anime e Anime !

          Tortona, il 24 / III [1]928


 Caro sign. arciprete e fratello in G. Cristo,


 Mi alzo da letto per iscriverle, - sono un po’ influenzato con febbre,

ma roba da niente: spero di poter andare domani a Genova a dar l’abito da chierico

al ragioniere Calegari, recluta della Div. Provv.

 La signora ha risposto anche a me, e una lettera agitata, le mando copia,

riservatamente. - È bene che ella non ne parli neanche con le suore: non si sa mai,

non tutte no, ma qualcuna potrebbe poi riferire: sa come sono le donne, per quanto suore.

 Come ella ha visto, dopo riflessione, ho creduto di scrivere ad essa direttamente:

mi parve logico e doveroso insieme.

 La preverrò sul giorno di mia venuta a Modena, - così vorrei potesse esservi

anche Lei, anche se dall’Avvocato convenisse - forse - che andassi solo.

 Forse dal Prefetto e altre Autorità, non sarà opportuno andare subito;

perché è necessario sapere le condizioni che ci fa, se si resta o si va:

se assumiamo altra Colonia in Provincia o no, etc. - per non essere né parere

gente leggera: così, andando, dopo, dalle Autorità, si va con piede sicuro,

e con un programma da attuare, - magari minimo, in principio, - e poi,

se la Div. Provvidenza che fa, Essa ci assisterà e andremo allargando non le nostre,

ma le sue tende Divine: le tende della carità.

 Andremo invece subito da Mons. Arcivescovo, e poi,

se ancora non avranno pensato ad altri, andremo anche a vedere quell’altra posizione:

Lei mi accompagni, - oramai ella è della Div. Provvidenza.

 Tutto come Dio e la sua chiesa vorranno, e Deo gratias!

 Oggi, se posso - perché proprio bene non sto, - anzi sto maluccio,

scriverò una parola alla signora, a Roma.

 Ed ora preghiamo. Perdoni che non mi dilunghi. Gesù sia con noi!

 La Madonna e San Giuseppe ci assistano!

 Suo servitore e fratello


        Sac. Orione  della Divina Provvidenza


 Don Sterpi, che è qui, la riverisce.

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P. S.  Quanto alla lettera di risposta di lei alla signora, mi pare che un diplomatico

della segreteria di Stato (la diplomazia Vaticana è tenuta in gran conto

presso tutte le Cancellerie Europee) non potesse scrivere con più delicatezza,

e, insieme con più spirito sacerdotale.

 P. S.  Dica alle suore che nella festa di S. Giuseppe la Div. Provv.

ha aperta una nuova Casa a Genova, per vecchi e malati, abbandonati da tutti.

Erano già sette quel giorno, due portati con la barella della Croce Verde. -

Domani saranno almeno 14. Alcuni altri li accettai io lo stesso giorno.

Sono tutti uomini, poveretti!

 Si diede l’abito a quattro altre nuove suore: suor Maria Pia, suor Maria Deo gratias,

suor Maria Crocifissa, suor Maria Prudenza. Ma sono poche, poche!

 Mi mandi un po’ lei qualche buona vocazione: io non cerco dote, cerco Anime!

Faccia propaganda anche nei paesi vicini. Lei sa bene che sarà alla fine assistita da noi,

dunque chi pensa che pregherà per lei dopo morte? I figli della D. Provvidenza

e le nostre suore.

 Ho già disposto suffragi anche per lei.

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