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[Al Molto Rev.do Sig.
Sig. Don Arminio Luigi Tassi
Arciprete di
Magreta (Modena)]
+ Anime e Anime !
Tortona, il 6 dic. 1929
Riservatissima
(prego che poi anche questa
lettera venga distrutta,
perché non si sa mai....)
Caro sig.r arciprete,
La grazia di N. Signore sia sempre con noi!
Ricevo
il suo gradito espresso del 5 corr. e
sono lieto di trovarmi a Tortona
per informarla della piega che prendono le cose.
Esse, grazie all’assistenza di Dio e alla materna bontà della Vergine Immacolata,
volgono al meglio, ma non siamo fuori di pericolo.
Confido però che l’ultimo a vincere sarà sempre Iddio,
malgrado che io non lo meriti affatto.
Accludo dunque tre scritti, che prego di avere riservatissimi, e di volermi rimandare,
magari da Modena, per raccomandata.
Da essi i nostri superiori di Modena, Monsignor Arcivescovo e Vicario e lei,
caro arciprete, potranno così vedere da qual parte viene il colpo,
e come risulti evidente che c’è una vera trama, forse il soffio della setta.
Come le avevo scritto, jeri mattina si incontrarono a Modena la signora
e don Sterpi; per la verità essa si mostrò di alto senso cristiano e ferma a non cedere.
Ora preghiamo e diamoci attorno in Domino.
D’accordo con la signora, jeri sera don Sterpi giunto a Tortona,
telegrafava all’avvocato Dallari, (dal quale jeri non è andato per ragioni evidenti),
che inviasse qui, con cortese sollecitudine, i dati e i documenti per la conclusione
delle trattative. Egli avrebbe già dovuto mandarli prima d’ora,
ma si capisce perché non si era fatto vivo, perché tramava! Né sò se li manderà ora -
speriamo! Ma occorrendo, gli manderò don Sterpi.
La signora capisce tutto, tuttavia non vuole romperla con l’Avvocato.
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Ho messo ancora una volta codesto Istituto nelle mani della Madonna e,
se andasse male, sono proprio i miei peccati. Ella preghi con noi e per me peccatore.
Suo affez.mo in Gesù Cristo e nella Santa Madonna come fratello
Sac. Luigi Orione
dei figli della Divina Provvidenza
P. S. Riferendo a Sua Eccellenza Monsignor Arcivescovo e a Monsignor Vicario,
voglia ossequiarmeli tanto.
¨