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[Manca l’originale]
[All’On.le Signore
Sig.r Prof. Comm. E. Schiaparelli
Via Accademia Scienza, 4
Torino]
Copia conforme
Tortona, 29 Settembre 1927.
On.le signor Senatore,
La grazia di Nostro Signore Gesù Cristo sia sempre con noi!
Don Gemelli mi scrive da Cafarnao:
«Cafarnao, 20 Settembre 1927»
«Amatissimo Padre,
Ho già pronto il passaporto e fissato la partenza per il 1° Ottobre
con un viaggio gratuito in II classe. Un sacerdote Spagnolo, pellegrino,
certo don Giovanni, molto amico delle nostre Case di America,
che conosce lei di presenza, mi promise che sarebbe venuto per la Messa
durante la mia assenza, ma che si sarebbe fermato ancora per poco in Palestina.
Quindi dato che debbo venire, preferisco farlo subito, per essere a tempo
pei contratti al mio ritorno. Vuol dire che se il papà di don Bruno sta bene,
continuerei per l’Italia, e senz’altro così farò, se non ricevo nulla in contrario.
Però da Rodi vi devo passare.
Scopo del viaggio, oltre a quello da lei espressomi
in parecchie sue lettere precedenti, darebbe anche l’eventuale apertura di una nuova Casa
a Tantur, tra Gerusalemme e Betlemme, che forse don Adaglio conosce.
Questa Casa appartiene ai Cavalieri di Malta, e fin’ oggi vi sono quattro suore
del beato Cottolengo, le quali vi hanno aperto una specie di pensionato.
Si dice che la vogliano lasciare, e la superiora in questi giorni è partita per l’Italia.
Noi con solo Cafarnao non possiamo resistere, poiché il personale
ha bisogno di cambiamento di aria, specie di estate. Fra Giuseppe finora si è approfittato
o del Monte Tabor o di qualche altro luogo salubre, per passarvi alcuni giorni,
ma sempre in casa altrui. Ora siamo in parecchi, e se potessimo ottenere Tantur
sarebbe molto di guadagnato, tanto più che oltre la Casa vi sono circa 20 ettari di terreno
in parte coltivato ad oliveti, mandorli e vigna. Se si potesse fare subito qualche passo
con i Cavalieri di Malta, anche per sentir meglio le cose, sarebbe un sollievo per noi
ed un necessario sollievo in estate per il personale di Cafarnao.
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Intanto mi preme avvertirla subito, che se la cosa dovesse aver corso,
è necessario subito, prima che altri religiosi lo cerchino per farne il loro noviziato.
Renato da tre giorni trovasi all’ospedale di Caifa,
ma non credo si tratti di cosa molto seria. Certo che il cambiamento influisce assai,
e sebbene sopra un monte, bisogna persuadersi che le beatitudini
sono più di 100 metri sotto il livello del Mediterraneo.
Ci benedica tutti e arrivederci presto.
Dev.mo e aff.mo
Don Gemelli»
Scrivo a don Gemelli, a Rodi, di trattenersi a sostituire don Bruno
e di mandare in Italia don Bruno, a meno che questi, per ragioni sue,
ritenesse di non poter ora lasciare l’azienda di Rodi, e pensare di venire dopo Gemelli.
Quanto a Tantur, io La pregherei, se appena Le è possibile
di appoggiare la proposta presso i Cavalieri di Malta.
So che la signoria vostra assai conosce il Principe Chigi e altri,
ed è meritatamente ascoltata. Dopo aver pregato e deposta la lettera di don Gemelli
sull’altare, davanti a Nostro Signore, mi sono sentito mosso a volgermi a lei
e a pregarla di ajutarci.
Oltre alla buona ragione addotta da don Gemelli, è anche nelle consuetudini
di questa Congregazione, di aprire in paesi lontani possibilmente sempre due Case,
perché, se qualche soggetto non va in una Casa, possa essere facilmente trasferito
nell’altra evitando gli inconvenienti dei rimpatrî e le spese di viaggi.
Che se non se fosse possibile ajutarci, me lo voglia far conoscere con santa libertà
in Domino.
Ho scritto giorni fa per l’insegnate di agraria a Rodi; spero avrà ricevuto.
Voglia gradire i miei ossequi, mentre le prego dalla Santa Madre di Dio
ogni celeste conforto.
Suo devoto servitore in G. Cr.
Sac. Luigi Orione
dei figli della Divina Provvidenza
¨