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[Roma - Sette Sale,] 23 / 2 [1]933 - a. XI
Gentilissimo sig.r comm.re A. Gardini - Preside della Provincia - Genova
Sciaccaluga, quel bravo giovane che fa un po’ da segretario per Genova,
mi scriveva jeri d’aver saputo dal sig.r comm.r Badano che lo schema di compromesso
avrebbe due punti inaccettabili: - l’offerta per le scorte e l’impegno per un certo tempo
di ricoverate.
E a
proposito di queste, mi scrive dice
che la condizione di essere in facoltà
di saldare il debito residuo, anche prima di due anni, con somme parziali,
avrebbe lasciato come il dubbio che, da un giorno all’altro, potessi chiedere
alla Provincia di ritirare le ricoverate.
Sig.r commendatore, riconosco che potevo chiarire meglio,
ma la assicuro che mai mi è passato per la mente una simile cosa.
La mia forza, dopo Dio, sta nella rettitudine.
Le dichiaro che, qualunque somma potessi versare,
io mi ritengo obbligato a tenere le 300 ricoverate della Provincia per due anni,
o per quel tempo che ci vorrebbe a spegnere il debito residuo,
scontando giornalmente metà della retta già combinata.
E,
perché non posso ancora precisare il giorno
del mio ritorno,
ho incaricato il sac.te Sterpi, che la sig.ria vostra già conosce,
di
recarsi da lei per vedere se si può è
possibile addivenire ad una conclusione.
E
confido che alle sue molte
sue benemerenze vorrà aggiungere,
sig.r comm.re, anche questa - di aver agevolato la causa dei tanti infelici
che verranno accolti dal Piccolo Cottolengo Genovese.
Ossequio devotamente, e me le professo umile servitore in X.sto
Sac.te Luigi Orione della Div. Provv.za
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