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         Buenos Aires, 10 Aprile 1935.


 Gentilissimo e caro signor comm.re [Gardini]


 Buona Pasqua! A lei, alla sua ottima signora e loro figli e a quanti sono con lei,

signor preside, al governo e al bene della Provincia di Genova, mando di tutto cuore

i più fervidi voti e ogni santo augurio di buona Pasqua!

 A lei poi vorrei dire tante cose, per significarle la stima che per lei ho,

il grato ricordo che ne porto, e anche, - me lo perdoni, - un affetto che sa, direi,

non solo di riconoscenza, ma più un poco di amicizia.

 La ringrazio del bene che mi ha aiutato a fare a tante povere creature,

a tanti nostri fratelli: Dio la ricompensi!

 Ora sono qui che lavoro per altri infelici, moltissimi sono anche

nostro sangue italiano.

 Alzi un pensiero a Dio, che sempre mi assista, e che mai io venga meno

alla mia missione di sacerdote e di italiano.

 Dove potrà aiutarmi pel piccolo Cottolengo di Genova, mi aiuti, signor preside,

che Dio La benedirà.

 Ogni ossequio devotissimo a lei, ai suoi cari, e alla Consulta della Provincia.

Scusi la brevità: ho molto lavoro, ma sto bene e sento che Dio è con me.

 Buona Pasqua!

 Suo umile umile servitore in X.sto


          Sac.te Luigi Orione

          della Divina Provvidenza

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