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[manca l’originale]


        Buenos Aires, 16 Dicembre 1936 - XV


 Gent.mo Signor Preside della Prov. di Genova Gr. Uff. Aldo Gardini


 Vengo ad augurarle ogni bene! Non è per seguire l’usanza, -

una buona usanza del resto - ma sono lieto della buona usanza che mi porta a soddisfare

ad un bisogno dell’animo, a lei, signor preside, sempre profondamente grato.

 Né mai avrei pensato che sarei stato tanto tempo senza poter venire

a compiere questo doveroso atto di persona, ma in America ho trovato

un vasto campo di lavoro, e non mi trovo solo fra stranieri, ma anche e sopra tutto,

in mezzo di italiani e di molti genovesi, tanto che ho imparato qui,

nel grande quartiere della «Boca» a parlare «zaneise».

 Come per venire mi sono gettato in mare, così qui mi sono gettato

in mezzo ai poveri e più abbandonati e più infelici; e, per rendermi dei loro,

ho dovuto imparare, bene o male, un po’ dei loro diversi linguaggi

per meglio familiarizzare con essi e guadagnarne l’animo.

Qui ce n’è di tutte le provenienze: Buenos Aires è fra le città più cosmopolite.

 Gli infelici, di tutte le razze e di tutte le età, di tutte le diverse religioni

e pur senza religione, sono il mio più grande amore, sono Gesù Cristo.

Stando con loro e servendoli, sento che la mia vita di umile prete e di povero peccatore

si purifica, e che posso salire l’altare meno indegnamente.

Oh mi aiuti Iddio a vivere e a morire nell’amore di Cristo e dei poveri!

 A lei, signor preside, e a tutti i membri del Consiglio tutta la mia gratitudine,

ché mi avete dato modo di cooperare con voi in umiltà, fare un po’ di bene

a delle infelici di Genova e Provincia.

 Se potete aiutarmi, io vi pregherei di aiutarmi un po’ di più ché,

come avranno constatato, tutto va a far di Paverano una istituzione degna di Genova

e di chi me lo ha dato. Mi aiuti, signor preside, ad allargare la sfera del bene:

io di qui non posso più aiutare, perché sono come assorbito dalle miserie di troppa gente.

 Tornerò nel 37, a Dio piacendo, ma senza denaro; però ho fede

che la Divina Provvidenza e cuori generosi mi aiuteranno a continuare

la missione di carità che Dio mi ha dato.

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 Spero, dunque sia l’ultima volta che le mando, da questa lontana terra,

auguri e voti di buon Natale e capo d’Anno: li voglia gradire, signor comm.re Gardini,

perché le vengono da un cuore sincero e devoto.

 Dio esaudisca la preghiera che alzo al Cielo per lei, per la sua famiglia, per tutti,

che la coadiuvano nel suo lavoro per la Provincia.

 La benedizione santa del Natale discenda amplissima su tutti e sulla nostra Italia!

 Devotamente suo


            Don Orione

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