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[manca l’originale]


         Buenos Aires, 20 Marzo 1937 - XV


 Gentilissimo Signor Preside della Provincia di Genova Gr. Uff. Aldo Gardini


 Vengo a farle gli auguri di buona e santa Pasqua, e in lei,

sig. preside all’on. Rettorato.

 Prima d’ora io volevo scriverle, ma la mia vita è così assorbita da lavoro

e così nomade, che mi vorrà scusare.

 Io, dunque, sono profondamente grato alla signoria vostra

e all’on.le Rettorato provinciale per la deliberazione di assumere

a totale carico della Provincia la spesa occorrente per la sistemazione

della cucina di Paverano; - e non le so dire quanto mi abbiano fatto piacere le espressioni,

piene di bontà con cui hanno voluto esternare la loro piena soddisfazione

sull’andamento del Piccolo Cottolengo Genovese - Istituto di Paverano.

 Il merito va, sopratutto, al veramente benemerito e chiarissimo direttore sanitario,

sig. Prof. Domenico Isola.

 E così per opera di lei, sig. preside, e dei signori componenti

il Rettorato provinciale anche la cucina di Paverano risponderà agli altri miglioramenti,

a bene delle povere infelici, sì ché, come le autorità, così le famiglie delle ricoverate

e la cittadinanza abbiano ad esserne soddisfatte.

 Tra alcuni mesi spero di ritornare, e da parte mia tutto farò, signor preside,

per corrispondere sempre meglio ai loro desiderî. - Grazie a Dio,

ora sto in buone condizioni di salute - in gennaio non fu sempre così,

e ci furono settimane di ozio forzato. - Ora no, posso lavorare.

 Sono giunto stamattina da Mar del Plata, e anche l’altra notte

ho viaggiato tutta la notte. Jeri ho inaugurato a Mar del Plata un altro nuovo Collegio

pei figli del popolo, e vi si apriranno anche buone scuole - professionali.

Già al porto di Mar del Plata abbiamo tutte le elementari, maschili e femminili,

pei figli dei pescatori, oltre 600 ragazzi, quasi tutti figli di italiani.

 Con l’aiuto di Dio, ci siamo messi anche nel centro del Chaco, a Lanc - Pena,

dove fa un caldo da morire, e dove nessuno voleva andare: sono circa 30 mila abitanti,

e non c’era un prete da insegnare il Vangelo ed educare al timor di Dio la gioventù,

vi sono molti indiani.

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 Domani, 21, celebrazione del natale dei fasci, per desiderio del nostro Ambasciatore

benedirò, a bordo dell’Augustus; il gagliardetto del dopolavoro della nave.

 Il 23 corr. poi si parte pel Brasile sulla stessa motonave a visitare quei nostri Istituti.

 Come vede, signor preside, sto bene, posso lavorare: che gran cosa è il lavoro!

 Io verrò dunque, tra qualche mese, a ringraziarla anche di presenza,

ma difficilmente le potrò esprimere la riconoscenza e l’affetto che il mio animo

sente per lei, - che mi ha compreso, e mi conforta della sua benevolenza.

 Buona e santa Pasqua anche alla sua famiglia, e Iddio la benedica!

 Molto devotamente Suo


            Don Orione

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